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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XX - Numero 6/2002 - GIUGNO 2002 |
Trasporto intermodale
Il trasporto intermodale in Spagna e Portogallo
La rete ferroviaria europea appare come un patchwork tecnologico:
la maggior parte delle reti nazionali sono state progettate tenendo
presenti sistemi diversi di fornitura elettrica, segnalamento,
sicurezza e comunicazione. Le reti ferroviarie di Spagna e Portogallo
presentano, inoltre, una cospicua differenza per quanto attiene
l'ampiezza dello scartamento ferroviario: esse infatti decisero,
alle origini della realizzazione delle proprie ferrovie, di non
uniformarsi allo standard britannico ed europeo continentale (1435
mm) e di scegliere invece una distanza maggiore tra le due rotaie,
vale a dire 1676 mm).
Un importante motivo di tale diversità dei sistemi ferroviari
deriva dalle decisioni circa la sicurezza militare che erano state
prese alla fine del 19° secolo in Europa: il pensiero era
"se truppe straniere dovessero entrare nel paese, non dovrebbero
essere in grado di utilizzare il loro materiale rotabile anche
sulla rete del paese occupato". Il risultato, oggi, è
disastroso per le movimentazioni ferroviarie internazionali in
Europa. Qualsiasi trasporto internazionale deve superare varie
barriere di natura tecnica. Gran parte delle ferrovie europee
negli anni passati si è concentrata su altri argomenti,
diversi rispetto a quelli della rimozione delle barriere. In questi
giorni i traffici infra-europei crescono rapidamente in conseguenza
dell'unificazione europea e della globalizzazione ed i difetti
nell'ambito delle movimentazioni ferroviarie internazionali vengono
avvertiti come un serio ostacolo. In effetti, l'autotrasporto
internazionale ha rilevato la maggior parte delle quote di questi
traffici in crescita.
La Spagna ed il Portogallo con il loro diverso scartamento ferroviario
rappresentano certamente il caso più serio. Da molti anni
i tecnici ferroviari sono alla ricerca di una soluzione per questo
problema; è stata, quindi, sviluppata un'ampia gamma di
varie tecniche che, però, finiscono tutte quante per ingenerare
costi aggiuntivi e ritardi alle frontiere.
Se il materiale rotabile ferroviario passa il confine tra la
rete ferroviaria spagnola e quella francese, si presenta la necessità
di modificare l'ampiezza degli assi. E ciò è possibile
in due modi: con la rimozione dell'asse più largo e conseguente
sostituzione con un asse standard, ovvero mediante la tecnica
secondo cui le ruote restano sul vagone ma viene modificata la
distanza tra le ruote. Entrambe le tecniche sono attualmente in
uso. Per inciso, la modifica dell'ampiezza non si applica ai locomotori.
Come appare evidente, ciò comporta troppe difficoltà
tecniche. Inoltre, la maggior parte delle reti ferroviarie cambia
comunque il locomotore ed i macchinisti alla frontiera, di modo
che questo lavoro non viene considerato come un onere aggiuntivo.
Sui carri merci, normalmente si provvede a cambiare gli assi.
Ciò viene fatto presso le due principali stazioni di frontiera,
a Cerbère/Port Bou sulla costa mediterranea ed a Hendaye/Irùn
sulla costa atlantica. Ai fini della procedura di scambio degli
assi, le viti delle ruote vengono allentate, quindi si solleva
l'intero carro per provvedere alla rimozione dell'asse. Infine,
si fa rotolare l'asse con l'altra ampiezza fin sotto il carro.
Il luogo in cui si procede è dotato di binari con doppio
scartamento, in modo da potervi far rotolare assi con entrambe
le ampiezze. Una volta posizionati i nuovi assi, il carro viene
abbassato e le viti vengono nuovamente strette. Tale procedura
richiede circa 10 minuti di tempo e la stazione movimenta di norma
quattro carri parallelamente, di modo che un convoglio composto
da 48 carri può essere preparato per l'altra rete in due
ore.
Il treno espresso passeggeri "Talgo" è invece
assoggettato ad un altro metodo di cambiamento dell'ampiezza degli
assi: la stazione predisposta allo scambio è dotata di
due scivoli di acciaio levigato. Il vagone si muove di alcuni
millimetri sullo scivolo fino a quando le due travi di baglio
di quest'ultimo vanno a sorreggere i due sostegni inferiori della
struttura del vagone. Lo scivolo viene tenuto bagnato al fine
di agevolare il movimento. Nel corso di questo movimento in avanti,
le ruote non devono più reggere alcun peso e sono costrette
ad una sorta di dirottamento nel nuovo scartamento. Anche qui,
le viti vengono allentate prima del processo e nuovamente strette
dopo l'adattamento dell'ampiezza.
Fondamentalmente, il locomotore traina l'intero treno lentamente
sull'installazione di scivolo e scambio di modo che il cambio
di scartamento possa essere effettuato in moto e senza alcun bisogno
che i passeggeri lascino il vagone. Il cambio completo viene effettuato
in qualche minuto. A causa della necessità di scivolare
sopra un baglio di acciaio bagnato, sembra che questo metodo sia
applicabile solamente ai vagoni ferroviari molto leggeri.
