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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVII - Numero 12/99 - DICEMBRE 1999 |
Logistica
Circle International: la quadratura del cerchio
Quando Dave Beatson assunse il ruolo di presidente e dirigente
capo della società di spedizioni multinazionale Circle
International a luglio del 1998 (divenendone poi col tempo anche
presidente del consiglio di amministrazione), si trattò
di una grossa sorpresa per il settore del trasporto merci.
Beatson per gran parte degli anni '90 è stato così
strettamente identificato con la casa di spedizionieri globale
rivale Emery Worldwide che era diventato difficile pensare all'uno
senza correlarlo all'altra. Egli era arrivato alla Emery nel 1991
come vice presidente delle vendite e del marketing in un periodo
in cui la società perdeva 1 milione di dollari al giorno.
Al momento di lasciare la società, dopo quattro anni trascorsi
come presidente e dirigente capo, la Emery aveva compiuto una
inversione di rotta sensazionale, emergendo quale importante soggetto
globale della logistica internazionale.
Nel suo ufficio di San Francisco, Beatson smentisce subito qualsiasi
illazione finalizzata ad affermare che alla Circle egli stia tentando
di riprodurre il proprio successo della Emery. Tuttavia, non vi
è dubbio che molte delle sue innovazioni di successo presso
la sua vecchia società siano state ripresentate nella nuova.
Sin dall'inizio, egli ha dato una grossa spinta alle vendite,
raddoppiando la forza-vendite statunitense della Circle e creando
una struttura-chiave per la contabilità globale in cui
ciascun membro del consiglio di amministrazione è personalmente
responsabile di cinque importanti clienti globali. Lo stesso Beatson
va regolarmente ad incontrare i clienti, per lo più con
loro grande sorpresa. "Abbiamo un cliente il quale ha detto
che negli anni nessuno della Circle è mai andato a trovarlo,
fatta eccezione per il capo in persona" ha detto un intimidito
dirigente della Circle.
Beatson sta altresì costituendo alla Circle i gruppi specialisti
settoriali che rappresentano uno dei fiori all'occhiello della
Emery. Parimenti, egli ha istituito dei gruppi di lavoro per la
consulenza alla clientela, in cui i dirigenti anziani della Circle
incontrano gruppi di clienti in varie parti del mondo al fine
di ascoltare le loro esigenze. Infine, alla luce di quello che
senz'altro costituisce un tributo personale alla sua esperienza
di leader, un notevole numero di dirigenti di spicco della Emery
è passato alla Circle.
La maggiore sfida che la Circle deve affrontare sotto molti aspetti
è la stessa della Emery. Come gli altri principali spedizionieri
multinazionali - Panalpina, Kühne & Nagel, MSAS - tutte
e due le società si trovano in un momento di transizione
da un ruolo spedizionieristico più tradizionale al ruolo
di gestore logistico complessivo cui aspirano. "Stiamo abbandonando
quella mentalità che si potrebbe descrivere con <tu
ci chiami e noi veniamo a trasportare>" afferma lo stratega-chiave
della Circle, cioè il vice presidente esecutivo Kim Wertheimer.
"Il fattore fondamentale, adesso, è gestire i tempi
del ciclo e ridurre le scorte".
Il problema per la Circle, così come per alcuni dei suoi
rivali, tuttavia, è che per offrire un servizio convincente
essa deve costituire una vera capacità multimodale e -
in questo frangente - un punto debole può essere rappresentato
dal trasporto merci marittimo. Ad esempio, malgrado le radici
della Circle presso il Gruppo Harper nell'area portuale di San
Francisco (dove c'è ancora la sua sede), il trasporto marittimo
nel 1998 ha rappresentato solamente il 15% (cioè 112 milioni
di dollari rispetto al totale di 738 milioni di dollari) dei suoi
ricavi.
Se si guarda ai ricavi netti - vale a dire, i ricavi depurati
dai costi di trasporto, che rappresenta un criterio di misurazione
che la Circle preferisce dal momento che elimina le differenze
tra i costi di trasporto nelle varie modalità - il trasporto
marittimo rappresentava solamente il 13% del totale (40 milioni
di dollari rispetto a 302 milioni di dollari). Né le percentuali
sono cambiate di molto negli ultimi cinque anni. Nel 1994, il
marittimo rappresentava il 16% dei ricavi ed il 15% dei ricavi
netti. Il trasporto aereo, al contrario, nel 1998 rappresentava
il 66% dei ricavi lordi ed il 39% di quelli netti, mentre nel
1994 le rispettive proporzioni erano del 68% e 46%.
Beatson ammette che il marittimo costituisce tuttora una piccola
quota dell'attività complessiva e riconosce che nel 1998
esso in realtà ha perso terreno in termini percentuali
rispetto al trasporto aereo. "Questo, però, è
avvenuto perché il trasporto aereo è cresciuto più
rapidamente e non perché la nostra attività di trasporto
marittimo non si sia ampliata (i ricavi netti marittimi in realtà
sono cresciuti del 7,6% rispetto all'11,3% di quelli dovuti all'attività
aerea).
