
|
CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVII - Numero 4/99 - APRILE 1999 |
Progresso e tecnologia
L'evoluzione tecnica della flotta portacontainers
L'edizione 1999 del Containerisation International Yearbook rivela
come la flotta totale delle navi portacontainers ammonti a 6.823
navi (per complessivi 5.878.214 TEU), 2.726 delle quali (pari
al 40%) sono costituite da tonnellaggio cellulare (completamente
cellulare, convertito a cellulare e ro-ro/container).
Combinati, questi tre tipi di nave hanno totalizzato 4,3 milioni
di TEU, che rappresentano approssimativamente il 73% della capacità
mondiale complessiva di trasporto contenitori. Ciò ha costituito
un significativo incremento rispetto ai risultati del settore
relativi al 1997, quando le navi cellulari rappresentavano il
70,2% degli spazi-containers in servizio.
Al contrario, le navi rinfusiere/semi-container, quelle ro-ro
pure e rinfusiere/containers hanno assistito ad un calo della
propria quota complessiva nella flotta mondiale sino al 27%. Questo
tonnellaggio viene sempre più confinato in traffici marginali
e/o di nicchia al di fuori dell'attività di linea primaria.
Rispetto al registro ordinazioni di nuove costruzioni, questi
tipi di nave rappresentano meno del 14% di tutti gli spazi-containers
negoziati. Di conseguenza, la loro quota della flotta mondiale
finirà per scivolare ancora più in basso. Per questo
motivo, essi non stati presi in considerazione nella suddetta
analisi.
Nel 1998, la componente cellulare della flotta è cresciuta
di più del 15%; la crescita più grossa in questo
caso è stata registrata nelle categorie relative alle dimensioni
maggiori. Nella fascia dimensionale dei 4.500 TEU ed oltre, il
tasso di crescita è stato pari ad un fenomenale 52,5%.
Questo settore ora assomma più di 450.000 TEU, pari a circa
il 10% di tutti gli spazi-containers cellulari in servizio. Si
tratta di un notevole aumento rispetto al 5% del 1995.
La maggior parte delle navi della categoria dimensionale più
grande sono di progettazione post-Panamax (baglio più ampio
di 32,32 metri), nel cui ambito le unità più grandi
sono impiegate dalla P&ON (P&O Nedlloyd), dalla Maersk
Line e dalla NYK Line. Esse sono anche tra le portacontainers
più veloci, con velocità di servizio fino a 27 nodi.
Tuttavia, la maggior parte delle navi viene fatta navigare di
giorno in giorno tra i 24 ed i 25 nodi, dato che i vettori preferiscono
riservare la potenza massima al recupero del ritardo rispetto
all'orario, mantenendo in tal modo la perfezione del servizio.
D'altro canto, la tendenza verso l'impiego di navi più
grandi e più veloci sui principali traffici est/ovest è
in aumento. La Tabella 1 mostra i cambiamenti nella velocità
media di una selezione di navi costruite a partire dal 1970. Ciò
rivela chiaramente le relativamente alte velocità medie
progettuali della prima generazione di navi utilizzate nei traffici
transatlantici, Europa/Australasia ed Europa/Asia ed il conseguente
rallentamento successivamente alle crisi petrolifere degli anni
'70.
Dato il persistere dei prezzi alti in relazione al bunkeraggio
negli anni '80, la propulsione diesel a bassa velocità
è divenuta la norma. Di conseguenza, le navi costruite
nelle fasce dimensionali 750/1.000 TEU e 1.200/1.600 TEU hanno
potuto disporre di velocità operative notevolmente più
basse.
Dal 1990 vi è stata un'inversione della tendenza e si
è verificata una corsa all'impiego di tonnellaggio più
veloce. Le nuove costruzioni i cui contratti prevedono la consegna
nei prossimi due anni evidenziano ancor di più tale indirizzo,
dato che le 8 navi da 5.364 TEU sono state progettate per una
velocità di 25 nodi, mentre le 5 unità da 6.200
TEU della Costamare Shipping del Pireo, che sono state noleggiate
a lungo termine alla Sea-Land, dispongono di una velocità
di 25,8 nodi. Nel contempo, le 5 navi da 5.608 TEU in costruzione
presso la Conti Reederei con sede a Monaco per conto della sud-coreana
Hanjin Shipping Co hanno una velocità di servizio potenziale
di 26,3 nodi.
