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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XX - Numero 1-2/2002 - GENNAIO-FEBBRAIO 2002 |
Logistica
La corsa dell'oro della logistica in Cina
"Il 10° piano quinquennale (2001-2005) identifica il
settore della logistica come una delle aree prioritarie del futuro.
Dovranno essere compiuti notevoli sforzi al fine di introdurre
nuove tecnologie informatiche, sviluppare la gestione della catena
delle forniture, la logistica e molteplici modalità di
trasporto". Ciò è stato asserito da Ding Junfa,
ricercatore e vice presidente esecutivo della "Associazione
Logistica ed Acquisizioni della Cina" di recente istituzione,
nel corso di un seminario sulla logistica cinese svoltosi a Shanghai
nello scorso mese di agosto.
Prima di questa iniziativa, a marzo del 2001, la SETC (Commissione
Statale per l'Economia ed il Commercio Estero) e cinque altri
ministeri correlati ai trasporti hanno siglato una direttiva sulla
politica nazionale intitolata "opinione consultiva sui metodi
per accelerare la crescita del settore logistico cinese".
E' stato altresì costituito dalla SETC il Consiglio Consultivo
per la Logistica Moderna al fine di indirizzare la logistica in
Cina. Tuttavia, è stato fatto trapelare che il governo
centrale lascerà la determinazione dell'indirizzo politico
al mercato, mentre si riserverà il compito di coordinare
le infrastrutture e di assegnare le risorse.
Questi sviluppi sottolineano l'impegno del governo cinese allo
scopo di far sì che l'efficienza del proprio settore logistico
e dei 3PL interni alla fine possano reggere bene il confronto
con mercati maturi quali l'Europa e gli Stati Uniti. Ciò
che è vitale per gli attuali fornitori di servizi logistici,
in particolare le imprese nazionali, è riuscire a tenere
il passo nei confronti della crescita prevista (specialmente nelle
importazioni) nei prossimi cinque anni. Reti distributive efficienti
incoraggeranno altresì i produttori stranieri a realizzare
nuovi impianti, potenziando la crescita economica cinese. Anche
il numero dei seminari internazionali sulla logistica che hanno
avuto luogo in Cina lo scorso anno ha contribuito ad elevare il
profilo del settore.
Fino ad ora, la mancanza di una politica logistica nazionale
coordinata ed unificante, di una rete informatica sofisticata,
di un numero sufficiente di personale addestrato, di magazzini
moderni e di un gruppo riconosciuto di 3PL hanno frenato un serio
sviluppo della logistica. Ma ciò presto dovrebbe cambiare
in modo eclatante.
Il governo sta cominciando ad impiegare denaro nella creazione
di una rete di centri di snodo logistici nazionali. Ad esempio,
Shenzen, nella Cina meridionale, che comprende i terminal contenitori
di Chiwan, Yantian e Shekou, è già conosciuto come
un importante centro logistico. Altri fondi sono stati assegnati
allo sviluppo di reti stradali, ferroviari e fluviali.
Altrove, si pensa che 1,3 miliardi di dollari USA dovrebbero
essere investiti in un centro logistico e distributivo a Pechino.
Quest'ultimo, che dovrebbe essere completato nel 2006, disporrà
di un'area complessiva di 3 milioni di m3: la più
grande del suo genere nella Cina settentrionale. Allo stesso tempo,
1,2 miliardi di dollari USA sono stati messi a disposizione al
fine di ampliare l'area della Zona Franca di Waigaoqiao di Shanghai.
Si tratta di un'iniziativa essenziale, dal momento che i volumi
containerizzati del porto in questione sono aumentati del 30%
nel 2000. Allo scopo di realizzare il potenziale di Waigaoqiao
quale importante hub logistico internazionale, il suo comitato
amministrativo ha intenzione di attirare 10 importanti vettori
marittimi e 20 3PL internazionali entro il 2005. Tuttavia, i nuovi
piani finalizzati allo sviluppo del progetto portuale di Yangshan,
nei pressi di Shanghai, potrà influenzare la scelta della
localizzazione futura da parte delle imprese logistiche.
Peraltro, allo scopo di sviluppare la logistica, la Cina deve
conservare la propria nuova posizione "liberale" verso
norme e regole che possano fare al caso delle imprese straniere
e completare il proprio rinnovamento infrastrutturale.