Egli è irremovibile circa il fatto che anche il trasporto
marittimo sia destinato a crescere rapidamente in futuro. "Esso
si espanderà perché i clienti vogliono fare una
sola sosta" ha detto. "Quasi tutti i nostri clienti
affermano che stanno cercando di affidare all'esterno la propria
logistica. Alcuni hanno fornito una precisa descrizione delle
cose che vogliono affidare a terzi, mentre altri affermano che
al momento non hanno intenzione di affidare nulla all'esterno,
ma che nei prossimi anni finiranno per affidare a terzi tutto
quanto".
"I nostri clienti stanno anche cercando di fare affari con
meno fornitori di trasporto. Alcuni hanno ancora 30-40 partners,
ma quasi tutti quelli con cui ho parlato hanno l'obiettivo di
ridurli a due o tre. Essi cercano gente dotata di muscoli globali;
gente, cioè, che possa agire per loro conto in tutto il
mondo. Il che, finirà per schiacciare i piccoli spedizionieri
locali e creare opportunità per noi".
La logica di tutto questo, per il trasporto merci aereo, comporta
che la Circle debba sviluppare muscoli globali, il che non è
un compito agevole - si potrebbe pensare - in un mondo in cui
molti caricatori da anni dialogano con i vettori marittimi senza
intermediari. Pertanto, la Circle dove vede il proprio ruolo?
Che cosa deve offrire ai caricatori oltre all'esperienza logistica
globale?
Si potrebbe pensare che la risposta possa risiedere nel mercato
LCL; in effetti, peraltro, Beatson ritiene che vi siano grandi
opportunità con le spedizioni FCL, che sorprendentemente
hanno costituito il 90% dei volumi di trasporto merci aereo della
Circle. "Non tutti i clienti dispongono di volumi sufficienti
a metterli in condizione di negoziare le tariffe con i vettori
marittimi" afferma Beatson. "I clienti potrebbero anche
avere grossi volumi in un settore, ma solamente piccoli volumi
in un altro. Noi disponiamo di grossi volumi in tutti i settori,
di modo che possiamo uscircene a contrattare buone tariffe di
bordo. In tal modo, i clienti possono - ad esempio - negoziare
in proprio le tariffe con i vettori alla volta dell'Asia, e servirsi
però delle nostre tariffe alla volta dell'America Latina".
Uno dei principali clienti FCL, rivela Wertheimer, è la
Goodyear. "lavoriamo con loro da 40 anni, ma tre anni fa
siamo andati da loro e gli abbiamo detto: pensiamo di potervi
fornire un servizio più ampio. Adesso, movimentiamo tutto
il loro trasporto merci marittimo con relativi sdoganamenti ed
abbiamo personale specificamente dedicato alla movimentazione
dei loro materiali".
Malgrado ciò, l'effettuazione dell'attività FCL
per conto della clientela a detta di Wertheimer garantisce scarni
profitti agli spedizionieri rispetto a quelli derivanti da altri
tipi di attività (tariffe di commissione dell'1,25% rispetto
al 5% del trasporto aereo). Pertanto - in modo forse non sorprendente
- anche il più recente acquisto della squadra del personale
della Circle addetto al trasporto marittimo, Rosalie Ben-Joseph,
sottolinea le opportunità del traffico LCL. La Ben-Joseph
si è aggregata alla Circle a giugno del 1999 quale vice
presidente dei servizi marittimi dopo una carriera ventennale
nel settore marittimo in cui ha salito tutti i gradini fino a
diventare vice presidente delle vendite regionali centro-occidentali
della ACL Logistics, divisione della American President Lines.
Sebbene sia in primo luogo responsabile delle vendite nordamericane,
la Ben-Joseph ha altresì un ruolo globale nello sviluppo
dei servizi di trasporto marittimo unitamente a Peter Singleton,
presidente e dirigente capo della Circle per l'Europa, l'Africa,
il Medio-Oriente ed il Sub-Continente indiano, che è il
coordinatore della società per il trasporto merci aereo
globale. Tali collegamenti professionali sono un'altra delle innovazioni
di Beatson, allo scopo di saldare insieme più strettamente
le attività delle operazioni americane, europee ed asiatiche
della Circle.
Una delle responsabilità specifiche della Ben-Joseph consiste
nello sviluppo delle attività globali nvocc della Circle.
In ragione della sua precedente attività, essa può
far ricorso alla propria esperienza fatta presso la APL, dove
la responsabilità della nvocc era uno dei suoi molti ruoli.
