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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVIII - Numero 10/2000 - OTTOBRE 2000 |
Legislazione
L'offensiva dei trasportatori
Temendo che i cambiamenti nei regolamenti canadesi potessero
privarli dell'immunità dall'anti-trust nei traffici da
e per il Canada, le principali imprese di trasporto hanno costituito
un gruppo per combattere la modifica dell'Atto di Esenzione degli
Accordi di Shipping.
Dimenticatevi di Bruxelles, Washington DC, o anche di Canberra,
se siete spedizionieri singoli o una compagnia di spedizionieri
interessati a vedere la fine dell'immunità dall'anti-trust
per gli accordi sulle navi da carico, allora la capitale del Canada,
Ottawa, è dove dovreste dirigere l'attenzione d'ora in
poi. Perché la legislazione che modifica quell'Atto di
Esenzione degli Accordi di Shipping della nazione del 1987 (SCEA),
che è in fase di stesura attualmente, potrebbe includere
una possibile clausola che ponga fine dopo dieci anni all'immunità
degli accordi.
"Costituirebbe una novità per qualunque amministrazione",
spiega Michael J. Jordan, presidente esecutivo di Canada Maritime
e Cast, aggiungendo: "si daranno veramente la zappa sui piedi
se ciò accadesse". Non c'è da meravigliarsi
che Jordan abbia opinioni molto incisive su questo argomento,
essendo a capo della Intersted Carrier Working GROUP (ICWG), un
insieme di compagnie di navigazione che servono il mercato canadese
che si sono raggruppate per portare argomenti in favore della
conservazione del regolamento vigente. Allo stesso tempo CP Ships,
che possiede Canada Maritime e Cast, ed è una delle maggiori
imprese di trasporto nei traffici canadesi, sta anche facendo
attività di lobbying per conservare lo SCEA così
com'è.
Costituitasi circa 6 mesi fa, l'ICWG ha come scopo dichiarato:
"fare sì che la legislazione canadese rispecchi le
iniziative globali senza mettere in pericolo gli investimenti
delle imprese di trasporto in navi, equipaggiamento ed infrastrutture
di servizio ai porti canadesi e ridurre di conseguenza il livello
dei servizi agli spedizionieri canadesi o da/per i porti canadesi".
I suoi membri includono ACL, APL, CP Ships, Senator Lines, Hamburg
Sud - The Shipping Group, Hapag - Lloyd, Maersk Sealand, Mitsui
OSK Lines, NYK, OOCL, P&O Nedlloyd e Zim.
Le imprese di trasporto sono state spinte all'azione perché
il Governo Canadese sta proponendo di modificare lo SCEA alla
luce di cambiamenti che sono avvenuti negli USA in seguito all'entrata
in vigore nel Maggio 1999 della Legge di Riforma della Navigazione
Oceanica (Ocean Shipping Reform Act, OSRA) del 1998 e visti i
mutamenti nella navigazione transoceanica nelle altre parti del
mondo.
Lo SCEA attualmente dà ai trasportatori oceanici esenzione
dall'anti-trust per quelle che l'ICWG definisce "6 diverse
aree chiave di attività", così elencate:
- la facoltà di discutere/mettersi d'accordo su comuni
cambi di tariffe e prezzi;
- l'uso di contratti di esclusiva;
- il permesso di concludere accordi per stabilire i termini
base e le condizioni dei contratti di servizio;
- la facoltà che i membri hanno di coordinare i servizi
(porti di scalo);
- la possibilità di concludere accordi circa gli orari
di navigazione ed altri servizi forniti dal gruppo;
- la possibilità, per i diversi partecipanti all'accordo,
di suddividersi utili e perdite per i diversi servizi.
Di questi 6 punti l'ICWG ritiene che i più importanti siano
la facoltà di coordinare i servizi e la possibilità
di concludere accordi su orari di navigazione ed altri servizi,
perché permetterebbero al singolo trasportatore di ridurre
i costi e di non perdere in efficienza e competitività.
Secondo il pensiero di Jordan "La SCEA va abbastanza bene".
Dice inoltre: "Secondo noi ha lavorato bene per tutti gli
azionisti... Non vediamo la vera necessità, in questa attuale
revisione, di fare quelle che noi riteniamo essere delle proposte
drastiche di cambiamento".
L'anno scorso Transport Canada ha invitato gli azionisti a esprimere
la loro opinione sull'argomento. Allo stesso tempo gli spedizionieri,
capitanati dal Consiglio Canadese degli Spedizionieri (CSC), hanno
chiesto a gran voce la cancellazione dello SCEA, inclusa l'abolizione
dell'immunità dall'anti-trust per gli accordi di stabilizzazione.
Come gruppo di minoranza il CSC vuole essere alla pari dell'OSRA
(per un'analisi più dettagliata della posizione del CSC
vedere "Maple-leaf mission", Containerisation International,
Febbraio 2000, pp. 57-59).
