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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVIII - Numero 12/2000 - DICEMBRE 2000 |
Legislazione
Le leggi guidano i cambiamenti
Nuove leggi made in England sull'uso dei refrigeranti, messe in
vigore dal 1° Ottobre, avranno importanti implicazioni per
gli operatori del settore container frigo, nonché per le
compagnie di navigazione.
Per quanto concerne l'equipaggiamento dei containers frigo, il
più del lavoro di sviluppo sui nuovi tipi di refrigeranti
è già avvenuto alcuni anni fa. Ci sono stati pochi
lanci di nuovi prodotti di recente, e, virtualmente, tutto il
nuovo equipaggiamento costruito è caricato con pluritestati
idrofluorocarboni (HFCs), di solito R134a o R404a.
L'R134a gode di una posizione di maggior favore ed è preferito
dalla maggior parte delle compagnie di navigazione e da quelle
di leasing. La Thermo King ha ottenuto del successo con il suo
compressore idraulico ed unità caricate con R404a, ma questo
è destinato a restare un sistema minoritario di refrigerazione
per il prossimo futuro.
Mentre delle scorte del più utilizzato cluoroflorocarbone
(CFC) R12 sono ancora disponibili in alcun parti del mondo, il
suo utilizzo è in netta diminuzione ed è ristretto
alle unità di vecchio stampo. La conversione di queste
unità verso tipi di refrigeranti più rispettosi
dell'ambiente continua ad essere fatta dalle compagnie di navigazione
e da quelle locatrici, e il ritmo di quest'attività sembra
proprio accelerato dai controlli più stretti dell'Unione
Europea.
L'R12 è ormai più o meno storia, e l'R134a lo sta
rimpiazzando. Ma il cambiamento è stato un bene in termini
ambientali?
C'è chi dice, nell'industria dei containers, che non sia
stato un bene. Nell'opinione di John Hatton, general manager dell'equipaggiamento
di refrigerazione, GESeaCo: "Se la proposta dell'esercizio
è di proteggere l'ambiente, allora il rimpiazzo forzato
dell'R12 non è stata una mossa intelligente. Per ogni container
frigo divenuto obsoleto, il processo di rimpiazzo è molto
costoso in termini di energia, e l'impatto ambientale totale potrebbe
essere superiore di quello che si avrebbe avuto con il mantenimento
dell'R12. Anche il processo di sostituzione dell'R12 con l'R409a
contiene un rischio di emanazioni dannose per l'atmosfera, un
cambio d'olio, e una macchina addizionale in moto, tutto ciò
potrebbe essere dannoso dal punto di vista ecologico".
Le iniziative legislative hanno seguito la strada del mutamento
nei refrigeranti dai CFCs, come l'R12, agli HFCs. Il Protocollo
di Montreal è stato seguito da una bozza di legge dell'Unione
Europea concepita per proteggere lo strato d'ozono, e come risultato
molta gente ha ritenuto di avere già vinto la battaglia
sull'ozono.
Il 1° Ottobre di quest'anno, però, una nuova legge
europea è entrata in vigore: il Regolamento della Commissione
Europea Numero 2037/2000, concernente le sostanze che danneggiano
lo strato d'ozono. Questo ha segnato un altro punto a sfavore
dei CFCs, e forse annuncia anche il decesso degli idroclorofluorocarboni
(HCFCs), come l'R22, che sono attualmente molto utilizzati sulle
navi adibite al trasporto dei containers frigo, come sistemi refrigeranti
di trasporto.
Produzione ed importazione
La nuova legge include una buona quantità di importanti
disposizioni. È ora illegale utilizzare, o commerciare,
in possesso di CFCs, eccetto che per certe circostanze particolari,
e dal 31 Dicembre le movimentazioni di CFCs in Europa saranno
illegali, anche con l'intenzione di riciclare o revisionare.
Ci saranno anche restrizioni più forti sulla produzione
e l'importazione dei HCFCs, e ci sarà un divieto generale
sulle nuove attrezzature manufatte con gli HCFCs. L'uso degli
HCFCs sarà anche proibito nei magazzini frigo e nei depositi.
Le nuove regole propongono di bandire l'uso di HCFCs vergini per
la revisione ed il servizio degli impianti di refrigerazione dal
2010, mentre tutti gli HCFCs saranno proibiti dal 2015. Questo
appuntamento sarà soggetto a modifiche dall'Unione Europea
prima della fine del 2008, e potrà essere portato innanzi,
se si prova l'esistenza di valide alternative agli HCFCs.
Gli HCFCs sono utilizzati anche nella produzione di schiume isolanti
per i sistemi di refrigerazione. Come risultato dell'ultima legge,
l'uso di prodotti con HCFCs come agente esplosivo nella manifattura
delle attrezzature di trasporto isolate sarà proibito dal
primo Gennaio 2004.
