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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVIII - Numero 4/2000 - APRILE 2000 |
Logistica
La logistica delle Olimpiadi 2000
a Sydney: un circo a cinque cerchi?
Il trasporto rappresenta una questione
di fondamentale importanza per le Olimpiadi di Sidney. Dopo quello
che è stato universalmente giudicato il disastro del trasporto
pubblico in occasione delle Olimpiadi di Atlanta del 1996, il
potentissimo CIO (Comitato Internazionale Olimpico) ha messo sotto
pressione al riguardo sin dal primo giorno il SOCOG (Comitato
organizzativo per i Giochi Olimpici di Sydney).
Nello scorso mese di febbraio, il
CIO ha elogiato i preparativi del SOCOG ma ha sottolineato come
la buona riuscita e l'efficacia degli accordi di trasporto dipendano
da quante persone si riescano a convincere a dar retta alla raccomandazione
di servirsi del trasporto pubblico. Con una popolazione residente
di oltre quattro milioni di persone, grosso modo 900.000 delle
quali sono utenti giornalieri del trasporto pubblico, e centinaia
di migliaia di ulteriori visitatori di altri stati o internazionali
attesi per ciascuno dei 20 giorni cruciali del periodo dei Giochi
(13 settembre-2 ottobre), non sorprende che tali questioni siano
di altissima priorità.
Ma che dire del trasporto merci?
Per molti osservatori, si tratta
dell'argomento dimenticato nella pianificazione delle Olimpiadi
di Sydney, tanto che una combinazione di autocompiacimento e panico
permea il settore trasportistico, dalle linee di navigazione containerizzate
internazionali ai locali corrieri postali. I Giochi sono stati
"sovrapposti" alla più grande ed animata città
dell'Australia e portano con sé strati di attività
assai concentrata e diffusa che - dal punto di vista del settore
del trasporto merci - contiene in sé una minaccia di notevoli
inconvenienti e disordine.
Alcuni affermano che i potenziali
problemi del prossimo mese di settembre hanno avuto inizio nel
1999, che è stato una specie di annus horribilis in particolare
per Port Botany. Varie componenti della locale catena trasportistica
sono rimaste scioccate dall'insorgere di difficoltà assortite,
talvolta da sole e spesso con effetto domino. Nell'agosto 1999,
l'entrata in vigore di nuovi accordi imprenditoriali presso la
P&OP (P&O Ports) ha comportato effetti negativi per la
produttività del White Bay di Sydney e dello CTAL di Port
Botany, gestito dalla P&OP, ingenerando un certo caos nell'interfaccia
ferro-stradale nonché conseguenti significativi ritardi
per le navi; tutto questo è continuato fino alla fine dell'anno.
A sua volta, lo stivatore rivale
Patricks ha avuto la propria parte di problemi inerenti alla produttività,
con il risultato generale che le banchine prima ed i terminals
fuori molo poi sono stati afflitti da intasamenti.
Per ironia della sorte, anche la
deregolamentazione del settore ferroviario australiano ha contribuito
a tale situazione, dal momento che una profusione di operatori
ferroviari privati ha richiesto l'accesso ai terminals di Botany
lungo l'unica linea di smistamento sempre più affollata.
Ciò alla fine ha costretto il governo ad intervenire al
fine di istituire una disciplina degli orari e di pervenire ad
una più approfondita revisione dell'operatività
del terminal.
Successivamente, a dicembre, i conflitti
in materia di lavoro che hanno oppresso il settore dei rimorchiatori
hanno ulteriormente afflitto le movimentazioni delle navi, andando
a complicare una situazione già tesa. Invece di riempire
i vuoti, le linee di navigazione - nello sforzo di rispettare
i programmi di viaggio - sono salpate, di modo che le pile di
contenitori sono cresciute nei terminals e nei depositi di tutta
Sydney. Infatti, a febbraio alcune linee di navigazione riferivano
che la "corsa di Natale" era ancora in atto. Persino
dopo che almeno sei navi avevano effettuato visite ad hoc non
caricando altro che vuoti, la situazione a detta di tutti stava
migliorando solo lentamente.
Tutto ciò ha coinciso con
- ovvero è stato da attribuire in gran parte a - uno dei
più grandi boom di importazioni che l'Australia abbia mai
visto. Nei primi sei mesi dell'annata finanziaria, i traffici
containerizzati di Sydney hanno raggiunto all'incirca i 520.000
TEU, con un aumento del 18-19% rispetto all'anno scorso. Con volumi
così elevati e previsioni di una stagione eccezionale per
le derrate in esportazione, i più pessimisti degli osservatori
ritengono che non vi sarà alcun sollievo almeno fino a
maggio, momento in cui saranno già cominciati ad arrivare
gli attesi 10-15.000 TEU in più di carichi specificamente
dovuti alle Olimpiadi. "Botany è paralizzato da ottobre"
ha detto uno di loro. "Da qui a settembre sarà un
caos".
