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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVIII - Numero 11/2000 - NOVEMBRE 2000 |
Trasporto ferroviario
Agitazione intorno all'ARC
La proposta di fusione tra BNSF e CN, ormai abbandonata, ha
messo in luce il potere di lobbying dell'Alliance for Rail Competition
di Washington - DC.
Gli utenti delle ferrovie del Nord America si sono lamentati seriamente
per un discreto numero di anni per problemi in merito a servizi
ferroviari e per i prezzi esorbitanti. Così, alla fine,
questi hanno costituito un gruppo per trovare il modo migliore
di indirizzare le future politiche ferroviarie. È stato
deciso che, invece di permettere al regolamento vigente di cercare
di risolvere la situazione, "la soluzione migliore fosse
accrescere il livello di concorrenza tra gli operatori ferroviari",
secondo l'opinione di Diane Duff, amministratrice dell'ARC1.
"Ciò che scaturì fu la creazione dell'ARC,
ovvero l'Alliance for Rail Competition (Alleanza per la concorrenza
nelle ferrovie). È una compagnia dalle molte sfaccettature
che cerca di mutare la legislazione mediante l'ingresso della
concorrenza, tipica del libero mercato, nell'industria ferroviaria2.
Facciamo tutto questo commissionando studi e ricerche che mettano
in evidenza il dato statistico, piuttosto che la solita retorica
su come siano scese le tariffe del trasporto ferroviario".
L'ARC è stata creata nel 1997 ed attualmente collabora
con circa altri 15 gruppi commerciali rappresentativi degli utenti
ferroviari delle più svariate industrie e merceologie.
Tra queste vi sono prodotti chimici, veicoli a motore, beni agricoli,
fibre plastico-sintetiche provenienti da imprese quali DuPont,
Potomac Electric Poker Company e Dow Chemical USA. L'ARC ha anche
altri 11 partners costituiti da associazioni che si occupano di
industria forestale e cartacea, cooperative agricole, manufatti
chimici e gruppi di servizi pubblici.
Secondo il parere della Duff, ci sono parecchie ragioni per cui
i clienti dell'industria ferroviaria americana hanno bisogno di
vedere un più alto livello di concorrenza. "Le ferrovie
stanno solo cercando di salvare il loro monopolio. E pensano che
questa sia la strada giusta. Ma quest'approccio ad oggi ha generato
soltanto dei fallimenti. Essi, infatti, si aggrappano ancora alla
speranza di poter fare affari come hanno sempre fatto negli ultimi
150 anni. È pazzesco", dice la Duff.
Tra l'altro non si può fare a meno di notare come l'aumentare
della concentrazione e la diminuzione conseguente della concorrenza
all'interno dell'industria ferroviaria abbiano portato ad un calo
nel numero dei servizi offerti agli utenti delle ferrovie. Lo
Staggers Rail Act del 1980, la legge federale che ha costituito
l'ultimo importante emendamento della legge sull'industria ferroviaria,
è in parte responsabile della situazione. "Questo
atto ha certamente migliorato il contesto generale, perché
ha permesso agli utenti di entrare in contatto diretto con le
ferrovie, ma ha anche causato tutta la concentrazione che oggi
osserviamo. Questa concentrazione ha sistematicamente rimosso
la concorrenzialità. Il risultato netto è che oggi
c'è meno possibilità di scelta per il consumatore",
ha detto la Duff.
L'Association of American Railroads (AAR) ha presentato una diversa
prospettiva dello Staggers Act. L'AAR è un gruppo d'affari
di Washington-DC che ha competenza sulle maggiori linee ferroviarie
merci in USA, Canada e Messico per quanto concerne le politiche
pubbliche, il governo federale e le istanze regolamentari. Ne
fanno parte sette operatori di prima categoria (Class One) e 550
compagnie ferroviarie minori. "Prima dello Staggers Act l'industria
ferroviaria era in cattive acque. Dopo l'entrata in vigore della
legge i volumi globali di scambio sono cresciuti del 50%, con
una crescita considerevole del settore intermodale, un incremento
del ritorno sugli investimenti da -2% a +8% ed una caduta delle
tariffe di trasporto del 56%. Tutto ciò dimostra che l'Act
è stato un successo", afferma Thomas C. White, dirigente
dell'AAR.