Le sostanze controllate contenute nelle attrezzature di refrigerazione
saranno recuperate e distrutte grazie all'utilizzo di mezzi tecnologicamente
avanzati. La legge dice che gli Stati membri dovranno "promuovere
il recupero, il riciclaggio, la bonifica e la distruzione delle
sostanze controllate", e stabiliranno anche i requisiti minimi
del personale addetto a questo tipo di operazioni. Le singole
nazioni avranno il compito di effettuare dei reportages alla Commissione
sulle tabelle programmate dalla fine del prossimo anno.
Tra le nuove disposizioni legislative, l'Unione Europea stabilisce
anche delle linee guida per controllare le perdite di CFCs ed
HCFCs. In modo più significativo, forse, le leggi richiedono
che gli equipaggiamenti fissati con un fluido refrigerante per
un carico di oltre 3 kg saranno da controllare annualmente per
contenere le perdite.
Per il business della navigazione, la conseguenza principale e
più immediata di queste nuove leggi è che ora sarà
estremamente difficile operare con containers ed altri equipaggiamenti
di trasporto caricati con refrigeranti CFC. Al di fuori dell'Unione
Europea si potranno usare unità di servizio R12 in alcune
aree, ma, una volta in Europa, gli operatori su containers frigo
caricati con CFCs troveranno virtualmente impossibile portare
a termine il proprio servizio legalmente, nonché riparare
le proprie unità, dal momento che queste operazioni richiedono
gestione del liquido refrigerante nocivo all'ambiente.
L'impatto sulle compagnie di leasing e navigazione sarà
in realtà relativamente limitato, dato che ormai sono pochi
i containers frigo caricati con CFCs rispetto a quanti ve ne erano
nei primi e metà anni Novanta. Le unità di refrigerazione
più vecchie sono state convertite attraverso l'uso di prodotti
quali l'R409a (FX56) o il Suva MP 66 della Dupont. Comunque, alcune
stime suggeriscono che ci potrebbero essere circa 200.000 unità
con l'R12 ed altri prodotti CFCs ancora in uso. La conversione,
o la demolizione di questi equipaggiamenti deve diventare una
priorità per i loro padroni ed utilizzatori.
L'R12 è ancora disponibile, ed è relativamente economico
e funziona abbastanza bene. Alcune compagnie di gestione containers
probabilmente proveranno e continueranno a ignorare volontariamente
per alcuni anni le nuove disposizioni legislative prima di demolire
i containers frigo illegali, o di rimpiazzare l'R12 con un valida
alternativa.
Containers isolati senza uso di HCFCs
Le nuove leggi sui sistemi utilizzanti schiume avranno importanti
implicazioni per l'industria dei containers, ma un'alternativa
fattibile agli HCFCs quali agenti di scarico deve però
essere ancora testata sul campo. I manufattori di schiume isolanti
stanno lavorando per trovare delle soluzioni per altri settori
industriali come priorità, ma c'è fiducia nel fatto
che materiali isolanti per containers che non facciano uso di
HCFCs saranno pronti prima che le nu0ove disposizioni legislative
abbiano effetto. Però i programmi d'azione non lasciano
molto tempo per la sperimentazione.
C'è un elemento di controversia sulle nuove regole, che
molti possessori di containers ritengono essere controproducenti
nella battaglia per proteggere la terra dall'inquinamento. Dice
Hatton: "Abbiamo già dovuto eliminare gradualmente
l'R11 come agente di scarico, e adesso stiamo usando l'R14b, ma
le nuove schiume perdono di più delle vecchie. Così
siamo costretti ad usare più energia e non è una
cosa intelligente da farsi da un punto di vista ambientalista".
Aggiunge poi: "Non so che cosa uscirà fuori dal voler
rimpiazzare le miscele di HCFCs come l'R141b, ma c'è il
pericolo di guardare alle cose in un'ottica isolata, dato che
si potrebbe venirne fuori con un prodotto meno efficace. Si potrebbero
causare più danni che benefici".
Un punto interrogativo resta: i containers, ovvero altri pezzi
dell'equipaggiamento di refrigerazione e di hardware del trasporto,
dovranno essere sottoposti ad un controllo annuale delle perdite?
La clientela, insieme alle autorità, potrebbe decidere
di avere delle prove del fatto che una particolare unità
container, o altre apparecchiature refrigeranti di bordo, siano
state effettivamente controllate.