Nelle questioni meramente pratiche
in ordine al continuare o meno a servirsi a fini trasportistici
di Port Jackson (Sydney), la SPC (Sydney Ports Corporation) ed
il SOCOG sono riuscite a raggiungere degli accordi, dato che la
baia di Sydney è stata designata ad ospitare molti eventi
olimpici. Inoltre, gli ormeggi della SPC sono stati adattati per
accogliere fino a 20 navi da crociera che stazioneranno nel porto
per tutta la durata dei giochi. Nella baia di Sydney saranno vietate
le movimentazioni marittime dalle 18.00 alle 10.30 nel periodo
16-30 settembre (nonché dal 20 al 27 di ottobre, allorquando
si svolgeranno le Para-Olimpiadi); Port Botany, peraltro, sarà
aperto 24 ore al giorno come al solito.
Tuttavia, solo due ormeggi della
baia di Darling resteranno aperti al traffico commerciale nel
corso di quel periodo, mentre a White Bay ed a Glebe Island non
sarà disponibile un ormeggio per ciascuno. Ciononostante,
Greg Martin, primo dirigente della SPC, fa notare come nel corrispondente
periodo di 17 giorni dello scorso anno gli ormeggi coinvolti fossero
stati scalati solamente 14 volte: "Dato questo livello di
utilizzazione, la SPC si aspetta che la domanda di infrastrutture
di ormeggio possa essere adeguatamente soddisfatta nel corso del
periodo dei Giochi" ha dichiarato. Pertanto, le infrastrutture
containerizzate di White Bay della P&O Ports e metà
del suo terminal per autoveicoli di Glebe Island, nonché
parti delle aree in concessione a Darling Harbour della Patrick,
saranno ancora disponibili. Ai mezzi pesanti adibiti al trasporto
merci sarà consentito l'accesso a Hickson Road nella baia
di Darling tra le 11.00 e le 15.00 di ogni giorno, mentre l'accesso
a Glebe Island e a White Bay non subirà limitazioni; ci
si aspetta che i camion utilizzino l'arteria occidentale cittadina
per le movimentazioni alla volta dei sobborghi meridionali e sud-occidentali.
L'impresa di stivaggio Patrick confida
che lo scombussolamento possa essere minimo. Gli attuali clienti
di Darling Harbour, nel caso non possano essere accolti presso
i due ormeggi disponibili, verranno dirottati al terminal della
società a Port Botany, laddove - secondo il direttore dei
terminals contenitori nazionali Maurice James - "l'attività
preseguirà come di consueto". James si aspetta che
la combinazione tra la ripresa della produttività ed un
sistema satellitare che consente l'impilaggio casuale nel terminal
possa consentire a Botany di assorbire i volumi in più.
Al fine di non avere sorprese, la
WW (Wallenius Wilhelmsen), cliente della Patrick a Darling Harbour,
ha messo in piedi delle "procedure olimpiche". "In
effetti, abbiamo dirottato la nostra squadra per l'emergenza informatica
del nuovo millennio alla programmazione delle operazioni in occasione
dei Giochi olimpici" afferma il direttore David Looker. "Stiamo
esaminando tutti gli aspetti dell'attività, nel far fronte
alle nostre esigenze ed a quelle dei nostri clienti".
Stando così le cose, la WW
sarà in grado di continuare ad utilizzare i due ormeggi
della Darling Harbour per le proprie operazioni conro e PCTC e
ha scoperto che per i clienti sarebbe più comoda la sistemazione
precedente che uno spostamento, ad esempio, a Port Kembla.
Ma la maggior parte delle preoccupazioni
non si concentrano certo sulle movimentazione marittime o sulla
disponibilità degli ormeggi. In un primo momento, si prospettava
un'ordinanza tassativa che avrebbe potuto suonare più o
meno così: a nessun treno merci sarà consentito
di attraversare qualsiasi linea destinata al servizio passeggeri:
con tutta probabilità, anche le poche linee a servizio
di Sydney dedicate al traffico merci sarebbero state destinate
al traffico passeggeri. Successivamente, lo scenario è
cambiato ma né la National Rail, né la FreightCorp
dello stato del New South Wales sono stati in grado di affermare
con certezza quali servizi avrebbero potuto essere disponibili
per il trasporto merci ferroviario. La ORTA (Autorità Olimpica
per le Strade ed il Traffico), sorta con l'incarico principale
di organizzare le funzioni del trasporto passeggeri, è
intenta a portare a termine quel compito, mentre le merci rappresentano
un obiettivo del tutto secondario.
E' stato detto in diverse occasioni
che le movimentazioni merci ferroviarie potrebbero essere consentite
al massimo per sei ore al giorno (ed al minimo per due ore al
giorno), ed inoltre possibilmente solo su convogli inter-stato
o intra-stato e non via servizi per il centro di Sydney (ad esempio,
le navette portuali). Secondo alcuni, il quadro ferroviario non
sarà chiaro sino a quando non saranno state definite le
offerte relative ai biglietti, verso marzo (data dopo la quale
il SOCOG sarà in grado di determinare la probabile domanda
suddivisa per zone) ovvero dopo il completamento nel nuovo collegamento
ferroviario città-aeroporto, successivamente al quale verrà
introdotto un nuovo orario passeggeri valido per tutta Sydney.
