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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XX - Numero 5/2002 - MAGGIO 2002 |
Studi e ricerche
La situazione della flotta globale delle portacontainers
La CP Ships si è assicurata ben 800 milioni di dollari
presso i propri principali finanziatori, destinandoli esclusivamente
all'acquisizione negli ultimi due anni di portacontainers nuove
e di seconda mano. Questo è significativo, poiché
sino a poco tempo fa la compagnia possedeva solo poche delle sue
navi. Fatta eccezione per alcune navi da 1.000 a 2.200 TEU rinforzate
per il ghiaccio per i suoi servizi Canada Maritime e Cast Europa-Montreal,
nonché per quattro navi da 3.000 TEU affiliate alla Marad
battenti bandiera statunitense, ereditate ai tempi dell'acquisizione
della Lykes Lines nel 1997, la maggior parte della flotta di navi
della CP Ships è stata noleggiata.
Nel 2001, la compagnia di navigazione in questione ha acquistato
non meno di sei delle otto navi della classe P da 3.266 TEU della
Yang Ming costruite negli anni '80, le quali erano diventate non
più necessarie al vettore taiwanese a seguito della consegna
di nuovo tonnellaggio post-panamax. Inoltre, sono state acquisite
tre navi da 2.000 a 3.000 TEU da proprietari tedeschi di unità
non di linea. Molte di queste acquisizioni di seconda mano sono
state collocate nelle operazioni transatlantiche e transpacifiche
della Lykes e della TMM Lines della CP Ships. Quest'ultima ha
dichiarato che nell'immediato futuro potrebbe acquistare altro
tonnellaggio di seconda mano.
Le ordinazioni di nuovo tonnellaggio sono avvenute nel contesto
dell'iniziativa della CP Ships finalizzata a farla diventare un
proprietario significativo di portacontainers. La compagnia ha
un registro di ordinazioni di 10 navi, con una capacità
complessiva di spazi-containers pari a 36.500 TEU, che dovrebbero
pervenire in servizio entro i prossimi due anni. Le unità
si riferiscono a 5 navi da 3.200 TEU ordinate alla China Shipbuilding
Corporation di Taiwan per il servizio Lykes Lines, a 3 navi da
4.100 TEU per i suoi servizi Europa-Australasia della Contship
ed a 2 navi da 4.100 TEU per le operazioni su Montreal della Canada
Maritime, tutte quante ordinate alla sud-coreana Daewoo.
Un altro vettore marittimo che sta ampliando la percentuale delle
portacontainers di proprietà è la francese CMA CGM,
che adesso rappresenta l'ottavo vettore marittimo a livello mondiale.
Essa ha acquistato le sue prime navi nuove solamente nel 1997
(3 unità da 4.000 TEU) e ha investito in una serie di navi
post-panamax da 6.500 TEU consegnate nel 2001.
Quattro di queste navi appartengono alla compagnia e sono gestite
dalla medesima, e viaggiano sotto bandiera francese utilizzando
il sistema fiscale francese inerente all'affitto di tipo leasing,
mentre altrettante navi sono state noleggiate a lungo termine
dal proprietario tedesco Conti Reederei. La CMA CGM dispone altresì
di una notevole flotta di navi ancora sotto ordinazione per conto
proprio, tra cui 4 navi da 2.200 TEU destinate a rimpiazzare il
tonnellaggio costruito negli anni '70, nonché un paio di
unità da 4.367 TEU che andranno probabilmente a spodestare
le navi noleggiate dai propri servizi Asia/Mediterraneo. Anche
queste navi di proprietà beneficiano del sistema fiscale
francese sul leasing.
Ad ogni modo, che cosa c'è dietro queste acquisizioni?
Raja Sarkis, vice presidente alle finanze della CMA CGM, commenta:
"Riguardo all'approvvigionamento di navi per il nostro gruppo,
direi che il nostro approccio è di tipo opportunistico.
Esso, infatti, si concentra su due esigenze: redigere il nostro
bilancio di esercizio e fornire ai nostri dirigenti di linea gli
strumenti migliori per conseguire i costi minori e la migliore
produttività. In seguito a ciò, la nostra flotta
si suddivide tra navi di proprietà, navi noleggiate a lungo
termine e navi noleggiate a breve termine, ma resta il fatto che
le navi di proprietà fanno parte della nostra strategia".
