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DOGANE
Primo via libera del Parlamento europeo alla riforma del codice doganale dell'UE
Apprezzamento di ECSA, ECASBA, ESC, ESPO, FEPORT e WSC, che ricordano le questioni ancora da affrontare
Bruxelles
22 febbraio 2024
Oggi la Commissione per il Mercato interno e la protezione dei
consumatori (IMCO) del Parlamento europeo ha espresso il primo voto
sulla riforma del codice doganale dell'UE approvandola con 34 voti
favorevoli, nessuno contrario e cinque astensioni. Il progetto di
relazione sarà ora sottoposto alla votazione della sessione
plenaria del Parlamento, riunione che è attesa nel corso del
prossimo mese.
Con la riforma si prende atto dei recenti e meno recenti
sviluppi del commercio mondiale affrontando questioni legate
all'e-commerce e agli ordini di beni provenienti da Paesi
extraeuropei. A tal proposito, il progetto di relazione prevede
l'obbligo per le grandi piattaforme di e-commerce di fornire
informazioni sulle merci da spedire nell'Unione Europea entro un
giorno dal loro acquisto al fine di fornire alle autorità
doganali maggiori dati sulle merci in entrata nell'UE che potrebbero
non essere conformi alle norme europee. Con la riforma verrebbe
introdotto anche un sistema multilivello di operatori certificati
con l'obiettivo di evitare controlli doganali su spedizioni e
società che rispettano le norme e di concentrare le ispezioni
su attività più a rischio. Inoltre con la riforma
verrebbe istituito il DataHub dell'UE, una nuova piattaforma
digitale per la presentazione delle informazioni alle autorità
doganali.
Nelle scorse settimane diverse associazioni europee e
internazionali dei settori marittimo-portuale e della logistica
hanno espresso sostegno, nonché qualche preoccupazione
(
del 25,
29
e 30
gennaio 2024), su un progetto di legge che - secondo il relatore del
Parlamento, Deirdre Clune, assicura «che le merci che entrano
nel territorio dell'UE siano sicure e soddisfino i requisiti
dell'UE, garantendo allo stesso tempo che le procedure doganali
siano quanto più efficienti possibile per gli operatori
economici, riducendo gli oneri amministrativi per le imprese».
Oggi le associazioni ECSA, ECASBA, ESC, ESPO, FEPORT e World
Shipping Council, in rappresentanza di caricatori, spedizionieri,
porti, terminal portuali, agenti marittimi e armatori, hanno
espresso gratitudine «per gli importanti progressi compiuti
dalla Commissione IMCO e - si legge in una nota diffusa dalle sei
organizzazioni - per l'attenzione prestata alle preoccupazioni del
settore marittimo e portuale. Esortiamo la Commissione Europea e il
Consiglio - hanno specificato le associazioni - a tenere conto di
queste posizioni e a collaborare con il settore per affrontare altre
questioni in sospeso al fine di sostenere al meglio gli scambi
commerciali europea per via marittima».
Riferendosi agli sviluppi presso la Commissione parlamentare,
ECSA, ECASBA, ESC, ESPO, FEPORT e WSC hanno precisato che è
stata «particolarmente apprezzata la posizione dei deputati
contrari alla proposta di revisione delle attuali norme sulla
custodia temporanea delle merci nei porti dell'UE. La proposta della
Commissione Europea di ridurre da 90 a tre giorni la durata massima
della custodia temporanea - hanno sottolineato - è poco
praticabile per il trasporto marittimo, dato che impone oneri
amministrativi significativi e riduce l'efficienza dei porti dell'UE
nella gestione, importazione, esportazione e trasbordo delle merci.
Le modifiche dell'IMCO manterrebbero l'attuale quadro giuridico che
è adeguato e idoneo allo scopo. Tuttavia - hanno precisato -
altre questioni devono ancora essere affrontate».
«Quest'anno - hanno ricordato a tal proposito le
associazioni - verranno lanciati nuovi importanti sistemi IT e
procedure di ingresso per il trasporto marittimo, incluso il sistema
ICS 2 trasformativo della sicurezza delle merci. Finché
questi nuovi processi e sistemi IT rimarranno in funzione, la base
giuridica esistente su cui si basano i preparativi, gli investimenti
e da cui dipende il loro funzionamento, deve essere mantenuta in
vigore. Questo mancava nella proposta della Commissione Europea. Gli
emendamenti della Commissione - hanno osservato le associazioni -
risolvono parzialmente il problema proponendo di estendere le norme
esistenti e i requisiti in materia di dati relativi ai “sistemi
elettronici” del Codice Doganale dell'Unione. Tuttavia, la
certezza giuridica per processi come la sicurezza del carico va ben
oltre i sistemi elettronici. Anche gli obblighi giuridici a carico
di enti e autorità devono essere mantenuti giuridicamente.
Ciò - hanno evidenziato - dovrebbe essere risolto
urgentemente».
Riferendosi, infine, alla proposta di creare un DataHub dell'UE,
le associazioni hanno rimarcato che, perché apporti vantaggi,
questa nuova piattaforma nonché le piattaforme della Maritime
Single Window e della Customs Single Window dell'UE dovranno essere
tutte perfettamente integrate.
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