Molte imprese cinesi ancora ignorano che cosa significhi realmente
la logistica e quanti vantaggi potrebbe apportare loro. A dimostrazione
di ciò, basti dire che la percentuale dei costi logistici
rispetto ai costi produttivi complessivi in Cina è ancora
del 20-30% in confronto al solo 10% dei paesi sviluppati. Perciò,
la necessità di fornitori logistici efficienti e ad elevata
qualità dotati di una rete pan-cinese è la cosa
più urgente in assoluto. Questa è l'area che i fornitori
stranieri di logistica già affermati in Europa e negli
Stati Uniti vorrebbero ampliare ulteriormente. Alcuni operatori
cinesi temono di essere lasciati indietro in questa corsa.
Pertanto, chi sono i principali soggetti interessati e quali
sono le loro strategie? In buona sostanza, il gioco per lo più
è comandato da chi al momento dispone di una autorizzazione
del Ministero delle Comunicazioni ad operare nel settore logistico.
Solamente poche imprese straniere hanno lo stato di "organismi
a partecipazione completamente estera", il che significa
che esse hanno il diritto di impegnarsi in servizi logistici e
cosiddetti servizi a valore aggiunto senza dover transitare attraverso
terzi. Tra loro vi sono le consociate di importanti vettori marittimi,
quali la Maersk Logistics, la APL Logistics, la PONL (P&O
Nedlloyd Logistics), la NYK e la OOCL. Quest'ultima società
è un importante operatore logistico.
Ma la questione è ancor più complessa. Paul Man,
direttore generale per la Cina centro-settentrionale della APL
Logistics, spiega: "Siamo stati la prima società straniera
a ricevere un'autorizzazione ad ottenere lo stato di "organismo
a partecipazione completamente estera" nel 1996, il che ci
ha consentito di espletare attività di spedizione di merci.
Prima che avvenisse questo, il mercato era aperto solamente alle
imprese cinesi od alle joint-ventures. Nel 1996, nessuno in Cina
sapeva davvero che cosa fosse la logistica, ma la nostra autorizzazione
rappresentava la cosa che maggiormente le si avvicinasse e ci
ha fornito un raggio d'azione di attività sufficiente ad
impegnarci nella gestione della catena delle forniture".
In sostanza, secondo Man una vera e propria autorizzazione logistica
ad imprese straniere non esiste in realtà, il che mette
nuovamente in evidenza la natura immatura del mercato.
La APL Logistics nel 2001 si è attivata al fine di migliorare
le relazioni strategiche con i fornitori di trasporto cinesi,
ampliando le proprie operazioni e dandovi una maggiore copertura
geografica. Questa attività in joint-venture è una
strategia utilizzata da molte imprese straniere al fine di semplificare
complesse normative che definiscono la loro sfera di operazioni.
A giugno del 2001, la APL Logistics ha firmato accordi con due
società: la ECRE (Eastern China Railway Express), una consociata
del Ministero dei Trasporti cinese, e la STG (Shenyang Transportation
Group), una importante impresa di autotrasporto nel nord-est cinese.
Si ritiene che siano in atto altre joint-ventures con società
cinesi in altre zone geografiche.
Come avviene per la maggior parte delle società straniere,
l'attività primaria della APL consiste nel consolidamento
in esportazione per i mercati internazionali; tra i suoi clienti
vi sono la JC Penney, la Nike, la K Mart e la Ikea.
Le imprese cinesi tendono ad attaccarsi ad operatori marittimi
cinesi, quali la Cosco e la Sinotrans, in particolar modo rispetto
alla logistica interna, sebbene ciò stia cominciando a
cambiare. Speciali autorizzazioni sono richieste anche agli stranieri
che vogliano impegnarsi nella logistica interna, il che spiega
perché tale attività viene per lo più condotta
attraverso terzi o joint-ventures.
Man sottolinea che la cosa interessante è che gran parte
del consolidamento in esportazione avviene ancora sulla costa,
particolarmente a Shanghai, a causa della proliferazione dei servizi
marittimi di quel porto alla volta di moltissime destinazioni
mondiali. Le merci vengono consegnate dai fornitori ai centri
distributivi dal momento che la maggior parte dei clienti comprano
secondo termini FOB presso la città costiera, di modo che
non vi è alcuna necessità al momento attuale di
estendere i servizi all'interno. Nel caso della APL, si riscontra
un certo numero di uffici interni e possono facilmente essere
stipulati accordi con magazzini conosciuti. Sebbene non possegga
di per sé nessun camion, la APL subappalta i servizi di
autotrasporto quando ce n'è richiesta ad affermate imprese
locali, oppure si perviene ad accordi di trasporto sia con la
ECRE che con la STG.
Le relativa inadeguatezza delle infrastrutture cinesi si riverbera
sulle capacità di trasporto di tutte le imprese coinvolte
nella logistica, ma è proprio la loro capacità di
far fronte a tali problemi che le contraddistingue. Commenta Man:
"Bisogna costruirsi la propria rete e compensare tali difficoltà".