Certamente, la CP Ships e la CMA CGM nella loro struttura attuale
sono compagnie di navigazione di linea relativamente giovani,
che si sono espanse rapidamente sulla base di navi noleggiate.
Secondo Mark McVicar, analista di trasporti presso la divisione
finanziaria navi della Dresdener Kleinwort Wasserstein, "se
si vuole dare il via alla svelta ad una linea di trasporto contenitori
e non si dispone di un mucchio di capitale, il mezzo più
rapido per costituire una flotta è quello del mercato del
noleggio".
La CSCL (China Shipping Container Lines) è il più
recente esempio di questa politica, avendo inaugurato il suo primo
importante servizio di linea nel 1998, dall'Asia all'Europa, equipaggiato
interamente con tonnellaggio noleggiato. Attualmente, essa possiede
solamente il 10% della sua flotta operativa dalla capacità
di 132.000 TEU, ma ha effettuato ordinazioni per conto proprio
di 5 navi da 4.050 TEU e 8 navi da 5.500 TEU in consegna per il
prossimo anno.
PORTACONTAINERS NOLEGGIATE E POSSEDUTE OD IN LEASING
DEI PRIMI 20 VETTORI MARITTIMI, RISULTANTI A MARZO 2002
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Classifica
| Posseduti /
gestiti
in servizio
TEU (navi)
| Noleggiati
in servizio
TEU (navi)
| Capacità
totale
TEU (navi)
| Percent.
Di spazi - containers
posseduti
| Posseduti
sotto
ordinaz.
TEU (navi)
| Noleggiati
sotto ordinaz.
TEU (navi)
|
1 | Maersk Sealand 1
| 442.199 (129) |
250.228
(146)
| 692.427
(275)
| 64% | 96.020
(18)
| 40.032
(13)
|
2 | P%O Nedlloyd 2
| 216.159
(62)
| 167.093
(90)
| 383.252
8152)
| 56% | -
| 24.612
(6)
|
3 | MSC
| 180.574
(87)
| 162.183
(82)
| 342.757
(169)
| 53% | 25.916
(4)
| 33.750
(5)
|
4 | Hanjin/Senator
| 89.738
(20)
| 215.455
(66)
| 305.193
(86)
| 29% | -
| 55.795
(11)
|
5 | Evergreen Group 3
| 265.406
(103)
| 29.153
(16)
| 294.559
(119)
| 91% | 25.468
(7)
| - |
6 | Coscon
| 227.704
(117)
| 19.435
(16)
| 247.139
(133)
| 92% | 10.892
(2)
| - |
7 | APL
| 143.126
(40)
| 101.811
(42)
| 244.937
(82)
| 58% | 15.936
(4)
| 20.377
(4)
|
8 | CMA CGM 4
| 65.377
(22)
| 129.009
(73)
| 194.386
(95)
| 34% | 24.262
(8)
| 13.579
(4)
|
9 | NYK 5
| 113.499
(43)
| 58.291
(37)
| 171.790
(80)
| 66% | 77.016
(14)
| - |
10 | K Line
| 103.749
(30)
| 59.981
(29)
| 163.730
(59)
| 63% | 27.880
(5)
| - |
11 | CP Ships 6
| 71.466
(31)
| 82.404
(43)
| 153.870
(74)
| 46% | 36.500
(10)
| 24.300
(6)
|
12 | OOCL
| 80.351
(19)
| 70.494
(31)
| 150.845
(50)
| 53% | 49.136
(7)
| 16.162
(5)
|
13 | Hyundai
| 75.481
(20)
| 66.838
(18)
| 142.319
(38)
| 53% | 5.551
(1)
| 13.043
(4)
|
14 | CSCL
| 14.914
(24)
| 132.517
(49)
| 147.431
(73)
| 10% | 64.250
(13)
| 32.443
(8)
|
15 | MOL Lines
| 86.537
(26)
| 51.142
(30)
| 137.679
(56)
| 63% | 49.906
(9)
| 18.000
(4)
|
16 | Zim
| 53.835
(18)
| 76.387
(52)
| 130.222
(70)
| 41% | -
| 29.238
(6)
|
17 | Hapag-Lloyd
| 102.801
(25)
| 21.226
(7)
| 124.027
(32)
| 83% | 22.518
(3)
| 27.000
(4)
|
18 | Yang Ming
| 89.495
(26)
| 30.909
(14)
| 120.404
(40)
| 74% | 4.800
(4)
| - |
19 | CSAV 7
| 2.568
(3)
| 93.760
(43)
| 96.328
(46)
| 3% | -
| 3.091
(7) 9
|
20 | Hamburg Sud 8
| 36.771
(14)
| 52.977
(32)
| 89.748
(46)
| 41% | 3.739
(1)
| 5.048
(2)
|
Note: 1 = Comprende le flotte delle consociate della AP Moller (Portlink & Safmarine)
2 = Comprende le flotte delle consociate interamente partecipate Farrell Lines e Mercosul Lines
