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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVI - Numero 5/98 - MAGGIO 1998 |
Porti
Aumentano i volumi del porto di Jawaharlal Neru
Il JNP (Porto di Jawaharlal Neru) è stato inaugurato nel
maggio 1989. Nove anni dopo, si può affermare che il porto
abbia incrementato ogni anno di operatività le proprie
prestazioni in modo assai significativo (in media più
del 30% tra il 1991-92 ed il 1996-97), mentre per il 1997-98 ci
si aspetta che esso movimenti circa 525.000 TEU, con una crescita
del 24%.
Al momento attuale, il porto vanta tre ormeggi con una lunghezza
complessiva di banchine pari a 680 metri, le quali sono in grado
di movimentare la terza generazione di navi portacontainers. I
suddetti ormeggi sono serviti da sei gru da banchina, in seguito
all'aggiunta di tre unità nel corso del 1997. Ciò
significa che vi sono due gru a disposizione di ogni nave quando
gli ormeggi sono al completo. Tra gli altri equipaggiamenti, possono
elencarsi:
- 14 gru a cavalletto su gomma;
- 3 gru a cavalletto su rotaia;
- 3 impilatori;
- 60 trattori per semirimorchi;
- 3 elevatori a forca;
- 240 spazi per containers-frigo.
Lo scopo del JNP è quello di decongestionare il vicino
porto di Mumbai, che nel 1998 dovrebbe movimentare circa 600.000
TEU. Ci si aspetta di conseguire questo obiettivo mediante un'espansione
in linea con la domanda futura. Tali piani di espansione coinvolgono
principalmente il settore privato sulla base di trasferimenti
costruzione-operatività. Nel 1997 è stato portato
a termine il primo progetto che ha coinvolto il settore privato,
cioè lo NSICT (Nhava Sheva International Container Terminal),
tramite l'impegno di un consorzio guidato dalla P&O. Si tratta
del primo progetto portuale privato mai realizzato in India.
Il progetto assicurerà la presenza di gru post-Panamax
al Nhava Sheva ed è stato strutturato su base trentennale
con risultati garantiti per il JNP. Ci si aspetta che il progetto
venga completato entro il 2000, ma ci si aspetta altresì
il parziale completamento di 600 metri di banchina entro l'anno
prossimo. Per il 2000/2001, ci si aspetta che il JNP e lo NSICT
movimentino complessivamente tra di loro un milione di TEU. Per
quel periodo, poiché lo NSICT avrà raggiunto il
90% dei risultati previsti, il JNP si espanderà ulteriormente.
Il JNP è molto fiero del fatto di essere un porto i cui
indirizzi sono dettati dalla clientela, come rivela un semplice
esame dei suoi obiettivi dichiarati. L'obiettivo della soddisfazione
del cliente si ottiene attraverso:
- procedure semplificate e dinamiche;
- tempi di sosta minimi;
- rapidi tempi di lavorazione;
- magazzinaggio sicuro;
- servizi di qualità;
- migliorata produttività;
- migliori relazioni industriali;
- approccio favorevole all'utente.
Figura 1: Traffico containerizzato del JNP (in TEU)
Note: K = migliaia di TEU; * = previsti; fonte: JNP Trust.
I tempi di attesa sono stati drasticamente ridotti dal JNP mediante
l'introduzione di uno schema relativo alle priorità presso
gli ormeggi, che a detta degli utenti del porto funziona molto
bene. Di conseguenza, i tempi di lavorazione/nave sono migliorati.
Al fine di assicurare il conseguimento del migliore tasso di smaltimento
delle navi, vengono utilizzate le gru a terra - e non le attrezzature
della nave - ed è stato introdotto un distinto ormeggio
poco profondo (9 metri di pescaggio) per la movimentazione delle
navi di raccordo.
In un momento in cui i volumi di traffico attraverso il porto
aumentano rapidamente, si nota anche che una percentuale in aumento
di quei volumi viene movimentata per ferrovia. R. Vasudevan, presidente
del JNP Trust, precisa: "In questi giorni, il 30% del nostro
traffico viene movimentato via depositi containerizzati interni.
Non molto tempo fa, quella cifra era solo del 20%".
Al momento attuale, il governo indiano sta spingendo fortemente
l'idea che il Paese debba disporre di propri porti-nodo - uno
sulla costa orientale ed uno sulla costa occidentale. Mentre vi
è un'accesa discussione su quale possa essere il miglior
candidato per la costa orientale (Chennai, Tuticorin ed altri),
si ritiene unanimemente che il JNP costituisca la migliore prospettiva
per la costa occidentale. Naturalmente, il JNP ha promosso la
propria candidatura al riguardo e si ritiene che tra poco tempo
vi possa essere un annuncio favorevole in tal senso da parte del
governo recentemente formato.