Su questo argomento, Steffen Schiottz-Christensen, direttore generale
della Maersk Logistics China esprime questo semplice concetto:
"Noi non ammettiamo problemi, solo sfide. Ciò ci spinge
in modo impellente a stabilire relazioni unicamente con fornitori
di servizi ad alta qualità e crediamo di averlo sempre
fatto".
Come già detto in precedenza, la mappa della logistica
in Cina sta rapidamente cambiando ed è un segno dei tempi
che la APL Logistics ed una altra impresa estera siano state invitate
a far parte del Consiglio Consultivo per la Logistica Moderna
della SETC. Ciò suggerisce che le imprese straniere facciano
la differenza e - cosa ancor più importante - che il governo
cinese è disposto ad ascoltarle. La partecipazione al consiglio
inoltre fornisce ai soggetti non cinesi per la prima volta l'opportunità
di rappresentare le proprie preoccupazioni ai detentori del potere
decisionale e politico.
Schiottz-Christensen della Maersk Logistics spiega ulteriormente
la natura dinamica del mercato cinese: "Il mercato sta mutando
e c'è una maggiore domanda di servizi logistici di qualità.
La concorrenza cinese, quale quella della Sinotrans, sta emergendo,
ma lo stesso sta facendo il cliente cinese. Registriamo una maggiore
domanda da parte di imprese cinesi che di norma sarebbero andate
dritte da un operatore nazionale. Il mercato si sta spostando
all'unisono in direzione di un settore logistico più flessibile
e noi dobbiamo essere pronti a far fronte al mutamento di tali
esigenze".
Schiottz-Christensen ritiene che la sua società sia il
maggior fornitore straniero di logistica in Cina nonché
la meglio attrezzata per soddisfare la sfida proveniente dal mercato.
Dopo l'ottenimento nel 1998 della propria autorizzazione concernente
lo stato di "organismo a partecipazione completamente estera",
la sua rete è cresciuta sino a comprendere 15 uffici, tra
cui nove con qualità di succursale. Sia il numero di persone
impiegate sia i volumi trasportati sono aumentati del 600% in
questo periodo. Una rete pan-cinese è ovviamente decisiva
al fine di mettere in grado una società di catturare quote
di mercato e la Maersk Logistics sta tentando di fare proprio
questo: tra i nuovi uffici costituiti vi sono quelli delle città
dell'interno di Harbin e Chongqing. Anche le strette relazioni
della società con la TMT Multimodal Transport, cioè
la filiale della AP Moller che si occupa delle operazioni ferroviarie
intermodali, rappresentano un grosso vantaggio.
Di concerto con la sua politica primaria consistente nell'essere
in grado di controllare le proprie operazioni, nell'estate del
2001 la Maersk Logistics ha inaugurato un centro distributivo
nazionale a Shanghai. Spiega Schiottz-Christensen: "Per tutto
ciò che attiene le prassi lavorative, abbiamo il controllo
completo del nostro centro distributivo. Ed è una prassi
diversa da quella dei centri gestiti dalle altre società
che debbono servirsi di terzi. Esso è destinato sia alla
distribuzione delle importazioni sia al consolidamento delle esportazioni,
ed è nostra intenzione ampliarci ulteriormente e costituire
una rete pan-cinese di magazzinaggio e distribuzione operativa
a pieno regime".
La Maersk Logistics ha inoltre effettuato degli sforzi notevoli
in ordine allo sviluppo della tecnologia informatica. La gamma
completa dei suoi prodotti informatici, disponibili attraverso
M*Power®, fornisce ai clienti cinesi i medesimi servizi che
vengono svolti in Europa e negli Stati Uniti. Sebbene molte imprese
ancora preferiscano i metodi tradizionali di contatto come il
fax, sembra che la Maersk Logistics abbia un vantaggio rispetto
ai propri concorrenti in questa zona. Schiottz-Christensen ha
una opinione propria circa tale questione: "Noi non facciamo
solo logistica, ma abbiamo anche a che fare con la tecnologia
della trasparenza e dell'informazione, perché si tratta
davvero di ciò che vendiamo. La logistica non riguarda
soltanto il trasporto o la movimentazione fisica delle merci,
ma è anche in gran parte il flusso di informazioni dal
punto di produzione al punto di consumo, e noi siamo sulla breccia
perché siamo all'origine del carico e possiamo dare il
via alla catena delle forniture".
La fiducia della Maersk Logistics nella propria capacità
è evidenziata dal fatto di essere stata prescelta in esclusiva
dal governo cinese quale garante per l'attività logistica
delle Olimpiadi di Pechino 2008. Da alcuni questo potrebbe essere
considerato un bel colpo, considerato il numero di grossi fornitori
logistici controllati dallo stato tra i quali scegliere, ma lì
la Maersk Logistics viene considerata per lo più come una
società di concezione "cinese", dato che ha un
nome da lungo tempo affermato nel paese.
