Stanotte forze navali ed aeree di USA e Regno Unito, con i
supporto di Australia, Bahrein, Canada e Olanda, hanno condotto
attacchi contro obiettivi dei miliziani Houthi con lo scopo - ha
reso noto l'US Central Command - di indebolire la loro capacità
di continuare a realizzare attacchi contro le navi mercantili in
transito nel Mar Rosso. Gli attacchi hanno preso di mira i sistemi
radar, i sistemi di difesa aerea e i siti di stoccaggio e di lancio
di droni, missili da crociera e missili balistici. Lo statunitense
Centcom ha precisato che questi attacchi non hanno alcun
collegamento con “Prosperity Guardian”, l'operazione
lanciata da oltre 20 nazioni per proteggere la sicurezza del
traffico marittimo nel Mar Rosso, nello stretto di Bab el-Mandeb e
nel Golfo di Aden.
Annunciando l'attacco agli obiettivi nello Yemen utilizzati dai
ribelli Houthi, il presidente americano Joe Biden ha ricordato che
«oltre 50 nazioni sono state colpite da 27 attacchi al
trasporto marittimo commerciale internazionale. Equipaggi
provenienti da più di 20 Paesi - ha sottolineato - sono stati
minacciati o presi in ostaggio in atti di pirateria. Più di
2.000 navi sono state costrette a deviare migliaia di miglia per
evitare il Mar Rosso, il che può causare settimane di ritardi
nei tempi di spedizione dei prodotti. E il 9 gennaio, gli Houthi
hanno lanciato il loro più grande attacco fino ad oggi,
prendendo di mira direttamente le navi americane». Il comando
centrale americano aveva infatti reso noto che martedì le
forze navali e aeree statunitensi e britanniche avevano abbattuto 18
droni, due missili da crociera antinave e un missile balistico antinave
(
del 10
gennaio 2024).
«La settimana scorsa, assieme a 13 alleati e partner - ha
proseguito Biden - abbiamo lanciato un esplicito avvertimento circa
il fatto che, se i loro attacchi non fossero cessati, i ribelli
Houthi ne avrebbero sopportato le conseguenze. E ieri il Consiglio
di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che
chiede agli Houthi di porre fine agli attacchi contro le navi
mercantili e commerciali. L'azione difensiva di oggi - ha aggiunto
il presidente americano - fa seguito a questa vasta campagna
diplomatica e ai crescenti attacchi dei ribelli Houthi contro le
navi commerciali. Questi attacchi mirati rappresentano un chiaro
messaggio che gli Stati Uniti e i nostri partner non tollereranno
attacchi al nostro personale né permetteranno ad attori
ostili di mettere in pericolo la libertà di navigazione su
una delle rotte commerciali più critiche del mondo. Se
necessario - ha concluso - non esiterò a prendere ulteriori
misure per proteggere il nostro popolo e il libero flusso del
commercio internazionale».
In una nota, anche il primo ministro britannico Rishi Sunak ha
ricordato che «nonostante i ripetuti avvertimenti da parte
della comunità internazionale, proprio questa settimana gli
Houthi hanno continuato ad effettuare attacchi nel Mar Rosso, anche
contro navi da guerra del Regno Unito e degli Stati Uniti. Ciò
non può essere tollerato. Il Regno Unito difenderà
sempre la libertà di navigazione e il libero flusso degli
scambi. Abbiamo quindi intrapreso azioni limitate, necessarie e
proporzionate di autodifesa assieme agli Stati Uniti, con il
supporto non operativo di Paesi Bassi, Canada e Bahrein, contro
obiettivi legati a questi attacchi, per degradare le capacità
militari degli Houthi e proteggere il trasporto marittimo globale».
Intanto ieri il presidente dell'Autorità del Canale di
Suez, Osama Rabie, ha proseguito i propri confronti con primarie
compagnie di navigazione mondiali per discutere della situazione del
traffico marittimo commerciale attraverso il canale egiziano alla
luce dei problemi di sicurezza nella regione del Mar Rosso
meridionale. Rabie si è confrontato con i vertici della
francese CMA CGM, compagnia le cui navi a seguito della crisi sono
state in parte dirottate sulla rotta che circumnaviga l'Africa,
mentre alcune continuano a transitare nel canale di Suez.