Negli ultimi anni la concentrazione nell'industria ferroviaria
americana è stata ben documentata, come dimostrano anche
i conseguenti problemi di servizio sofferti dagli utenti di questa
modalità di trasporto. L'ARC dice che questa concentrazione
ha implicato questa situazione: oggi ci sono solo quattro operatori
di prima categoria (Burlington Northern Santa Fe [BNSF], CSX,
Norfolk Southern [NS] e Union Pacific [UP]), che hanno chiuso
molti tracciati di collegamento, eliminando così molte
stazioni d'accesso e abbandonando circa la metà dei binari
in precedenza operativi.
Una specifica conseguenza di questo è che molti clienti
della ferrovia sono attualmente un "mercato prigioniero",
schiavo delle volontà di BNSF, CSX, NS ed UP, perché
il servizio è solo disponibile da una di queste quattro
major. Il risultato è che gli spedizionieri ferroviari
pagano dei prezzi più alti del 30%.
Attraverso uno studio dettagliato della situazione e l'ascolto
delle istanze di tutti gli attori in gioco, l'ARC sta tentando
di trovare un modo di alterare la situazione attuale della concorrenza
ferroviaria in favore degli utenti della ferrovia. La Duff si
rende conto che non sarà facile per l'ARC raggiungere il
suo scopo, anche perché i tempi sono molto stringati. "L'ARC
spera di ottenere con successo un libero mercato ferroviario americano
ad elevata concorrenzialità. Raggiunto questo scopo il
gruppo ARC potrà sciogliersi. Il tutto dovrebbe essere
conseguito entro cinque anni, anche perché non è
conveniente investire più tempo nel progetto. Però,
considerando quelli che sono i tempi della politica, la sfida
è ancora più ardua. Per l'OSRA (Ocean Reform Shipping
Act) del 1998, ad esempio, si è impiegato all'incirca lo
stesso tempo.
White dell'AAR presenta una visione ancora più succinta
di quello che l'ARC spera di ottenere: "alcuni utenti della
ferrovia vorrebbero una situazione in cui potessero contestare
le tariffe di trasporto merci via ferrovia a loro piacimento.
E così era prima del 1980 ed è stato un disastro
per l'industria delle ferrovie".
La Duff sostiene che il problema attuale dei clienti delle ferrovie
è se gli operatori ferroviari sono o non sono in grado
di offrire ai loro clienti un servizio accettabile ed affidabile
ad un prezzo ragionevole. È convinta che questo può
essere ottenuto, ma non allo stato attuale delle cose. "Potenzialmente,
le ferrovie possono offrire il tipo di servizio richiesto, ma
non con l'attuale scenario legislativo. Solo l'introduzione della
concorrenza potrà cambiare qualcosa. La concorrenza è
un male per gli oligopolisti, che, se non costretti, continuano
a comportarsi allo stesso modo, perché conviene loro di
più, visto che in teoria potrebbero alzare i prezzi a loro
piacimento", sostiene la Duff.
Questa è una visione che DuPont, la maggiore compagnia
farmaceutica al mondo, condivide fino ad un certo punto. La compagnia
spende circa 200 milioni di dollari l'anno per trasportare i propri
prodotti via ferrovia ed altre modalità per tutto il Nord
America. Rich Abel, manager per sicurezza e distribuzione, ha
così riassunto la situazione, guardando dalla prospettiva
del grosso spedizioniere: "Bisogna puntare il dito su una
vera e propria mancanza di concorrenza nel mercato".
Ma per quanto concerne il mercato ferroviario di per sé,
non sono molto convinti che sostanzialmente ci sia mancanza di
concorrenza per i clienti. Quando la BSNF e la Canadian National
Railway (CN) proposero la loro fusione all'inizio del 2000 hanno
sostenuto che l'impresa che avrebbe avuto origine dall'accordo
sarebbe stata "competitiva nei prezzi e nei prodotti",
e lo stesso network operativo sarebbe stato "più concorrenziale,
promuovendo anche la crescita in intermodalità".
L'AAR non è d'accordo con l'ARC sul tema concorrenza. Spiega
White: "Non penso ci sia bisogno di lamentarsi per una mancanza
di concorrenza. Si deve soltanto guardare alla situazione attuale
da un differente punto di vista. Non solo, infatti, le ferrovie
già competono l'una con l'altra, ma competono anche con
la strada ed il mare. C'è una sovrabbondanza di forze concorrenziali
là fuori. E il punto è che se le tariffe ed i prezzi
delle ferrovie sono troppo elevati, il cliente cercherà
un'altra impresa sempre restando nell'ambito delle ferrovie, oppure
sceglierà il trasporto via terra o via mare".
