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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVII - Numero 2/99 - FEBBRAIO 1999 |
Trasporto marittimo
L'espansione dei traffici nella regione del Baltico
Nel 1997, mediamente 73 navi al giorno operavano nel Mar Baltico
(in traffici relativi a merci generali, rinfuse e contenitori),
trasportando più di 80 tonnellate - circa il 7% dei traffici
globali di origine marittima - di cui approssimativamente un quarto
era costituito da carichi containerizzati. Il Mar Baltico ed i
Paesi che lo circondano rappresentano un'area di imponente crescita
per i traffici containerizzati nel prossimo millennio, consentendo
l'apertura di nuovi traffici da e per il Nord Europa. La rivista
International Container Review ha esplorato questo potenziale,
soffermandosi anche sulla crisi economica russa e sul suo impatto
sui traffici del Baltico.
Nel contesto dell'espansione dei mercati dei traffici negli Stati
baltici, vi è una crescente tendenza verso la containerizzazione
e verso l'abbandono del trasporto tradizionale camionistico basato
su rimorchi/ro-ro. Le linee di navigazione, gli operatori dei
porti ed i fornitori intermodali stanno rispondendo a questo cambiamento,
mirando a rafforzare i traffici nell'ambito del Baltico, ma anche
ad assicurare servizi alternativi competitivi alla volta dei mercati
dell'Europa centro-orientale.
Di conseguenza, Stati come la Lettonia hanno fatto registrare
un generale incremento dei traffici (containerizzati o meno),
tanto che ci si aspetta che i volumi raggiungano i 50 milioni
di tonnellate in Lettonia, malgrado la crisi russa. Un certo numero
di porti, tra cui Ventspils (il maggior porto lettone) sta adesso
lavorando in prossimità della capacità massima e
gli investimenti in potenziale presso gli altri porti promettono
un brillante futuro per il trasporto marittimo di containers nella
regione, relativamente alle condizioni di traffico.
Iniziative regionali
Un certo numero di organismi e di iniziative regionali stanno
contribuendo a proteggere e ad espandere i traffici nel Baltico.
I programmi regionali supportano gli investimenti effettuati dalle
singole imprese, incrementando la concorrenza ed assicurando una
transizione liscia dalle operazioni di trasporto statali a quelle
privatizzate. Di seguito vengono elencate solo alcune delle iniziative
in atto nel Baltico.
Il CBSS e la Baltic 21
Il CBSS (Consiglio degli Stati del Mar Baltico) è stato
istituito a marzo del 1992 su iniziativa tedesco-danese. Ne fanno
parte Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Islanda, Lettonia,
Lituania, Norvegia, Polonia, Russia, Svezia e la Commissione Europea.
L'idea era quella di costituire una forum per la cooperazione
dei soggetti impegnati nei traffici emergenti intorno al Mar Baltico.
Il suo scopo è quello di realizzare uno sviluppo veramente
democratico nella regione ed una maggiore unità tra i Paesi
membri, nonché quello di assicurare uno sviluppo economico
vantaggioso. Sebbene in origine non fosse un organismo internazionale,
il Consiglio successivamente è divenuto una piattaforma
internazionale per i ministri degli esteri dei Paesi membri e
per la Commissione Europea. Nel 1998 il CBSS ha costituito una
segreteria permanente a Stoccolma, con il compito di incoraggiare
ulteriormente la cooperazione.
Inoltre, i ministri hanno adottato a giugno la Baltic 21 - per
esteso Agenda 21 per la Regione del Mar Baltico - vale a dire
un programma di iniziative completo per lo sviluppo sostenibile
nella regione, inerente alla maggior parte dei settori imprenditoriali,
tra cui i trasporti.
Dar voce alle problematiche regionali
La BCCA (Associazione Camere di Commercio del Mar Baltico) funge
da complemento al ruolo maggiormente orientato al settore marittimo
del CBSS. Anch'essa istituita nel 1992, la BCCA riunisce 52 Camere
di Commercio situate in Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania,
Lettonia, Lituania, Norvegia, Polonia, Russia e Svezia. Costituita
al fine di dare alla comunità imprenditoriale baltica una
voce comune in ordine ai problemi condivisi, la BCCA ora rappresenta
più di 400.000 imprese in tutta l'Europa settentrionale
e nord-orientale.
La Libera Comunicazione Portuale del Baltico
Il progetto BOPCom (Libera Comunicazione Portuale Baltica di
Base) rappresenta uno dei maggiori progetti - quanto a dimensioni
- relativi ai trasporti marittimi nel contesto del 4° Programma
Strutturale per la Ricerca e lo Sviluppo Tecnologico della Commissione
Europea. La piattaforma per le comunicazioni accrescerà
le opzioni pratiche per tutti coloro che sono impegnati nel settore
marittimo del Baltico di pervenire ad una maggiore cooperazione,
supportando le piattaforme organizzative della BCCA e del CBSS.
L'obiettivo primario del BOPCom è quello di incrementare
l'efficienza del trasporto marittimo in Europa. A questo scopo,
il BOPCom, che coinvolge 30 partecipanti appartenenti a 10 Paesi,
sta sviluppando alcune applicazioni portuali inerenti a registrazione,
movimentazione delle merci pericolose, movimentazione navi, gestione
degli ormeggi, collegamenti con l'hinterland e trasbordo. Il programma
utilizzerà un interfaccia comune unitamente ad un'innovativa
architettura telematica aperta al fine di mettere in grado i sistemi
applicativi portuali (sia esistenti che nuovi) di scambiarsi le
informazioni in modo più efficace.