3 = Comprende le flotte della consociata interamente partecipata Lloyd Triestino e della affiliata Uniglory
4 = Comprende le flotte delle consociate interamente partecipate ANL e Feeder Associate Systems
5 = Comprende le flotte della consociata interamente partecipata Tokio Senpaku Kaisha
6 = Comprende le flotte di: ANZDK, Canmar, Cast, Contship, Lykes & TMM Lines
7 = Comprende le flotte delle consociate interamente partecipate Libra, Montemar e Norasia
8 = Comprende le flotte delle consociate interamente partecipate Alianca, Columbus Lines e CAT
9 = La CSAV possiede una quota del 50% in tre delle sette navi sotto ordinazione
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Fonte:C.I. On-line
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Al contrario, la Evergreen Group, che da sempre per tradizione
possiede e gestisce per intero la propria flotta di navi, con
l'eccezione di una manciata di noleggi a breve termine, ha preso
l'iniziativa di vendere navi per farsele noleggiare di ritorno.
Negli ultimi mesi, la Evergreen ha venduto la sua intera flotta
di navi del tipo L da 1.894 TEU costruite alla fine degli anni
'70 ed all'inizio degli anni '80 , nonché due unità
del tipo GX da 3.428 TEU costruite nel 1998 all'operatore non
di linea greco Technomar Shipping.
Quale che sia la ragione di queste dismissioni, le navi non appaiono
più sul bilancio di esercizio della compagnia di navigazione.
Esse, adesso, rappresentano solo un "costo" sul conto
dei profitti e delle perdite della Evergreen.
Tuttavia, sarebbe sbagliato suggerire che la Evergreen stia abbandonando
la strada della proprietà delle navi. La compagnia possiede
ancora oltre il 90% della propria capacità di portacontenitori
e sta al momento aggiungendo nuove navi da 6.332 TEU ai propri
servizi transpacifici. Questi ultimi sono stati finanziati mediante
accordi inerenti al sistema fiscale britannico sul leasing e,
ai sensi di tali accordi finanziari (assicurati dalla Halifax
Asset Finance unitamente al sistema fiscale sul tonnellaggio britannico),
la Evergreen ha costituito una divisione operativa navale con
sede a Londra, la Hatsu Marine.
Secondo R. J. Owng, vice presidente esecutivo della Evergreen
Marine Corporation, "il leasing viene utilizzato come un'altra
fonte di finanziamento ed è un'alternativa al debito bancario
o ad altri prodotti finanziari a medio termine. Nel mercato britannico,
un leasing può altresì fare conto sull'effettiva
utilizzazione delle detrazioni disponibili per gli investimenti
di capitale in interessi quali le navi".
Il leasing delle navi su base fiscale consente ai vettori marittimi
di perseguire gli stessi scopi del noleggio. Esso mette i vettori
marittimi in grado di acquisire navi senza che tali beni appaiano
sul bilancio di esercizio; si tratta di un'importante fattore
per quelle compagnie che hanno bisogno di adeguare il proprio
capitale al fine di attirare futuro capitale azionario attraverso
il mercato borsistico.
La differenza rispetto al noleggio sta nel fatto che gli accordi
di leasing vengono normalmente stipulati per un periodo più
lungo e che le tariffe di "leasing" dovrebbero essere
meno care rispetto a quelle di noleggio in relazione alla stessa
nave, dal momento che vi sono vantaggi fiscali per il noleggiatore.