Nel luglio 1999 Transport Canada ha pubblicato un documento di
consulenza sullo SCEA in cui prende in esame 4 opzioni: mantenere
l'atto così com'è; abolirlo del tutto; introdurre
dei cambiamenti per ordine del consiglio; emendare l'atto introducendo
provvedimenti pro-concorrenza. Transport Canada ha consigliato
di seguire quest'ultima via e ha proposto le seguenti modifiche:
- permettere l'archiviazione elettronica e l'accesso ai documenti
degli accordi;
- abolire l'archiviazione delle tariffe per gli accordi;
- ridurre il numero di giorni di notifica per le azioni indipendenti
(SCEA ne dà 15, OSRA 5);
- non permettere più agli accordi di stabilire termini
e condizioni per l'uso dei contratti di servizio;
- incrementare il livello delle multe per le infrazioni.
Allo stesso tempo, Transport Canada ha elencato altri tre problemi
da tenere in seria considerazione:
- definizione di accordo;
- meccanismo di reclamo;
- clausola decennale conclusiva.
In accordo con l'esito della consulenza dell'anno scorso, ci
si aspettava che lo SCEA quest'anno sarebbe stato emendato. Comunque
i sempre più pressanti conti del trasporto hanno certamente
significato un posticipo nei mutamenti nella legislazione della
SCEA. Ora tutti attendono che la legislazione sia portata alla
House of Common dopo l'intervallo estivo. Tuttavia, se il Primo
Ministro canadese Jean Chretien decidesse di indire un'elezione
generale in autunno, allora la revisione dello SCEA si posporrebbe
fino all'anno prossimo.
Fintanto che è in ballo l'ICWG, non c'è tempo da
perdere per attività di lobbying. Jordan ed altri direttori
autorevoli di imprese di trasporto hanno già incontrato
il Ministro dei trasporti canadese David Collenette ed alcuni
suoi colleghi presso Transport Canada. "Abbiamo avuto un
buon incontro e spiegato la nostra posizione al Ministro. Egli
è conscio della situazione e non ci ha dato motivo di pensare
che il radicalismo fosse all'ordine del giorno", confida
Jordan. Ora lo scopo dei trasportatori sarà porre la loro
situazione all'attenzione dei propri clienti e, in modo più
ampio, all'intero mondo degli affari.
Dalla prospettiva dell'ICWG, il cambiamento maggiore e più
preoccupante è la clausola decennale. Essa infatti, pur
lasciando inalterata per adesso l'immunità dall'anti-trust,
prevede che l'esenzione sia automaticamente abrogata dopo 10 anni,
a meno che non si trovi una motivazione convincente per il suo
mantenimento. Secondo quanto affermato da Transport Canada, "la
clausola dovrebbe lasciare abbastanza tempo a chiunque voglia
fare delle proposte per costruire la necessaria casistica e raccogliere
evidenze empiriche del fatto che l'abolizione dell'Atto risulterebbe
un male per l'economia reale, nonché danneggerebbe l'interesse
pubblico".
Jordan argomenta: "La più evidente penalizzazione
della clausola decennale è che produce la più sconcertante
incertezza riguardo agli investimenti in quella parte del mondo
sia per i trasportatori come noi che per tutti gli altri".
Naturalmente questa non è l'opinione del CSC il cui segretario,
Walter Mueller, ritiene che l'abrogazione automatica dovrebbe
scattare dopo 5, non 10, anni, perché in tal modo si darebbe
tempo a sufficienza per adattarsi alla nuova realtà."
Argomentando a favore del mantenimento di questa esenzione,
Jordan dice che i trasportatori "non stanno neanche prendendo
di mira lo scenario dei prezzi. Come dato di fatto - continua
- pensiamo che i prezzi siano scesi gradatamente per gli spedizionieri
negli ultimi 15 anni."
L'ICGW è anche interessato alla proposta che gli accordi
siano ridefiniti per proibire intese di discussione e stabilizzazione.
"Una volta elaborato un piano d'azione, non si ha una qualsiasi
banchina dove degli operatori con un po' d'iniziativa possano
ricavare delle economie di scala che provengano dal lavoro in
comune ed allo stesso tempo permettano loro di competere l'un
l'altro, sia che applichino o no gli stessi prezzi" - si
lamenta Jordan.
Né il gruppo dei trasportatori è felice all'idea
di perdere la facoltà di discutere i termini dei contratti
di servizio delle linee di navigazione senza riguardo al fatto
che questi siano collettivi o personali. Altro problema - di minore
importanza, ma sentito anche dall'ICWG - è la revisione
dei meccanismi di lamentela e l'aumento del livello delle multe.
Secondo Jordan l'archiviazione automatica delle tariffe non è
una soluzione.