In alternativa al cambio dell'ampiezza dell'asse, il carico può
essere spostato da un carro con scartamento spagnolo ad un carro
con scartamento europeo. Questo è molto semplice con i
vagoni passeggeri: essi, infatti, prendono il proprio bagaglio,
lasciano il treno e passano dall'altro lato del marciapiede dove
è in attesa un treno in coincidenza dell'altra rete.
I carichi merci, invece, dovrebbero essere scaricati, fatti passare
attraverso la banchina e caricati sull'altro convoglio ad un pezzo
per volta. Oggi, peraltro, con il trasporto intermodale, si tratta
di procedere ad una movimentazione semplice e ben programmata:
il treno merci con i containers viene collocato presso il terminal
di scambio (uno è situato a Port Bou, l'altro ad Irùn)
su un binario "francese", fianco a fianco con un treno
vuoto su un binario "spagnolo". La sovrastante gru a
cavaliere sposta i box da un carro all'altro. Questa procedura
è più rapida, più sicura e sicuramente meno
costosa rispetto a quello dello scambio di assi che attualmente
si utilizza per i treni merci.
Il problema principale consiste nella limitata capacità
di terminal di scambio a Port Bou alla frontiera mediterranea
della Spagna. Questa località connette il nord-est industrializzato
spagnolo con il nord e deve farsi carico di oltre la metà
dei trasporti transfrontalieri intermodali. Dal momento che il
terminal è situato in una profonda valle di montagna, non
esistono praticamente possibilità di ampliarlo qualora
insorgesse la necessità di ulteriore capacità.
Inoltre, la gru a cavaliere fornita dalle ferrovie spagnole RENFE
è piuttosto antiquata e non è in grado di ruotare
le unità intermodali di 180° come in qualche caso
è necessario, per lo più in relazione ai semirimorchi
che devono essere piazzati sul carro in direzione di marcia. Normalmente,
la gru prende i semirimorchi con le morse, li solleva fino a quando
pendono liberi, li gira di 180° e li abbassa sul carro sul
binario dall'altra parte. Poiché la gru di Port Bou non
è in grado di eseguire questo movimento, tutti i carri
che trasportano semirimorchi devono essere smistati dal convoglio
intermodale, sganciati, spostati su uno scambio triangolare che
li gira di 180° e quindi riassemblati sul treno. Ciò,
naturalmente, rappresenta una procedura che costa e fa perdere
tempo.
Sul lungo termine, si è già pensato a qualche soluzione
per tale situazione. Il governo spagnolo ha in programma la costruzione
di altri binari con scartamento standard europeo che oltrepassino
la frontiera e si inoltrino in Spagna, ad esempio sino a Barcellona.
L'esperienza, peraltro, ci insegna che i politici preferiscono
le più allettanti infrastrutture per treni passeggeri ad
alta velocità e quindi concentrano su di loro i propri
mezzi finanziari. Tali infrastrutture potrebbero non essere del
tutto utilizzabili per i treni merci, o per lo meno tutto il traffico
passeggeri potrebbe usufruire della priorità d'uso, di
modo che ne risulterebbe svantaggiata l'affidabilità delle
operazioni di trasporto merci ferroviario.
Perciò, il trasporto intermodale deve sottostare in questo
modo a notevoli limitazioni infrastrutturali nelle tratte alla
volta della Spagna e del Portogallo che limitano seriamente le
sue prospettive di crescita. Ciò è allarmante, poiché
il trasporto intermodale da e per Spagna e Portogallo ha un enorme
potenziale di mercato. Entrambi i paesi hanno un'economia in rapida
crescita sempre più interconnessa con il resto d'Europa.
La necessità di superare i Pirenei ingenera un naturale
incentivo a concentrare il traffico in due corridoi in modo tale
da far sì che il trasporto intermodale trovi condizioni
ideali di approccio al mercato. Inoltre, la distanza dai maggiori
centri industriali di Spagna e Portogallo a quelli dell'Europa
centro-occidentale è normalmente di 800 km e più,
cosicché il trasporto intermodale diventa facilmente commerciale.
Alcuni spedizionieri tedeschi ed olandesi riferiscono di trovare
difficoltà ad ingaggiare camionisti che facciano quel viaggio,
poiché alla maggior parte dei dipendenti non piace l'idea
di stare via da casa per diversi giorni alla settimana. Pertanto,
essi sono alla ricerca di opportunità di trasporto intermodale.
In questo caso hanno bisogno dell'autista solamente per le operazioni
di raccolta e consegna a corto raggio che consentono ai dipendenti
di tornare a casa alla sera tutti i giorni della settimana.
Si deve quindi affermare che il trasporto intermodale tra l'Europa
centro-occidentale e la penisola iberica offre grandi opportunità
di crescita e di successo, ma che sfortunatamente deve vedersela
anche con limitazioni di capacità delle infrastrutture.
Ancora una volta, gli europei si trovano nella situazione della
famosa fiaba, in cui la zuppa scende dal cielo, ma non ci sono
cucchiai per raccoglierla.
(da: Containers - International periodical magazine - BIC -
n. 01/02 2002)
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