Commenta Schiottz-Christensen: "La pianificazione dei Giochi
Olimpici è ancora da fare, ma noi speriamo di essere coinvolti
in qualche modo nella movimentazione fisica delle merci".
Se l'impatto complessivo dovesse essere simile a quello delle
Olimpiadi di Sidney 2000 sulle importazioni australiane, allora
la Maersk Logistics dovrebbe assistere ad un grosso incremento
delle proprie attività. Anche la sua recente acquisizione
di certe attività della DSL, società logistica con
sede negli USA, da tempo presente in Cina e dotata di notevole
esperienza circa il mercato locale, dovrebbe metterla in una buona
posizione, oltre ad accrescere il suo impegno complessivo.
Un'altra ditta straniera con una reputazione consolidata in Cina
è la PONL. La società dispone di sei uffici autorizzati
ad occuparsi di logistica in Cina con il nome di PONL China Logistics
e ha una società in joint-venture a Tianjin con la Commercial
Bonded Warehouse, che è stata la prima del suo genere alla
metà degli anni '80. Questa società appartiene in
parti eguali alla Autorità Portuale di Tianjin ed alla
PONL.
Peter Lee, direttore generale della PONL China, ha espresso questo
parere in merito al potenziale di crescita logistica: "La
Cina è un mercato logistico molto grande e vi esistono
già centinaia di fornitori di logistica, ma il fatto che
esso sia gestito bene od a livello internazionale è un'altra
faccenda. C'è tanto spazio per un'espansione in Cina, ma,
considerato che quest'anno possiamo pensare di incrementare solamente
del 10% i nostri trasporti da banchina a banchina, nel settore
logistico il desiderio è quello di arrivare sino ad un
aumento del 60-100%".
Un'altra impresa straniera agli inizi o che spera di impegnarsi
nella logistica cinese è la CMA CGM. Non dispone ancora
di alcuna autorizzazione logistica, ma la sua forte rappresentanza
quanto ad uffici la metterà in grado di cominciare a penetrare
nel mercato alla svelta una volta ottenuto semaforo verde.
Fare confronti tra le entità straniere e le grosse imprese
cinesi controllate dallo stato quali la China Shipping e la Cosco
è difficile, dal momento che entrambe non collaborano al
riguardo. Tutte e due, comunque, posseggono società specializzate
in autotrasporto ed in agenzia marittima e sono molto forti quanto
alla logistica interna. Tuttavia, i clienti cinesi stanno cominciando
a migrare verso fornitori di logistica stranieri che i soggetti
nazionali vedono come una minaccia.
Il vice presidente della Cosco, Gao Weije, ha chiarito all'inizio
del 2001 che la società stava programmando la costituzione
di una filiale specializzata in logistica. Tuttavia, ad oggi,
non sono stati forniti dettagli precisi al riguardo. Anche altre
affermate società multinazionali straniere che non affidano
a terzi le funzioni logistiche hanno una salda presenza nel mercato
cinese.
Alcune imprese straniere si stanno facendo avanti nel mercato
cinese della logistica internazionale; a questo proposito, sembra
che a scandire i tempi siano sia la Maersk Logistics sia la APL.
Occorrerà tempo per radicare saldamente la loro presenza
nel mercato logistico nazionale. Per quel che riguarda la Maersk
Logistics, esistono pochi dubbi circa la direzione da prendere
in Cina. Dichiara Schiottz-Christensen: "L'ordine del giorno
è quello di persistere nella rapida espansione guidata
dalla domanda di mercato, e poi di arrivare ad essere il principale
fornitore di logistica per tutte le imprese presenti od in arrivo
in Cina. Vogliamo far funzionare al meglio il potenziale e prendere
parte attiva nello sviluppo delle infrastrutture logistiche in
Cina".
Ciononostante, il ruolo del governo cinese nel coordinamento
delle risorse e nel miglioramento delle infrastrutture costituirà
un aspetto-chiave nella determinazione del relativo successo delle
imprese straniere. Spiega Man della APL: "Dato che la logistica
è in pieno bollore, tutti quanti stanno cercando di realizzare
nuove infrastrutture ed ogni ministero competente sta provando
a farsi i fatti propri il che è uno spreco di risorse.
C'è bisogno che tutto ciò sia organizzato meglio".
Una volta ottenuto questo risultato, il mercato logistico cinese
dovrebbe diventare una miniera d'oro per le imprese straniere.
(da: Containerisation International, gennaio 2002)
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