Ciò dipende dalle generose detrazioni inerenti al deprezzamento
normalmente offerte dalla maggior parte dei regimi fiscali per
le navi nuove. Al fine di trarre vantaggio da queste detrazioni,
tuttavia, le compagnie di navigazione hanno bisogno di ricavare
notevoli profitti, cosa verso la quale talvolta i noleggiatori
sembrano essere più portati dei vettori marittimi. Ai sensi
degli accordi di leasing, il vettore marittimo è normalmente
responsabile delle operazioni di gestione della nave.
Anche la MSC (Mediterranean Shipping Company) da sempre tradizionalmente
possiede una grossa percentuale della propria flotta, e quest'ultima
in origine era stata costituita mediante l'acquisizione di tonnellaggio
di seconda mano, sebbene negli ultimi anni la compagnia abbia
intrapreso un esteso programma di nuove costruzioni per una serie
di navi da 4.000 e 6.500 TEU. La MSC ha tratto grandi vantaggi
dall'attuale debolezza delle tariffe di noleggio, in particolar
modo nelle classi da 2.000 a 4.000 TEU. Essa ha recentemente affittato
diverse navi di questa fascia, mentre in passato la compagnia
avrebbe con tutta probabilità preso in considerazione l'idea
di effettuare acquisti nel tonnellaggio di seconda mano allo scopo
di espandere la propria flotta.
Pertanto, i principali operatori mondiali di linea starebbero
portando sullo stesso piano il loro affidamento sulle navi noleggiate
e gestite/possedute al fine di far fronte ai propri servizi di
linea. Commenta McVicar: "Negli ultimi tempi è emerso
un modello tipico di attività e la PONL (P&O Nedlloyd)
ne costituisce un buon esempio. A titolo indicativo, laddove la
compagnia ha un impegno a lungo termine in relazione ad un traffico
primario quale l'Asia/Europa, lì acquisterà navi
proprie, sebbene con qualche implicazione fiscale inerente al
noleggio finanziario, ovvero si affiderà ad accordi di
noleggio a lungo termine fino a 10 anni. Dove invece il servizio
è soggetto ad un sacco di cambiamenti in ordine ai modelli
di traffico ed ai volumi (ad esempio, traffici sudamericani),
allora noleggeranno le navi".
Jan-Piet Baars, direttore addetto alla capacità ed al
noleggio della flotta alla PONL, conferma la filosofia operativa
navale della compagnia: "In effetti, la nostra politica è
quella di avere un misto di tonnellaggio di proprietà e
noleggiato nella proporzione di 55% posseduto e 45% noleggiato
in termini di capacità di spazi-containers. Questa politica
ci dà la flessibilità che vogliamo". Baars
aggiunge che, in termini di tonnellaggio posseduto, la PONL si
concentra su grandi navi impiegate nei traffici est/ovest.
Certamente in un momento di ribasso nel mercato di linea, come
è quello attuale, questa flessibilità costituita
da una flotta mista di tonnellaggio posseduto e noleggiato è
vantaggiosa per i vettori costretti a tagliare la capacità.
Le recenti iniziative da parte della New World Alliance (APL,
Hyundai e MOL), della Grand Alliance (Hapag-Lloyd, MISC, NYK,
OOCL e PONL) e dalla Maersk Sealand nel senso di tagliare l'eccesso
di capacità nei traffici Asia/Europa è stata resa
possibile per certi versi dalla restituzione delle navi noleggiate
ai loro proprietari e dal re-impiego del tonnellaggio posseduto
in altri servizi. Quest'ultimo, a sua volta, spesso va a spodestare
altro tonnellaggio noleggiato.
Questa esigenza di scaricare il tonnellaggio superfluo, quale
conseguenza della diminuzione della crescita dei carichi nonché
della introduzione di altre nuove unità di nuova costruzione
di proprietà dei vettori, sta già avendo cattive
conseguenze per il mercato del noleggio, in particolar modo per
le classi più grandi di portacontainers. Ad esempio, dall'ultimo
trimestre dello scorso anno, la APL ha restituito 3 unità
da 4.158 TEU che erano operative nell'adesso interrotto servizio
Dragon Express Asia/Europa della NWA (New World Alliance). Nello
stesso tempo il suo socio nella NWA, la Hyundai Merchant Marine,
sta restituendo diverse navi da 3.000 TEU che stanno per raggiungere
il termine del proprio periodo di noleggio. Altri operatori hanno
intrapreso o stanno programmando iniziative simili. Le navi da
4.158 TEU (costruite solamente nel 1996) stanno ancora aspettando
un impiego a lungo termine e si dice che presentino costi operativi
di 30.000 dollari USA al giorno per i loro proprietari.
