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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVII - Numero 6/99 - GIUGNO 1999 |
Progresso e tecnologia
Quali limiti per le portacontainers?
Le navi portacontainers postPanamax sono state sviluppate alla
metà degli anni 80; i cantieri navali tedeschi HDW erano
stati i pionieri della costruzione di queste navi unitamente alla
APL. Nel corso della fase progettuale, la GL (Germanischer Lloyd)
aveva supportato i suddetti cantieri realizzando una particolareggiata
indagine sulle forze e sulle resistenze allo sforzo.
Nel frattempo, sono stati compiuti ulteriori progressi per mezzo
dell'aggiunta di altre due sezioni da 40 piedi. La Maersk ha modificato
le proprie navi più recenti della classe K, progettate
per 6.000 TEU, in navi della classe S in grado di trasportare
più di 7.000 TEU. Gli esperti del ramo le ritengono le
prime navi prossime alla soglia degli 8.000 TEU. Comunque sia,
oggi sono operative o sotto ordinazione a livello mondiale più
di 130 navi portacontainers postPanamax.
Lo sviluppo di una portacontainer da 8.000 TEU da parte di un
consorzio tedesco guidato dalla HDW è stato portato a termine
alla fine del 1997; in ordine a tale sviluppo la GL ha effettuato
approfonditi calcoli relativi alla progettazione ed alle dimensioni
delle strutture. I risultati hanno mostrato che è infatti
possibile far fronte ai problemi strutturali di una nave di quelle
dimensioni e persino oltre.
I limiti allo sviluppo di queste "mega-portacontainers"
sono triplici.
In primo luogo, quando devono ampliare le proprie infrastrutture
di carico e scarico, i principali porti di trasbordo attualmente
si attrezzano già per navi di baglio fino a 50 metri e
con pescaggi sino a 14,5 metri, il che consentirà loro
di movimentare navi da 8.000 TEU.
In alcuni casi, tuttavia, l'inadeguatezza della profondità
delle acque costituisce un problema. Anche la velocità
rappresenta un importante fattore da valutare. I più grandi
motori diesel a bassa velocità attualmente disponibili
hanno un rendimento massimo di circa 68.000 kW (ovvero una potenza
al freno pari a 95.000). Ciò assicura un'adeguata potenza
propulsiva ad una nave postPanamax da 8.000 TEU circa ad una velocità
di 25 nodi.
Per le navi di dimensioni ancora più grandi, dovrebbero
essere installati due impianti-motore. Tuttavia, una volta decisa
una progettazione a propulsione doppia, si potrebbe ancora conseguire
l'efficienza massima con due dei motori disponibili. Relativamente
ad una velocità progettuale di 25 nodi, come ipotizzato
prima, ciò comporta navi da 15.000 TEU circa per una potenza
al freno complessivamente pari a 190.000.
Per i motori più grandi, comunque, esistono limiti pratici.
La lunghezza totale del più grande motore a 12 cilindri,
ad esempio, può comportare problemi dovuti alla rigidità
del motore ed alle possibili interazioni con lo scafo. Inoltre,
altri problemi possono derivare dalla gamma delle potenze disponibili
con questi grossi motori: la velocità in alcuni casi non
può essere ridotta al punto di riuscire ad osservare le
velocità ammesse nelle acque di pilotaggio. Possono poi
verificarsi problemi di fuliggine nei cilindri e nei sistemi esausti
nel caso di lunghi periodi di operazioni a carico incompleto.
La velocità che generalmente ci si aspetta oggi dalle
grandi portacontainers è di circa 25 nodi. Ci sono stati
momenti in cui la velocità progettuale delle grandi portacontainers
è stata più alta ed altri momenti in cui essa è
stata significativamente più bassa. Le navi della terza
generazione avevano una velocità che giungeva sino ai 36
nodi. Quando alla fine degli anni '70, in occasione della crisi
petrolifera, le tariffe di bunkeraggio andarono alle stelle, erano
state costruite le EcoLiners della US-Lines, con velocità
di servizio di 16 nodi. Sfortunatamente per le US-Lines, le tariffe
di bunkeraggio subito dopo calarono nuovamente e le navi, destinate
a rappresentare un vantaggio economico sui propri concorrenti,
divennero subito obsolete. Ciò rappresentò la fine
della US-Lines.