I soci di primaria importanza TZL (Technikzentrum di Lubecca)
ed ISL (Istituto di Economia e Logistica Marittima) stanno implementando
una piattaforma aperta, al fine di pervenire alla massima flessibilità.
Nell'ambito del BOPCom un nuovo strumento denominato "Gestione
Interconnessione" è in grado di collegare le attuali
applicazioni senza necessità di modificare le applicazioni
medesime (BOPCom Direct). Ciò sarà particolarmente
utile per i porti di piccole e medie dimensioni e le imprese non
dotate di sistemi applicativi appropriati che desiderano collegarsi
servendosi della tecnologia Internet (BOPCom Online).
Tra gli utenti si possono annoverare caricatori, vettori di merci,
operatori portuali, autorità portuali, armatori e spedizionieri.
Sebbene il Baltico costituisca il centro focale di tale iniziativa,
in questo programma pan-europeo sono impegnati anche soggetti
dell'Europa meridionale e del Mediterraneo.
L'impatto della crisi russa
Gli anni '90 hanno dato luogo ad una serie di iniziative regionali.
Tuttavia, le relazioni della Russia con gli Stati baltici e gli
effetti della svalutazione del rublo non dovrebbero essere trascurati.
Pekka Sutela, Capo della Banca dell'Istituto Finlandese delle
Economie di Transizione, ha fornito un'analisi dell'economia e
della politica russa in occasione del Bulkforum a settembre. Sutela
ha indicato che il debito accumulato a causa del deficit fiscale
annuo del PIL pari al 5-8% dal 1993 ad oggi non è più
sostenibile. Tuttavia, le implicazioni per il trasporto marittimo
ed i traffici con i vicini baltici della Russia non sono tutte
sfavorevoli. In primo luogo, Sutela ha sottolineato che non vi
saranno fondi a disposizione dei progetti logistici miranti a
bypassare il Baltico. Di modo che, malgrado la crisi, la Russia
manterrà un elevato livello di traffici con l'estero, per
i quali si servirà delle ferrovie, delle strade e degli
scali baltici.
Le cattive notizie sono rappresentate dal fatto che il livello
delle esportazioni baltiche alla volta della Russia è calato
e continuerà a farlo, a causa del rublo debole. La Russia
rappresenta un importante partner commerciale della regione, di
modo che la sua crisi economica avrà inevitabilmente effetto,
in un certo qual modo, sui Paesi vicini.
L'impatto negativo della Russia sui suoi vicini baltici, tuttavia,
sarà limitato al breve termine. Questo enorme Paese, dotato
di scarso accesso ai mercati dei mari liberi dai ghiacci, assicura
un ruolo vitale al trasporto marittimo nella regione baltica.
Questa nicchia, consolidata da investimenti nella regione, sia
nazionali che esteri, finirà per tracciare nuove rotte
concorrenziali alla volta dei Paesi dell'Europa orientale e centrale.
Traffici in equilibrio
Gli squilibri commerciali, naturalmente, hanno conseguenze sui
prezzi del trasporto marittimo di contenitori. Come descritto
da Jorma Taina, professore presso il dipartimento di marketing
della Scuola di Economia di Turku, nel corso del Bulkforum a settembre,
i traffici di origine marittima in uscita dal Baltico consistono
per lo più di spedizioni di rinfuse attraverso la Russia
ovvero i porti statali baltici. Tuttavia, il traffico di merci
generali attraverso il Baltico in gran parte consiste di merci
importate, molte delle quali attraverso i porti finlandesi. Questo
modello di traffico rende difficile combinare le spedizioni in
importazione ed esportazione sulla stessa nave. Volendo spingersi
oltre le argomentazioni di Taina, lo stesso può dirsi per
le linee di navigazione containerizzate che devono assorbire il
costo del trasporto dei containers vuoti, il quale viene aggravato
dallo squilibrio delle importazioni/esportazioni risultanti dalla
crisi russa.
Sviluppi portuali
Noncuranti delle sfide economiche a breve termine, le autorità
portuali hanno adottato un punto di vista più a lungo termine,
allo scopo di raccogliere i benefici del potenziale marittimo
non ancora sfruttato della regione. I dati citati da Rikumatti
Levomäki del Centro Formazione Marittima dell'Università
di Turku si riferiscono complessivamente a 14 iniziative portuali
nella regione baltica, tra cui sette in Russia e due in Finlandia.
Tra di loro vi sono progetti inerenti all'accrescimento della
capacità portuale a S.Pietroburgo, a Kaliningrad, a Muga
(in Estonia), a Riga ed a Ventspils (in Lettonia) ed infine a
Klaipeda (in Lituania). Nel contempo, le autorità portuali
hanno in programma la costruzione di un nuovo porto containerizzato
a Kotka/Hamina, in grado di movimentare ogni anno 350.000 TEU.
Questi sviluppi sono stati descritti nel contesto della presentazione
di Jorma Taina su "Trasporto marittimo, logistica e sviluppo
portuale" in occasione del Bulkforum.
Prospettive a lungo termine
Sembrerebbe che la crisi russa sia superabile; certamente, non
ha smorzato gli entusiasmi relativi ad ulteriori sviluppi del
trasporto marittimo containerizzato nella regione, data la persistente
conversione alla containerizzazione in linea con il resto d'Europa.
Le iniziative regionali governative ed i programmi privati d'investimento
hanno dominato gli anni '90, tanto è vero che i costi del
trasporto sono divenuti un'importante problematica nelle economie
decentralizzate dell'Est europeo. Ulteriormente rafforzata dagli
investitori stranieri, intenzionata ad ampliare le proprie reti
continentali, la regione marittima del Baltico continuerà
a diventare sempre più forte.
(da: International Container Review, autunno/inverno 1998)
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