Dal momento che viene data come sicura una ulteriore espansione
in ambito portuale, è stato commissionato uno studio congiuntamente
alla Organizzazione Ricerca Commissione di Controllo Acque ed
Energia. Il fine è quello di mettere assieme un piano di
fattibilità per i prossimi 20 anni, con l'individuazione
dei terreni necessari all'espansione, basato sulle proiezioni
di traffico del JNP. Si ritiene che tra 25 anni a partire da oggi,
il porto avrà bisogno di 32 ormeggi, oltre a quelli già
esistenti, per movimentare gli aumenti attesi di volumi (7 volte
gli attuali); per il 2021, il tonnellaggio atteso è infatti
pari alla notevole cifra di 56 milioni di tonnellate.
TABELLA 1 |
RISULTATI DEI PORTI INDIANI 1996-98 (IN TEU)
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1996 |
1997 |
1998
(stime)
| incremento risultati 1998 rispetto al 1996
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Calcutta 1 | 103042 | 95937
| 118055 | 14,6% |
Chennai | 227488 | 256485
| 274950 | 20,9% |
JNP | 339136 | 423148
| 525000 | 54,8% |
Kandla | n.d. | n.d.
| n.d. | n.d. |
Kochi | 96044 | n.d.
| n.d. | n.d. |
Mumbai | 517533 | 583415
| 600000 | 15,9% |
Tuticorin | 68619 | 88769
| 90000 | 31,2% |
Visakhapatnam | 8446 | 13117
| 15850 | 87,7% |
Note: i dati si riferiscono all'anno fiscale chiuso al 31 marzo; 1 = i dati di Calcutta comprendono anche quelli dello Haldia Container Terminal.
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Fonti: dati di Containerisation International Yearbook e del JNPT
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Il porto è alla ricerca di ulteriori investimenti da parte
del settore privato al fine di contribuire a finanziare questi
ambiziosi programmi inerenti i capitali.
In origine, il JNP era stato sviluppato principalmente per la
movimentazione di contenitori, ma, in linea con la domanda dei
clienti, esso sta ora indirizzandosi anche verso altri settori
merceologici.
Attualmente in fase di sviluppo è un terminal a cinque
ormeggi destinato alla movimentazione di prodotti chimici che
ha richiesto un investimento di 500 milioni di dollari USA; questo
progetto è in attesa di approvazione governativa. Nel corso
del 1998 dovrebbe altresì vedere la luce un progetto basato
sul trasferimento costruzione-operatività con la Indian
Oil Company e la BPCL per la realizzazione di un ormeggio dedicato
alla movimentazione di rinfuse liquide. Si ritiene che prodotti
come il petrolio grezzo verranno movimentati su entrambi i lati
di un pontile da 300 metri. La produttività minima attesa
presso l'infrastruttura dovrebbe aggirarsi sui 5 milioni/anno.
Quali potrebbero essere, quindi, i commenti al riguardo da parte
degli utenti del porto? In realtà, essi sono stati assai
favorevoli.
Anthony Lobo, direttore generale trasporto marittimo delle agenzie
indiane della CMB Transport, ha dichiarato: "Il porto sta
facendo molto bene e la sua dirigenza guarda avanti. Mensilmente,
vengono organizzate riunioni consultive alle quali sono invitati
gli utenti portuali, e ciò comporta un buon dialogo reciproco.
Il JNP è localizzato molto bene per diventare un porto-nodo
e potrebbe fare molto bene. E sta facendo bene a causa della propria
autonomia".
Il capitano K. Agarwal, direttore generale della Società
Marittima dell'India, è d'accordo sul fatto che il porto
in questione sia efficiente, ben localizzato e idoneo a divenire
un nodo. Nel contempo, Gert Andersen, direttore generale della
Maersk India, è d'accordo sui primi
punti, ma non sull'ultimo. Ha infatti commentato: "Il JNP
è un buon porto. Gli altri porti indiani non lo sono altrettanto.
Tuttavia, non riesco a concepire l'utilità di un nodo situato
nel sub-continente indiano".
Nell'anno finanziario 1996/97, il JNP ha realizzato un residuo
attivo di 36 milioni di dollari USA. Le sue spese previste nei
prossimi cinque anni per sviluppi interni (infrastrutture, equipaggiamenti,
ecc.) sono pari a 159 milioni di dollari USA. E' chiaro che il
porto prende molto sul serio la propria attività, dal momento
che investirà in futuro tanto quanto investe attualmente.
(da: Containerisation International, maggio 1998)
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