TABELLA 1 |
VELOCITA' MEDIA (IN NODI) IN RELAZIONE AD ALCUNE DIMENSIONI DI NAVI (IN TEU) ED ALL'ANNO DI COSTRUZIONE |
Anno | Dimensioni delle navi |
| 750/1.000 | 1.200/1.600 | 2.500/2.800 | 3.000/3.400 | 4.500 ed oltre |
1970 | 19,0 | 22,0 | n.d. | n.d. | n.d. |
1980 | 16,4 | 19,2 | 20,8 | n.d. | n.d. |
1990 | 18,0 | 17,8 | 20,9 | 23,2 | n.d. |
1998 | 18,1 | 19,5 | 21,3 | 22,7 | 24,3 |
Note: Dove possibile, viene indicata la velocità di servizio
|
Fonte: dati di Containerisation International Yearbook
|
Navi con capacità di carico tra gli 8.000 ed i 12.000
TEU con velocità sino a 30 nodi sono già sui registri
di ordinazione di molti cantieri navali e di pianificazione delle
flotte di molti operatori di linea. Diversi vettori hanno espresso
un profondo interesse nei confronti di tale tonnellaggio dal momento
che essi stanno prendendo in considerazione i programmi di rinnovo
della propria flotta per il nuovo millennio. E non vi sono difficoltà
tecniche nel costruire navi più grandi, dato che i più
moderni motori della Sulzer and MAN B&W sono in grado di fornire
spinta sufficiente ad una nave configurata su di un'elica singola
per almeno 8.000 TEU (100.000 tonnellate di stazza lorda ed oltre).
Secondo recenti ricerche condotte dalla tedesca HDW (Howaldtswerke
Deutsche Werft), il progetto più razionale dal punto di
vista dei costi in relazione ad una grossa portacontenitori è
quello inerente ad 8.000 TEU ed alla velocità di 22 nodi.
Tuttavia, il suo progetto in ordine ad una nave di 8.000 TEU è
leggermente diverso, poiché l'unità disporrebbe
di una velocità di servizio pari a 25,3 nodi. Essa sarebbe
lunga (fuori tutto) 338 metri, larga 46 metri, avrebbe un pescaggio
di 13 metri ed una stazza lorda massima di 101.600 tonnellate.
Questo progetto consentirebbe il carico di 4.492 TEU sotto coperta
e di 3.268 TEU sul ponte.
La ricerca della HDW dubita che la velocità possa oltrepassare
i 26 nodi a causa degli elevati costi operativi (carburante) e
di capitale.
Il mercato delle nuove costruzioni è percorso in larga
parte da continue dichiarazioni circa la crescita mondiale dei
traffici e le potenti economie di scala associate all'operatività
delle grandi navi. Sebbene ci si aspetti che i traffici globali
rallentino nel 1999 e nel 2000 tra il 2% ed il 3% all'anno, rispetto
ai tassi annui del 6-8% del decennio precedente, ciò rappresenta
ancora notevoli ulteriori volumi di traffico per circa 2 milioni
di TEU. Le navi vengono costruite per poter durare dai 20 ai 25
anni.
Inoltre, vi è un generale consenso circa il fatto che
le navi più vecchie e più lente finiranno per essere
dismesse. Il 12,3% (pari a 526.113 TEU) della flotta cellulare
complessiva ha più di 20 anni di età e potrebbe
essere ritirata dal servizio entro i primi tre anni del prossimo
millennio. Nel corso del 1998, diverse navi della prima generazione
sono state vendute a cantieri di demolizione, tra cui alcune navi
della classe Encounter Bay della P%ON che erano state impiegate
nei traffici Mediterraneo/Australasia. Queste ultime sono state
rimpiazzate da nuovo tonnellaggio in grado di caricare 2.900 TEU.
Fino a 100.000 TEU di capacità potrebbe essere dismesso
nel corso del 1999 e la Evergreen ha accennato alla vendita di
alcune delle proprie navi più vecchie delle classi G (da
2.728 TEU) e GX (da 3.428 TEU) per gli stessi fini allorquando
sarà disponibile altro tonnellaggio post-Panamax più
veloce.