Robert Heap, presidente della Cambridge Refrigeration Technology
(CRT), dice: "Dipende molto da come le varie Nazioni europee
rinforzeranno queste leggi. Le disposizioni potranno dire che
certe cose saranno fatte, ma in realtà l'interpretazione
è lasciata agli Stati membri. Le compagnie di navigazione
sono altamente interessate a questo aspetto di sviluppo della
legge."
Tutte le unità frigo sono sottoposte ad ispezioni pre-viaggio
(PTI) in ogni caso, e questo potrebbe sostituire i controlli sulle
perdite. Potrebbe essere che le pratiche industriali standard
siano sufficienti ad assecondare le nuove regole di legge.
Anche l'insistenza dell'Unione Europea sulle qualifiche per i
movimenti delle singole unità frigo potrebbe costituire
un problema. È probabile, comunque, che sia facilmente
risolto attraverso programmi di training, una volta chiariti tutti
i requisiti richiesti dalle esigenze dei singoli Stati membri.
Nel lungo periodo c'è un'ansia crescente nel business dello
shipping sul futuro degli HFCs, che sono degli agenti riscaldanti
globali. Alcune nazioni europee hanno suggerito che gli HFCs non
sono una tecnologia sostenibile nel lungo termine, e ci sono state
richieste da alcune parti che questi venissero eliminati progressivamente.
Attualmente si sta lavorando su soluzioni di lungo termine al
di fuori della sfera degli HCFCs, ma non saranno disponibili per
molti anni. Si ritiene che il diossido di carbone possa offrire
una risposta parziale per qualche verso, e i progetti di ricerca
che utilizzano il CO2 nei containers sono già
in corso di sviluppo. Ma mettere i CO2 nelle unità
refrigeranti dei containers richiederebbe tecnologie completamente
nuove, a maggiore livello di pressione, ed i rischi potrebbero
superare i potenziali benefici. In ogni caso, è stato suggerito
che le chances di sviluppare con successo un'unità refrigerante
per containers a base di CO2 non sarebbero più
di 50/50 e ci potrebbe volere più di un decennio prima
che sia pronto un prototipo.
Dal canto loro, le compagnie chimiche stanno cercando di sviluppare
prodotti completamente nuovi che potrebbero un giorno o l'altro
dare una soluzione al dilemma. Dupont , ad esempio, ha progetti
di ricerca e sviluppo di lungo raggio che mirano a trovare sostanze
a bassa temperatura che vadano bene anche come agenti di refrigerazione.
John Morley, technical product manager, dice: "Parliamo del
design di un prodotto completamente nuovo. Sappiamo che la chimica
delle sostanze esistenti è stata tutta completamente esaminata,
così si cerca un input nuovo per imboccare una nuova strada".
Anche se questo input si trovasse domani, ci vorrebbero però
almeno 10 o 20 anni perché la nuova sostanza sia disponibile
per il commercio. Nuovi processi di manifattura e sistemi di sicurezza
dovrebbero studiarsi e testarsi e si dovrebbe costruire il necessario
impianto di fabbricazione.
Decisioni a lungo termine
Così, per il possibile scenario futuro, possessori ed operatori
di containers possono stare tranquilli dato che non ci sarà
minaccia immediata per la tecnologia a base di HFC su cui hanno
investito, siccome prima del 2010 non sarà disponibile
una valida alternativa dal punto di vista economico o tecnico.
E prima ancora ci saranno almeno altri 10 anni per provare la
nuova tecnologia prima che gli HFCs siano eliminati definitivamente.
I proprietari di navi con unità frigo, comunque, avranno
da fare delle scelte più drastiche ed immediate. L'R22
è ormai sul viale del tramonto coi nuovi sistemi di refrigerazione
marina, e si dovranno utilizzare altri prodotti. Non sono state
ordinate navi con unità frigo negli ultimi 18 mesi, e nessuna
sarà acquistata prima della metà del 2001, se tutto
va bene, così si dovranno ritardare le decisioni prese.
L'opzione più plausibile, allorché ricomincerà
l'attività di nuove costruzioni, è che le compagnie
opteranno per sistemi basati sugli HFCs, come l'R404a, l'R507
o l'R407c, che sono un po' meno efficienti dell'R22, ma operano
con procedimenti simili. Con navi che hanno una vita di 25-30
anni, contro i 15 di un container, questo è un elemento
di rischio, anche perché gli HFCs potrebbero essere sottoposti
ad altre nuove disposizioni di legge in futuro. L'ammoniaca ed
il diossido di carbone potranno dimostrarsi opzioni migliori nel
lungo termine, soprattutto la prima, che ha riscosso molto successo
nel recente passato ed è stata installata con buoni risultati
in una serie di navi adibite al trasporto di containers frigo
per Noboa costruite nei primi anni Novanta.
(da: Cargo Systems, Ottobre 2000)
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