- Fiom-Cgil dice no alla possibile chiusura di siti e di cantieri navali del gruppo Fincantieri. A seguito di una valutazione approfondita da parte del coordinamento nazionale del sindacato dello stato di crisi che sta interessando il gruppo industriale nonché gli sviluppi della relativa vertenza, Fiom-Cgil ha rilevato che, «mentre continuano a circolare indiscrezioni relative a drastici piani di riorganizzazione dei cantieri, l'atteggiamento ufficiale dell'azienda tende a rassicurare tutti gli interlocutori, tenendo di fatto bloccato il confronto, in un contesto che, al contrario, progressivamente peggiora».
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- «Il persistere dello scarico produttivo - ha osservato il sindacato - sta determinando la messa in cassa integrazione per lunghi periodi di centinaia e centinaia di lavoratori, con numeri che supereranno di molto, nel corso del 2011, le 2.000 unità. A questo proposito, in favore dei lavoratori sospesi - ha chiesto Fiom-Cgil - vanno attivati quegli ammortizzatori sociali che garantiscono il più alto livello di copertura salariale quali, ad esempio, i contratti di solidarietà».
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- Il sindacato ha evidenziato che «in tutti i siti, migliaia di lavoratori delle ditte di appalto stanno perdendo il lavoro, spesso senza il riconoscimento di ammortizzatori sociali. Inoltre, la prospettiva per il 2012 rischia di peggiorare la situazione a fronte di un portafoglio ordini fino ad ora del tutto inconsistente che, a fronte dell'atteggiamento passivo di Fincantieri rispetto alla crisi, potrebbe segnare la strada verso il ridimensionamento industriale».
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- Inoltre Fiom-Cgil ha sottolineato che «il confronto con il governo sulla crisi della cantieristica navale si è bloccato, nonostante gli impegni assunti ufficialmente dal ministro dello Sviluppo Economico il quale, ad oggi, non ha nemmeno risposto ai ripetuti solleciti inviati unitariamente, caricandosi così di una responsabilità gravissima».
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- Il sindacato ha quindi annunciato che, «alla luce di questa situazione, il coordinamento nazionale Fiom del gruppo Fincantieri ha deciso di rilanciare con forza l'iniziativa a livello nazionale per scongiurare il pericolo di ridimensionamento di un settore industriale strategico per il Paese e di perdita di migliaia di posti di lavoro, oltreché per rivendicare politiche industriali adeguate alla salvaguardia ed al rilancio di tutti i siti, in un'ottica di unitarietà del gruppo».
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- «No alla chiusura di siti e cantieri; un'adeguata strategia di diversificazione produttiva; investimenti nelle tecnologie necessarie per nuovi prodotti ambientalmente sostenibili: con questi obiettivi - ha concluso Fiom-Cgil - proporremo a Fim e Uilm la prosecuzione delle iniziative nazionali unitarie fino a qui effettuate le quali, data l'inefficacia del confronto in essere con gli attuali interlocutori istituzionali, dovranno, a nostro parere, portare la discussione fino alla presidenza del Consiglio dei ministri».
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