Vi è anche un notevole quantitativo di tonnellaggio della
metà degli anni '70 in servizio che è caratterizzato
da un minore impiego di acciaio e da unità propulsive diesel
a bassa velocità. Questo tonnellaggio potrebbe presto divenire
poco economico e potrebbe portare a livelli di dismissione relativamente
più alti nel corso dei prossimi anni.
Tuttavia, rispetto a molti altri tipi di nave, la flotta delle
portacontenitori è giovane e lo diventa sempre di più.
Più del 40% di tutta la capacità di spazi-containers
è al di sotto dei cinque anni di età, e più
del 10% è stata costruita nel 1998. Inoltre, più
di 700.000 TEU di nuovi spazi-containers verranno consegnati entro
i prossimi due anni e mezzo.
Dal lato delle dimensioni, ricerche effettuate dalla ditta londinese
Drewry Shipping Consultants hanno rivelato che i vettori che impiegano
tonnellaggio post-Panamax di 6.000 TEU potrebbero conseguire un
risparmio potenziale sui costi per spazio-container dell'ordine
del 20% rispetto alle navi Panamax in grado di caricare 4.000
TEU.
La domanda dei clienti sta influenzando anche la progettazione
delle navi. Se si chiede ad un caricatore/consegnatario che cosa
desidera che i loro venditori di trasporto marittimo gli assicurino,
invariabilmente - nella lista delle prime cinque priorità
- compariranno "prestazioni in tempo" e "tempi
di viaggio più rapidi". Questo in particolare è
il caso di questi produttori che hanno ridotto le proprie scorte
di magazzino e sono passati a processi produttivi just-in-time.
Per i dettaglianti è lo stesso. Sempre di più,
essi vogliono che le merci arrivino presso i luoghi di scarico
il più possibile in prossimità del periodo di punta
delle vendite (fine settimana e giorni di festa), ma senza che
ciò comporti la giacenza di grossi quantitativi di scorte.
Inoltre, i gusti degli anni '90, improntati all'attenzione alla
moda, cambiano più frequentemente ed i prodotti vengono
movimentati in lotti più piccoli e su basi maggiormente
regolari. Tutto ciò richiede che i vettori marittimi assicurino
un maggior numero di servizi multipli settimanali mediante l'utilizzazione
di navi più veloci. Per le navi da 3.500 TEU ed oltre,
una velocità di servizio di 23/25 nodi sta rapidamente
diventando la norma. Attualmente, vi sono in servizio 207 navi
per un totale di circa 875.000 TEU con velocità di 24 nodi
ed oltre. Tutte le flotte dei principali vettori sono rappresentate
in questo settore; alcune delle navi più veloci sono adoperate
dalla Maersk, dalla Hyundai Merchant Marine, dalla OOCL e dalla
P&ON.
Tuttavia, non sono stati soltanto i pesi massimi globali a puntare
tutto sulla velocità negli ultimi anni. Dato che così
tanti carichi vengono raccordati da e per i porti secondari e
regionali con le porte d'accesso alle linee di navigazione primarie,
specialmente in Asia, le compagnie di navigazione di raccordo
sono state costrette a sviluppare in tal senso le proprie navi.
Oggi, è di vitale importanza per le navi tra i 1.500 ed
i 2.000 TEU poter disporre di una velocità di servizio
minima di 19 nodi. Ciò rispetto ai 17 nodi di appena un
paio d'anni fa. Le recenti consegne, e quelle sotto ordinazione,
sono spesso dell'ordine dei 21 nodi.
Nella categoria dei 1.000/1.400 TEU, i 17 nodi sono la norma
ma sempre di più gli armatori e gli operatori preferiscono
i 18/19 nodi.
Le nuove serie delle navi feeder ed interregionali (da 1.092
TEU) della Maersk sotto ordinazione preso la China Shipbuilding
Corp di Taiwan, ad esempio, sono progettate per velocità
di servizio pari a 18 nodi.