La Duff ha anche asserito che le ferrovie non usano le tecnologie
in loro possesso abbastanza efficacemente per risolvere in modo
adeguato i problemi di servizio. "Ogni camion oggi ha un
sistema di monitoraggio globale, mentre le imprese ferroviarie
riescono a malapena a rintracciare i propri convogli, che spesso
sono anche lunghi circa un miglio. Le ferrovie utilizzano sistemi
arretrati che non permettono loro di ottimizzare le potenzialità
del proprio network. Noi pensiamo che invece le compagni ferroviarie
avrebbero più di un incentivo per ottimizzare la capacità
del proprio network. E poi, se le capacità sono così
vincolate, non è inevitabile attendersi continui aumenti
tariffari? Al momento attuale le ferrovie stanno solamente ignorando
servizi e clienti", dice la Duff.
Un'iniziativa recentemente intrapresa dall'ARC. è stata
la pubblicazione di una ricerca che valutasse l'impatto finanziario
dell'accresciuta concorrenza e del miglioramento dei servizi per
i clienti delle ferrovie. Si è ipotizzato uno scenario
in cui il mercato ferroviario fosse ad elevata concorrenzialità.
Si sono tratte tre specifiche conclusioni:
- I profitti netti sarebbero aumentati di circa 500 milioni
di dollari dal 2005.
- Se, come avviene attualmente, la ferrovia non si prenderà
cura delle esigenze dei suoi clienti, vedrà la propria
crescita sicuramente limitata.
- L'intera industria ferroviaria ne uscirebbe più forte
finanziariamente, ed i suoi clienti ne sarebbero più felici,
e questo darebbe all'intero settore industriale la migliore opportunità
di accrescere la sua quota di mercato e di soddisfare le aspettative
finanziarie di Wall Street.
James J. Valentine, esperto analista della Morgan Stanley Dean
Witter, non è però d'accordo con queste conclusioni.
"L'accrescimento della concorrenza non aumenterebbe inizialmente
il valore degli azionisti in quanto se così fosse gli azionisti
lo avrebbero già chiesto", commenta.
La Duff sostiene che la STB americana (Surface Transportation
Board), l'organizzazione federale che regolamenta gli aspetti
commerciali dell'industria ferroviaria degli Stati Uniti, deve
anche addossarsi di un po' della responsabilità per la
carenza di concorrenza tra gli operatori ferroviari. E questo
è particolarmente vero se si guarda alle recenti fusioni
tra ferrovie negli States. "Non sentiamo mai l'STB parlare
dei tremendi errori che vengono dalle fusioni. L'atteggiamento
dell'STB è fare accadere tutto quello che deve accadere
e stare a guardare e giudicare il risultato, semplicemente ignorando
se si sta sbagliando qualcosa", dice la Duff.
White dell'AAR non concorda. Egli dice che il ruolo dell'STB è
stato fin qui svolto con successo: "Bisogna ricordarsi che
c'è un sistema regolatorio in uso in cui, se le tariffe
del trasporto merci a mezzo ferrovia sono troppo elevate, si richiede
subito una diminuzione. È questo uno dei ruoli dell'STB.
I clienti possono fare ricorso se i prezzi non sono tenuti bassi
dalla concorrenza".
Ciononostante, la Duff mette in luce il fatto che l'interessamento
della STB a proposito dell'affare proposto da BNSF e CN poco è
servito per tutelare i clienti delle ferrovie. "L'STB si
è rivelato un organo regolatore la cui prima preoccupazione
non è certo l'interesse dei clienti", dice la Duff.
E la stessa decisione moratoria della STB di sospendere la fusione
dei due colossi per 15 mesi non ha fatto nient'altro che "limitare
l'opportunità per gli spedizionieri di vedere più
chiaramente l'intera politica dell'industria delle ferrovie, mentre
invece avrebbe dovuto portare più concorrenzialità
nell'intero sistema".