Oggi, tutte le previsioni parlano di bassi prezzi del petrolio
ancora per qualche tempo. Di conseguenza, potremmo aspettarci
di continuare a vedere in giro velocità di circa 25 nodi
per le navi più grandi, forse con punte sino a 28 nodi.
Il consumo di carburante, tuttavia, aumenta esponenzialmente con
l'aumento della velocità. Un incremento del 10% della velocità
comporta un aumento del 30% circa del consumo di carburante. La
questione è se il mercato è pronto a pagare un premio
sufficientemente alto a giustificare spedizioni transoceaniche
più veloci nonché i correlati maggiori costi del
carburante.
Pertanto, ci possiamo aspettare che le navi più grandi
viaggino a velocità di circa 25 nodi, assumendo che i prezzi
di rifornimento restino simili a quelli odierni.
Navi di raccordo
Il concetto della nave trasporto contenitori feeder ha avuto
successo in molte zone del mondo. In Asia, ad esempio, dove le
infrastrutture interne non sono sviluppate al punto di quelle
europee, la suddivisione dei compiti tra vettori intercontinentali
che scalano pochi porti-nodo ed il traffico di navi locali ha
avuto successo.
Oggi, persino le navi con capacità maggiore di 2.000 TEU
vengono impiegate come navi di raccordo. Un modello interessante
di nave di raccordo veloce è rappresentato dalla serie
di unità da 1.400 TEU sviluppato dalla Norasia unitamente
al progettista britannico Nigel Gee e costruito dalla HDW in Germania
e presso i cantieri navali di Jiangnan a Shanghai. La cosiddetta
FFB (Portacontenitori Veloce Feeder) rappresenta una nuova concezione
per il traffico containerizzato di raccordo: ad una velocità
relativamente alta, il consumo di carburante dovrebbe essere ancora
accettabile. La FFB trasporta 1.400 containers ad una velocità
di circa 25 nodi con requisiti di potenza minimi (meno di 20 MW).
L'ulteriore riduzione dei tempi di sosta in porto si potrebbe
conseguire con il modello scoperto in alto di queste navi. La
prima serie di cinque navi è stata consegnata dalla HDW
nell'estate ed autunno del 1998.
Data la continua containerizzazione dei carichi di tutti i tipi,
vengono costruiti nuovi contenitori speciali e talvolta vengono
sviluppate per il loro trasporto navi specializzate. Introdotto
negli anni '60 per il trasporto di merci quali la birra (che aveva
la tendenza a sparire nel corso del viaggio se trasportata in
pallets aperti), il contenitore ha trovato la propria strada nel
trasporto di prodotti più finiti. Oggi, questa tendenza
continua verso i prodotti semi-finiti, così come verso
i prodotti agricoli ed anche alcune derrate alimentari quali caffè
e tè. Anche i prodotti cartacei ed il legname, come pure
i prodotti chimici, vengono containerizzati. Oggi hanno successo
pure i contenitori aperti in alto per i carichi alla rinfusa quali
gli scarti di metallo ovvero aperti ai lati per i trasporti di
bestiame.
Un interessante esempio di nave specializzata è l'unità
refrigerata completamente containerizzata o, viceversa, la portacontainer
equipaggiata al 100% per il trasporto di contenitori refrigerati.
Una serie di queste navi - le più grandi portacontainers
refrigerate del mondo sino ad oggi - è in costruzione al
momento presso la HDW.
I gatti del trasporto merci
Le navi veloci (più di 30 nodi) stanno ampliando la loro
attuale nicchia di mercato. Nel contesto del servizio feeder containerizzato
così come in quello del trasporto marittimo a corto raggio,
l'interesse per le navi veloci sta crescendo notevolmente. I monoscafi
o i catamarani veloci fino adesso sono stati utilizzati per il
trasporto passeggeri e ro-ro. Oggi è in corso di sviluppo
un certo numero di unità veloci per il trasporto merci.
