- C'è un nuovo sviluppo della lunga controversia legale che contrappone l'Autorità Portuale del Levante con la Bari Porto Mediterraneo (BPM). L'ente portuale barese ha annunciato che il Consiglio di Stato ha annullato le decisioni del TAR Puglia che avevano affermato la nullità dei provvedimenti di rideterminazione del canone di concessione da applicare alla BPM.
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- L'Autorità portuale ha ricordato che, dopo l'annullamento della concessione illegittimamente rilasciata alla Bari Porto Mediterraneo per la gestione dei terminal passeggeri del porto di Bari, aveva rideterminato la quota fissa del canone, «in quanto all'epoca del rilascio della concessione - ha specificato - era stata calcolata sulla base di una superficie fittizia enormemente inferiore a quella reale che risulta superiore di ben il 773,68 %».
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- L'Autorità Portuale ha spiegato che i giudici del Consiglio di Stato hanno dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo, assegnando alla BPM il termine perentorio di tre mesi dal passaggio in giudicato della sentenza per provvedere alla riassunzione del giudizio innanzi al giudice ordinario, e ha sottolineato che, nella sostanza, restano in vita e vanno considerati validi ed efficaci tutti i provvedimenti di rideterminazione del canone a suo tempo adottati dall'ente portuale, con la conseguenza che la Bari Porto Mediterraneo resta debitrice delle somme come rideterminate dall'Autorità Portuale.
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- La Port Authority ha evidenziato come la sentenza precisi che “deve quindi riconoscersi che l'Autorità Portuale, dopo avere proceduto ad annullamento della concessione per illegittima scelta del concessionario, abbia rilevato nel rapporto concessorio intercorso un'ulteriore ragione di illegittimità, inerente alla determinazione del canone: quanto sopra non con rideterminazione autoritativa (certamente inammissibile) dei parametri di riferimento, ma per ravvisata violazione dei parametri normativi, puntualmente indicati, esistenti alla data di rilascio dell'atto concessorio annullato.”
- L'Autorità Portuale ha sottolineato inoltre che «emerge anche la totale infondatezza delle affermazioni, sostenute anche in sede parlamentare, circa la mancanza di correttezza e veridicità dei bilanci dell'Autorità Portuale, peraltro sempre approvati dai ministeri vigilanti con il parere favorevole del Collegio dei Revisori. Tali affermazioni improvvide e prive di fondamento - ha proseguito l'ente - avevano dato luogo, a suo tempo, a strumentali campagne politiche e di stampa volte ad infangare l'operato dell'amministrazione dell'Autorità Portuale ed in particolare del suo presidente Francesco Mariani, accusato di imprudenza e “mala gestio” giungendo a chiedere prima il commissariamento dell'ente e poi l'annullamento della sua nomina».
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