Questa tendenza sta comportando serie implicazioni per molti
armatori impegnati nel mercato delle portacontainers di seconda
scelta, dal momento che molte navi più lente di progettazione
risalente agli anni '80 - le BV 1600, BV 1800 e HDV - sono divenute
meno commerciabili. Il loro futuro resta incerto e le tariffe
di noleggio medie relative a questo tonnellaggio sono diminuite
di più del 50% rispetto all'apice di tre anni fa.
In Giappone ed in Australia, ad esempio, i cantieri navali ed
i consulenti di tecnologia marittima hanno effettuato lavori sperimentali
finalizzati allo sviluppo di traghetti e catamarani superveloci
adibiti al trasporto merci per i traffici costieri ed interregionali
nell'ambito del bacino del Pacifico.
Nel contempo, la FastShip con sede a Filadelfia continua a far
progredire i propri piani finalizzati all'impiego di navi da 38
nodi ed oltre sul Nord Atlantico. Il servizio dovrebbe cominciare
all'inizio del 2002. All'operazione così programmata è
stato recentemente dato un impulso di benvenuto allorquando la
AEI, ditta internazionale specializzata nel consolidamento di
merci, ha stipulato un accordo per trasportare mediante questo
vettore 15.000 TEU di carichi all'anno.
La FastShip ritiene che i propri rapidi tempi di viaggio tra
l'ultimo porto di scalo in Europa ed il primo di scarico negli
Stati Uniti saranno concorrenziali con quelli delle linee aeree,
ma a costi molto minori. La Volvo, la Eastman Kodak e la SmithKline
Beecham sono solo alcuni dei caricatori che hanno dichiarato il
proprio interesse all'utilizzazione del servizio una volta che
esso sarà operativo.
Il nuovo servizio Europa/Canada della Norasia, sebbene non utilizzi
navi di tecnologia simile a quella programmata dalla FastShip,
ciononostante è veloce dal momento che si serve di navi
da 25 nodi. Con tempi di viaggio da Rotterdam a Montreal di appena
sei giorni, le navi ad alta tecnologia da 1.388 TEU della Norasia,
che sono progettate per una lunghezza di 216 metri ed una larghezza
del ponte superiore di 26,7 metri, hanno introdotto una nuova
dimensione ai traffici transatlantici. Da quando la Sea-Land ha
immesso in servizio nel 1973 la propria pregiata unità
da 33 nodi spinta da turbine SL7, i traffici transatlantici non
erano mai più stati così votati alla velocità.
La Norasia ha in programma la consegna nel 2000 di altre cinque
di queste cosiddette fregate portacontainers. Sebbene il vettore
non abbia reso noto dove le nuove navi saranno impiegate, si dice
che debba trattarsi del traffico Asia sud-orientale/Australasia.
Il prezzo del petrolio rappresenta un altro fattore che sta dietro
al generale incremento della velocità. I prezzi del bunkeraggio
sono molto bassi ed il costo per gli operatori quando si tratta
di aumentare la velocità di servizio di un altro nodo è
- relativamente parlando - assai esiguo, in particolar modo se
i tempi di viaggio più rapidi attirano carichi che pagano
di più.
Ad ogni modo, quanto saranno grandi e quanto diventeranno veloci
le portacontenitori del nuovo millennio? Dato che le dimensioni
sono raddoppiate negli ultimi 25 anni, è verosimile che
si verifichi un nuovo raddoppio nel primo decennio del nuovo millennio?
La risposta a quest'ultima domanda è probabilmente no,
dal momento che il pescaggio sta diventando un problema sempre
più grosso in molti porti. Inoltre, sarà difficile
assistere ad un'avanzata delle tecnologie motoristiche e della
movimentazione dei carichi sufficiente a far fronte a tali navi.
Tuttavia, è verosimile che vi sia molto più spazio
per operazioni condotte da navi più piccole e più
veloci, come già accade per i servizi effettuati dalla
Norasia e programmati dalla FastShip. Si potrebbero ipotizzare
navette tra un ristretta cerchia di porti di scalo, dove le navi
trasportano carichi - forse CKD - per conto di solo uno o due
caricatori. In questo modo il collegamento marittimo diviene parte
del processo produttivo, in cui le partenze sono del tutto coordinate
con la linea di assemblaggio just-in-time.
(da: Containerisation International, marzo 1999)
|