Ci si aspetta che vengano presto effettuate ordinazioni in ordine
ad alcuni "gatti del trasporto merci". Le navi veloci
dispongono di notevoli vantaggi per le rotte da un lato di trasporto
relativamente a corto raggio e dall'altro per i carichi di alto
valore. Il Mar Baltico viene considerato come un'area ricca di
potenzialità per i "gatti veloci".
La costruzione di navi veloci e leggere costituisce una nuova
sfida da affrontare per i cantieri navali. La completa familiarità
con le tecnologie di movimentazione, formazione ed aggregazione
dei materiali leggeri costituisce un presupposto fondamentale
per il successo della fabbricazione di navi di questo tipo.
Quali sono le aspettative per la costruzione di portacontenitori
in futuro? Si prevede che il trasporto di contenitori possa raddoppiare
ancora una volta nel prossimo decennio da 60 a 120 milioni di
tonnellate lorde entro il 2008. Fino adesso non sono state dismesse
molte navi portacontainers, ma nei prossimi dieci anni ci si aspetta
che vengano ritirate a causa della loro tarda età 450 navi
per nove milioni di tonnellate lorde. Alcune navi potrebbero divenire
obsolete sia per le dimensioni che in termini di economicità
delle operazioni.
Ci si aspetta che sino al 2008 vengano consegnate in totale 2.000
nuove portacontenitori. Ci sarà una tendenza verso nevi
più grandi, in particolar modo nel periodo intorno al passaggio
del secolo. Complessivamente, le previsioni parlano di nuove costruzioni
costituite al 40% da grosse unità (oltre 4.000 TEU), al
40% da unità di medie dimensioni (da 1.000 a 4.000 TEU)
e solamente al 20% da dimensioni sotto i 1.000 TEU. Diverse fonti
prevedono che le mega-portacontainers da 10.000 o persino 15.000
TEU possano diventare una realtà entro il 2010.
Si dovrà tenere conto - al fine di farvi fronte - del forte
incremento atteso dei traffici marittimi, particolarmente nelle
zone maggiormente congestionate. I sistemi di guida e controllo
del traffico svolgeranno un ruolo sempre maggiore nelle zone di
accesso ai fiumi ed alle baie. Si dovrà tenere conto altresì
del crescente numero delle navi veloci. Si possono trarre importanti
lezioni dai sistemi di controllo del traffico aereo. Inoltre,
probabilmente verranno accentuate le specifiche relative alla
manovrabilità delle navi.
Con l'aumento dei traffici, vi sarà una tendenza verso
regole e regolamenti più rigorosi. E' stato - tuttavia
- riconosciuto come essi non siano di per sé sufficienti
a migliorare la sicurezza. Piuttosto, svolge un ruolo importante
la cooperazione di tutte le parti impegnate nei traffici marittimi
e nella sicurezza. Oggi il fattore umano viene preso in considerazione
sempre di più. L'affidabilità e la qualità
della tecnologia così come il pensiero e l'azione umani
rappresentano forse i fattori più importanti nelle iniziative
finalizzate all'ulteriore miglioramento della sicurezza.
Continuerà ad aumentare, inoltre, l'importanza dell'elettronica
di bordo. L'industria continua ad offrire soluzioni sempre migliori.
L'interazione dell'equipaggio con i sistemi di bordo richiederà
ulteriori valutazioni. L'ergonometria probabilmente costituirà
in futuro un importante fattore.
Le preoccupazioni per l'ambiente, infine, stanno a cuore a tutti
noi. Il settore marittimo è spesso considerato come il
sistema di trasporto maggiormente compatibile con l'ambiente.
Tutti coloro che sono coinvolti nel trasporto marittimo, ciononostante,
dovranno darsi da fare per migliorare ulteriormente l'attuale
situazione. La riduzione delle emissioni nocive da parte delle
nevi resterà un argomento-chiave. Tutti quanti vogliono
aria e acque più pulite. La tecnologia può contribuire
in modo significativo alla soluzione dei problemi attuali e futuri.
(da: Container Management, maggio 1999)
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