Facendo pressione per il mantenimento dell'attuale regime, la
lobby dei trasportatori non solo ritiene che i cambiamenti proposti
avrebbero effetti negativi sulla capacità dei trasportatori
di investire e ridurre i costi, ma anche che il commercio canadese
ne risulterebbe globalmente danneggiato. "Comprendiamo perfettamente
perché gli spedizionieri canadesi dicono quello che dicono,
ma non siamo sicuri che abbiano ben calcolato le conseguenze di
lungo periodo per il Canada", dice Jordan. Nel futuro cupo
degli operatori i cambiamenti proposti, specialmente la clausola
decennale, potrebbero costringere le linee di navigazione a ridurre
i porti di scalo in Canada ed imbarcare merci negli USA dove c'è
immunità per l'anti-trust.
Jordan dice: "Pensiamo che il Canada sia molto diverso
dalle altre parti del mondo, nel senso che il mercato canadese
è molto piccolo e con scarsa popolazione. Meno del 40%
delle merci che vanno e vengono dal Canada sono di origine o destinazione
canadese, e ciò implica che i servizi che penetrano nel
Canada in sostanza sollevano una parte rilevante del cargo statunitense.
L'attrazione che molti trasportatori hanno per i porti canadesi,
specialmente di Montreal (servito da Canada Maritime e Cast),
è dovuta al fatto che essi pagano le tasse agli USA piuttosto
che al Canada." Pertanto la logica dell'ICWG è la
seguente: se fosse abolita l'immunità dall'anti-trust per
gli accordi, allora non solo i porti canadesi perderebbero del
cargo, ma anche delle merci statunitensi.
Questa argomentazione non è sfuggita ai porti canadesi
che hanno discusso molto con Transport Canada contro qualunque
cosa potesse metterli in svantaggio rispetto ai rivali USA. Ad
esempio Dominic J. Taddeo, presidente e funzionario capo del porto
di Montreal, ha affermato che il suo porto spera nella conservazione
dello SCEA così com'è. Così pure Patricia
McDermott, vice presidente della divisione marketing dell'Autorità
Portuale di Halifax, spiega che Halifax era contro ogni legislazione
che portasse via affari targati USA. Questo è uno dei settori
del porto a crescita più rapida, cresciuto dallo 0% nel
1994 al 16% del traffico totale di 463 mila teus nel 1999. "Ora
è al 23%" - afferma.
Allo stesso modo, alleata dei trasportatori nell'opposizione
dell'immunità all'anti-trust è la Canadian International
Freight Forwarders Association (CIFFA). Nel documento in cui la
CIFFA prende posizione sulla SCEA, si dice: "CIFFA non si
fa carico della raccomandazione del CSC secondo cui la SCEA e
l'immunità dall'anti-trust per gli accordi di navigazione
vengano abolite". L'opinione di CIFFA è che mentre
le forze di mercato e la concorrenza avrebbero un ruolo chiave
nell'industria della navigazione canadese, la concorrenza senza
alcun controllo potrebbe portare le diverse compagnie di navigazione
a danneggiarsi l'un l'altra, nonostante i provvedimenti contro
le azioni predatorie nella Legge sulla Concorrenza". Comunque,
CIFFA mitiga il suo appunto dicendo che "l'immunità
dall'anti-trust dovrebbe avere lo scopo di offrire una rete di
salvataggio alle compagnie di navigazione, non di cercare di trarre
profitti dall'abbandono dell'efficienza di costo e della realtà
di mercato".
Al CSC, Mueller non è convinto del fatto che privare
gli accordi dell'immunità dall'anti-trust costringerà
i trasportatori a non poter più servire i porti canadesi.
"Canada Maritime e Cast hanno investito pesantemente nel
porto di Montreal (Cast e CP Ships hanno anche un terminal li).
Non approderanno più li? Tanto più che l'ICWG non
ha proposto niente di nuovo", dice.
Mueller argomenta: "Dall'ottica di un addetto della navigazione,
il primo obiettivo è muovere i cargos nella maniera più
efficiente e conveniente. Non è rilevante che passi o meno
dai porti canadesi... gli stessi trasportatori canadesi regolarmente
traghettano merci fuori dai porti statunitensi con trasportatori
statunitensi".
A Mueller non sfugge neppure l'ironia di una situazione in cui
i trasportatori canadesi si lamentano perché non potrebbero
più continuare ad operare come partners di un accordo per
i traffici canadesi, quando in realtà già operano
singolarmente per i cargos sbarcati dai porti USA transitando
per porti canadesi.
Comunque, allorché la nuova legge apparirà, resta
da vedere se rifletterà la posizione del CSC o quella dell'ICGW
. Forse non sarà lontana da nessuna delle due visioni,
né da quella dell'OSRA.
E se così fosse saranno soddisfatti Jordan ed i suoi
colleghi? "Sono sicuro che il gruppo in cui sono inserito
potrà in parte abbracciare questa mia visione, ma non necessariamente
in modo totale ed esclusivo", dice Jordan. Nel frattempo
continua l'offensiva dei trasportatori.
(da: Containerisation International, Settembre 2000)
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