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Per l'European Shippers' Council, la nuova alleanza 2M presentata da Maersk e MSC è meno preoccupante della P3, ma non innocua
Secondo l'associazione dei caricatori, la Commissione UE dovrebbe estendere la propria indagine sugli aiuti di Stato ai porti a tutti gli scali europei e non limitarla a quelli del Norther Range
10 luglio 2014
Secondo l'European Shippers' Council (ESC), il tipo di Vessel Sharing Agreement presentato oggi dalle compagnie armatoriali Maersk Line e MSC per collaborare nei traffici marittimi est-ovest, a cui è stata assegnata la denominazione 2M ( del 10 luglio 2014), è «meno preoccupante per i caricatori rispetto al progetto P3», che aveva lo stesso scopo e che le stesse due compagnie avevano intenzione di portare avanti assieme alla francese CMA CGM, progetto che è però naufragato a seguito dell'opposizione all'iniziativa da parte dell'antitrust cinese ( del 17 giugno 2014).
Tuttavia l'European Shippers' Council ha espresso preoccupazione anche per la nuova forma di collaborazione presentata dalle prime due compagnie mondiali del settore di linea. Per l'associazione europea dei caricatori, infatti, «la cooperazione precedente era più integrata e disponeva di una quota di mercato enorme in tutti i traffici interessati». L'ESC ha rilevato che, «però, anche i “soli” vettori Maersk e MSC raggiungono circa il 35% delle quote di mercato tra Asia ed Europa, e - ha sottolineato l'associazione - ciò è ancora molto rilevante e può riservare alcune sorprese».
Perciò l'European Shippers' Council ha confermato i propri timori. «Questa quota - ha spiegato l'associazione - è sufficiente per richiedere qualche limitazione da parte dalle autorità garanti della concorrenza». Per l'ESC, «quelle proposte dalla Federal Maritime Commission per la P3 ( del 21 marzo 2014, ndr) sarebbero sufficienti a rassicurare i caricatori sotto alcuni aspetti. L'attenzione - ha precisato l'associazione - dovrebbe chiaramente essere posta sul monitoraggio delle modifiche della capacità e sul suo impatto sui noli. Inoltre - secondo l'ESC - dovrebbe essere creato un sistema di notifica centralizzato per garantire che i caricatori siano avvisati con largo anticipo relativamente alle modifiche dei servizi (inclusi i transit time e i porti scalati) per essere in grado di tener conto di tali modifiche nel loro piano di trasporto».
L'European Shippers' Council ha specificato che comunque «i caricatori riserveranno molta attenzione allo sviluppo di tale alleanza e al suo impatto sui noli, sui porti scalati e sulla qualità dei servizi». «Continuiamo ad auspicare - ha ribadito l'associazione - un maggiore coinvolgimento da parte dei “cani da guardia” della concorrenza dell'Unione Europea». L'ESC non è infatti soddisfatta delle limitazioni all'azione degli armatori globali poste dall'UE, che tra l'altro lo scorso mese ha deciso l'estensione fino all'aprile 2020 della validità del regolamento di esenzione per categoria per le compagnie armatoriali del settore di linea ( del 25 giugno 2014). «Traendo le conclusioni - ha evidenziato l'associazione - il rinnovo dell'esenzione ai consorzi, cosa di cui ci rammarichiamo, mostra chiaramente la differenza di approccio tra le autorità garanti della concorrenza dell'Unione Europea e quelle dell'altra parte del mondo quando si occupano dello shipping».
Oltre a presentare le proprie osservazioni sul nuovo progetto di alleanza 2M annunciato oggi da Maersk Line e Mediterranean Shipping Company, l'European Shippers' Council ha commentato anche la decisione comunicata ieri dalla Commissione Europea di avviare un'indagine approfondita per accertare che i porti olandese ed altri scali portuali nordeuropei non ricevano dai rispettivi governi benefici economici in violazione della normativa europea sugli aiuti di Stato. Secondo l'ESC, l'indagine della Commissione Europea «non dovrebbe concentrarsi principalmente solo sui porti olandesi o nordeuropei, ma su tutti i porti europei. Inoltre - ha precisato l'associazione - le linee guida dell'UE sugli aiuti di Stato ai porti sono molto attese dai caricatori europei. Solo queste - ha specificato l'associazione - possono creare parità di condizioni per i porti e per gli utenti dei porti».
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