Il fatto che BNSF e CN abbiano poi deciso di abbandonare i loro
piani di fusione ha convinto poco la Duff, che ritiene che comunque
non sia mutata la situazione per i clienti delle ferrovie in materia
di concorrenza. "Sono abbastanza incerta intorno alla decisione
di BNSF e CN di ritirare la fusione. Il maggiore disappunto è
che ora che la divisione tra le ferrovie di primo livello è
stata 'curata', non c'è molto spazio perché le nostre
proposte vengano accolte", spiega. "Qualunque cosa fosse
scaturita da questa situazione sarebbe stata molto limitata, e,
perciò, non avrebbe risolto i problemi che i nostri membri
hanno su più larga scala. Pertanto rivolgiamo la nostra
attenzione all'STB per vedere se produrrà nuove regole
sulle fusioni che apportino vantaggi alla concorrenza".
Nonostante l'ARC sia scettica sul fatto che la STB riuscirà
a dare più concorrenza al mercato dell'industria ferroviaria
americana nel futuro, la Duff rimane fiduciosa nel ritenere che
l'ARC raggiungerà i suoi scopi. Ella ritiene che la via
giusta da seguire sia la seguente: "Per quanto ci riguarda,
è il Congresso USA che farà la differenza. La politica
ferroviaria non attirerà la candidatura di nessuno. Guardiamo
in faccia alla realtà: la ferrovia non è un argomento
'caldo', non è mai stato portato al livello al quale i
consumatori capiscono le implicazioni per la loro vita delle politiche
ferroviarie. Comunque, molti consumatori stanno sperimentando
perdite in vetture e merci. E si accorgono che questo danneggia
in qualche modo i loro affari, limita la loro produttività,
a causa di stabilimenti e fabbriche chiuse e personale in continua
riduzione. Lentamente anche il Congresso si sta accorgendo di
ciò ed i politici si stanno rendendo conto che forse qualche
problema c'è veramente".
L'AAR, però, sostiene che le ferrovie stanno già
lavorando molto su questo punto. "Viviamo in un mondo altamente
concorrenziale", spiega White, "e le ferrovie si stanno
dando da fare con i loro clienti per raggiungere degli accordi
soddisfacenti per risolvere i problemi, in particolare riguardo
alle carenze nella concorrenzialità".
Comunque, l'ARC dice che continuerà a far sentire la sua
voce prima del Congresso e dell'STB. In vista del fatto che quest'organizzazione
ha più di due anni per raggiungere i propri scopi, non
è ancora possibile vedere che differenza, se mai ce ne
sarà una, l'ARC farà nel portare più concorrenza
nel mercato dell'industria ferroviaria americana.
Note:
- Che cos'è l'ARC? L'ARC è una lobby organizzata
con base Washington - DC, fondata nel 1997 ad opera di clienti
delle ferrovie insoddisfatti. Lo scopo dell'ARC è ottenere
più concorrenza nell'industria del trasporto merci ferroviario
grazie a cambi nella legislazione. L'ARC spera di ottenere il
tutto in 5 anni, dopodiché si scioglierà.
- Perché, secondo l'ARC, c'è bisogno di più
concorrenza? Per svariate ragioni:
a) La concentrazione delle industrie nel settore ferroviario in
USA ha implicato un decremento nel numero degli operatori Class
One da 42 nel 1980 a solo 4 nel 1999. Queste 4 stanno attualmente
esercitando un oligopolio, chiudendo alcune linee e stazioni secondo
il loro proprio tornaconto.
b) Le 4 majors generano oltre il 94% delle entrate dell'intero
settore.
c) Se si continuasse con tutte queste fusioni, si produrrebbe
un sistema di quasi monopolio e la concorrenza verrebbe virtualmente
eliminata.
d) Molti utenti delle ferrovie sono costretti ad usare una sola
linea e sono imprigionati in prezzi e tariffe ingiustamente più
alte del 30% almeno.
e) L'industria ferroviaria sarebbe più forte finanziariamente
ed i suoi clienti più felici se si introducesse la concorrenza.
I profitti netti del comparto da soli infatti crescerebbero dei
almeno 500 milioni di dollari a partire dal 2005.
f) L'aumento di concorrenza porrebbe meglio l'attenzione sulle
esigenze dei clienti delle ferrovie e ne stimolerebbe crescita
ed efficienza dei servizi.
g) La situazione attuale del mercato ferroviario non permette
libertà di scelta ai clienti, né fa i loro interessi.
h) La legislazione odierna non è preparata all'evoluzione
del mercato ferroviario così come si sta prospettando oggi
a causa delle continue fusioni, e non è nemmeno preparata
per un ingresso della concorrenza nel mercato delle ferrovie.
(da: Containerisation International, Ottobre 2000)
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