"La nostra intenzione è quella di fare meno affidamento
sul carico in collaborazione e di basarci in misura maggiore sui
nostri contenitori, realizzando una rete OTI (intermediario di
trasporto marittimo, cioè nvocc) che sarà a disposizione
dei clienti su Internet" dichiara. "L'idea è
quella di procurare a noi stessi un controllo migliore sia sul
trasporto che sui costi". Tale programma ha già comportato
l'aumento di boxes caricati dalla Circle dai 30 del gennaio 1999
ai 131 del giugno 1999. Per distinguere, Wertheimer stima che
dei circa 200.000 TEU movimentati dalla Circle ogni anno, qualcosa
come 10.000 TEU siano attualmente costituiti da attività
nvocc, il che porterebbe lo nvocc ad essere quasi la metà
dell'attività LCL della Circle.
A queste iniziative negli Stati Uniti si sta dando ulteriore
impulso alla luce della deregolamentazione che è entrata
in vigore lo scorso 1° maggio con l'OSRA (Legge del 1998
di riforma del trasporto marittimo). "Anteriormente alla
deregolamentazione, non esistevano accordi segreti sulle tariffe.
Ora i vettori potranno stipulare contratti riservati" spiega
la Ben-Joseph. "Pertanto, i piccoli e medi caricatori non
sanno più se dispongono delle tariffe migliori, tanto che
spesso fanno meglio ad utilizzare i nostri servizi anche se le
tariffe nvocc sono ancora di pubblico dominio".
Tali servizi, naturalmente, non sono allettanti solamente per
i piccoli caricatori. Thomas Donahue III, direttore dei servizi
marittimi di esportazione, cita l'esempio delle spedizioni di
profumi della Proctor and Gamble alla volta delle Filippine. "In
origine, essi usavano consolidare le spedizioni provenienti da
vari venditori attorno alla zona di New York e spedire un container
ogni tre settimane. Ora essi usano il nostro servizio, nel contesto
del quale noi garantiamo che i fusti saranno sotto il nostro controllo
e non saranno forati, di modo che adesso possiamo spedire su base
LCL una volta alla settimana".
Sebbene la Ben-Joseph affermi che ciascuno degli oltre 300 punti
della Circle diffusi in tutto il mondo sia in grado di offrire
l'intera gamma di servizi marittimi, vi è la crescente
tendenza nelle operazioni relative agli Stati Uniti a concentrare
il trasporto merci in sei porte d'accesso principali: New York,
Chicago, Atlanta, Miami, Houston e Los Angeles.
Tutte quante sono state istituite negli ultimi 18 mesi, secondo
la Ben-Joseph, ed insieme ora movimentano qualcosa come il 70%
del trasporto marittimo della Circle. L'infrastruttura di New
York - in realtà localizzata ad Edison - ammette di caricare
più di 100 containers al mese e di svuotarne circa 40-60.
L'infrastruttura dovrebbe essere allargata sino a 50.000 piedi
quadrati a dicembre.
La Circle sta inoltre sviluppando un sistema di tracking degli
ordini di acquisizione per il trasporto marittimo. "Un mucchio
di linee di navigazione affermano di offrire un simile servizio,
ma in realtà non lo fanno" dice la Ben-Joseph. "L'idea
è quella di mettere le informazioni relative al tracking
a disposizione sulla rete e di collegarle con le informazioni
sul tracking di altre modalità. Quello che stiamo cercando
di fare è creare un prodotto marittimo allettante per i
potenziali clienti di tutte le modalità".
Per quanto attiene ai vettori, la Circle - come i suoi clienti
- sta cercando di ridurre il numero dei partners con cui lavora.
I grandi spedizionieri tradizionalmente lavorano con 5-10 vettori
marittimi di tutto il mondo. La Ben-Joseph non tiene a divulgare
con quanti operatori la Circle lavora o qual è il numero
di partners che si è prefissa, ma fa sapere che la Circle
"sta valutando in maniera molto più seria il modo
in cui i vettori lavorano. Normalmente al momento si decide in
base alle tariffe, ma noi vogliamo essere più importanti
per i vettori e sviluppare con loro salde forme di collaborazione.
Siamo pronti, ad esempio, ad assisterli in settori quali la direttrice
U.S.A.-Asia in cui i traffici al momento sono deboli".
In cambio, la Ben-Joseph ha fornito un certo numero di criteri
che la sua società segue: "Consideriamo la bravura
dei vettori in ordine alla protezione dei nostri spazi, alla sveltezza
con cui ci procurano equipaggiamento speciale in caso di bisogno,
alla flessibilità: in una parola, quanto è facile
lavorare con loro". Tra le altre voci sulla lista dei desideri
vi sono le reti informatiche (quanto sono affidabili i dati dei
vettori e quanto è facile accedere alle informazioni).
Poi, ciò che forse è più importante: "Abbiamo
bisogno di vettori pronti a lavorare con gli OTI. Deve trattarsi
di una relazione a doppio senso. Normalmente i vettori sono interessati
solamente a trattare con proprietari di carichi che gli procurino
vantaggi. Noi vogliamo lavorare con vettori che rispettino gli
OTI e non li trattino come cittadini di seconda classe" asserisce
la Ben-Joseph.
(da: Containerisation International, novembre 1999)
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