Secondo gli ultimi dati on-line di Containerisation International,
altre 70 navi cellulari da 1.000 a 3.000 TEU sono in attesa di
impiego nel mercato del noleggio. Con quasi 1,4 milioni di TEU
di capacità ancora sotto ordinazione con consegna prevista
nei prossimi tre anni, più di un terzo dei quali sono costituiti
da tonnellaggio appartenente ai vettori, sicuramente la prospettiva
di tante navi in più non impiegate nel prossimo futuro
diverrà una realtà.
Sul lungo termine, se la crescita dei traffici mondiali continuerà
il proprio declino, è anche possibile che pure le portacontainers
post-panamax consegnate negli ultimi due anni a proprietari tedeschi
ai sensi di accordi di noleggio a lungo termine possano essere
ritirate dai traffici. Ad esempio, la OOCL e la PONL gestiscono
una serie di navi da 5.762 TEU noleggiate dalla ER Schiffahrt,
in relazione alle quali i periodi di noleggio dovrebbero essere
rinnovati nel 2005. Le prospettive per gli investitori in queste
navi diventano ancora più sinistre se si considera che
la OOCL ha ordinato una serie di navi da 7.600 TEU per conto proprio
che potrebbero andare a rimpiazzare tale tonnellaggio.
Tuttavia, i proprietari di unità impiegate in traffici
non di linea ed i mediatori marittimi sono più ottimisti
circa il futuro. Paul Dowell, capo delle ricerche presso il broker
marittimo con sede a Londra Howe Robinson, commenta: "Per
fortuna, la gente adesso ha bloccato le ordinazioni di portacontainers,
di modo che ritengo che nel tempo di due-tre anni il mercato possa
fiorire nuovamente. Finora, siamo nel mezzo di una recessione
del ciclo economico, ma si tratta giusto di un momento particolare".
Mentre in passato una sovrabbondanza di navi noleggiate meno
costose aveva fornito ai nuovi concorrenti l'opportunità
di fare il proprio ingresso nel mercato, adesso in pochi hanno
scelto di fare altrettanto. L'ultima arrivata, la Valu$hip, è
durata solo un mese dalla Costa Occidentale degli Stati Uniti
al Nord Europa, e poi il servizio è stato interrotto.
Vi sono diverse ragioni per questa situazione, ma è chiaro
che il prezzo di ingresso per i nuovi concorrenti adesso è
alto. Dall'ultimo ribasso di mercato nel settore del trasporto
marittimo di linea, tutti i principali vettori marittimi del mondo
sono diventati più grandi e migliori, acquisendo altri
soggetti ovvero facendo il proprio ingresso in altri traffici.
Oltre a trarre benefici da queste economie di scala, la maggior
parte di loro ora offre una gamma di raffinati servizi a valore
aggiunto che non sono per nulla economici, quali la gestione della
catena delle forniture e le comunicazioni relative al commercio
elettronico.
Sono finiti i giorni in cui la capacità di trasporto dei
carichi che si serviva di contenitori da 20 piedi e 40 piedi bastava.
I caricatori adesso desiderano un'ampia gamma di altro equipaggiamento
containerizzato immediatamente a disposizione, quali i 45 piedi
high-cube ed i reefers. Inoltre, un numero sempre maggiore di
soggetti desidera lavorare con pochi vettori che offrono spazio
su più di una direttrice di traffico. Sembra quindi che
al mondo oggi non vi sia più spazio per nuovi soggetti
nella nicchia di mercato.
I caricatori farebbero meglio a riflettere su tutto ciò,
prima di imbarcarsi in un giro di trattative sulle tariffe di
trasporto merci che potrebbero incoraggiare un ulteriore consolidamento
del settore.
(da: Containerisation International, Aprile 2002)
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