E questo non è da attendersi prima di aprile.
Alcuni sono convinti che il settore
stesso non stia prendendo abbastanza seriamente la cosa. Llew
Russell, primo dirigente della segreteria dei vettori di conferenza
Liner Shipping Services, il quale peraltro ha parlato nella propria
qualità di presidente della Camera di Commercio statale,
ha dichiarato che l'ORTA ammette di non aver prestato sufficiente
attenzione al trasporto merci, ma che il settore manca allo stesso
modo di "senso dell'urgenza vera e propria". Russell
afferma che il trasporto non può accettare il termine di
fine aprile per le decisioni in materia ferroviaria: nel caso
non si raggiungesse alcun risultato entro marzo, vi è il
rischio di un danno duraturo."Il tempo per le scuse del tipo
<non lo sappiamo ancora> sta per scadere" dice Russell.
"Ci possono essere mille ragioni per non programmare, ma
noi abbiamo bisogno di sederci attorno ad un tavolo e di costruire
i possibili scenari. Io confido che si possa pervenire ad un piano
che comporti meno scombussolamenti possibile".
Altri suggeriscono che alcuni organismi
di derivazione statale siano riluttanti a parlare delle reali
dimensioni delle difficoltà che il settore del trasporto
merci si trova di fronte, data l'ampia pubblicità che è
stata data a livello sia locale che internazionale ad un certo
numero di infortuni organizzativi del SOCOG (e di conseguenza
di Sydney). Alcuni considerano ciò come un ulteriore contributo
al comprovato ostruzionismo dell'ORTA circa le questioni inerenti
alla gestione del trasporto merci: "Lavoriamo con loro ad
alto livello da 12 mesi ed ancora non disponiamo di sufficienti
informazioni per poter pianificare" afferma un dirigente.
Altri, peraltro, sono meno severi ed affermano che la priorità
dell'ORTA è stata comprensibilmente quella delle movimentazioni
passeggeri e che - una volta sistemata questa - la sua attenzione
potrà essere rivolta alle merci. Il fatto che tale ultima
questione possa essere presa in considerazione troppo tardi è
un punto controverso.
Martin della SPC - che è
idealmente nell'occhio del tifone - è assai pragmatico.
"Alla fine della giornata la gente dirà sempre che
qualsiasi cosa sia stata fatta non è abbastanza" afferma.
"Ma vi sono diffusori di panico che trascurano le capacità
di tutti coloro che per mestiere devono essere realistici. Il
governo non ignora certo gli essenziali servizi di trasporto merci
per ferrovia; non vi sono limitazioni alle operazioni marittime
o stradali a Port Botany; la raddoppiata linea di smistamento
per Botany sarà operativa dalla fine di marzo; se fosse
assolutamente necessario, l'ORTA potrebbe assegnare le attuali
tratte (stradali) per semirimorchi alla modalità B-Double.
E' questione di vedere dove possiamo andare, quali sono le opzioni
potranno anche esserci dei costi in più, ma potranno mai
superare il costo di imbarcare e sbarcare le merci altrove sobbarcandosi
i relativi costi di trasporto terrestre?". La SPC dispone
di una persona a tempo pieno e di una squadra di tre persone a
supporto che lavorano con i terzi coinvolti al fine di appianare
i problemi.
Ma se il diritto di critica è
ancora ammesso, bisogna dire che appare chiaro che la carenza
di guida in tali questioni ha esacerbato la situazione nel settore
trasportistico. Un diffuso approccio fondato sul "laissez-faire"
è stato soppiantato da una situazione in cui non si va
per il sottile, dato che vari organismi, essendosi accorti della
gravità dei potenziali problemi, stanno dandosi da fare
per assumere il ruolo-guida nel fissare le regole.
Ultimamente, tuttavia, sembrano
prevalere di sicuro le teste fredde. Tutta una serie di riunioni
al vertice è stata organizzata a febbraio al fine di dare
agli esponenti delle varie modalità di trasporto, del settore
marittimo e del governo la possibilità di evidenziare gli
impedimenti e le problematiche in atto. Se necessario, potrebbe
essere effettuato uno sforzo di concerto al fine di far comprendere
al governo statale, all'ORTA ed al SOCOG l'importanza della razionalizzazione
del trasporto merci.
Martin è risoluto. "Dobbiamo
riconoscere l'importanza delle Olimpiadi quale evento di portata
mondiale e, chiaramente, l'attenzione è concentrata sulle
persone" ha dichiarato. "Ma dobbiamo riuscire ad ottenere
il migliore risultato possibile per le merci e - con un approccio
professionale adeguato - ci riusciremo".
(da: Containerisation International, marzo 2000)
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