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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XX - Numero 10/2002 - OTTOBRE 2002 |
Trasporto marittimo
Gli effetti della quotazione in borsa della CP Ships
La CP Ships ha cominciato ad esistere quale società quotata
in borsa il 1° ottobre 2001, allorquando la conglomerata
CPL (Canadian Pacific Ltd) si è scissa in cinque società
per azioni quotate in borsa a sé stanti. La società
è stata accolta favorevolmente dalla comunità degli
investitori: il valore delle sue azioni ha fatto un balzo del
34% nel giro di un mese e del 47% nei 10 mesi successivi. Ma ciò
è stato significativo anche per il settore del trasporto
marittimo containerizzato: la CP Ships è l'unica compagnia
di navigazione containerizzata che svolge attività marittima
pura ad essere quotata in borsa e che è perciò soggetta
ai rigorosi requisiti di trasparenza richiesti dalle borse di
Toronto e New York. In un settore assai competitivo e riservato,
improvvisamente sono comparse cifre dettagliate di dominio pubblico.
Il vice presidente relazioni con gli investitori della CP Ships,
Jeremy Lee, ha beffardamente descritto il lavoro richiesto dalla
quotazione in borsa come "notevole". Una sfida particolare
è stata rappresentata dallo sviluppo di una "storia"
azionaria per una "comunità di investitori che non
sapeva proprio nulla del settore della containerizzazione".
Un particolare svantaggio è stato costituito dal periodo,
che, come afferma Lee, "non avrebbe potuto essere peggiore".
Il settore si trovava infatti in una delle sue peggiori recessioni
degli ultimi 20 anni, unitamente ad un vero e proprio crollo dei
mercati finanziari.
Anche così, la comunità finanziaria ha salutato
con entusiasmo la CP Ships. L'analista esperto di investimenti
Fadi Chamoun della UBS Warburg afferma al riguardo: "Il settore
degli investimenti è sempre aperto all'ingresso di una
società di buona qualità che ottiene buoni profitti
sul capitale, e la CP Ships ha sempre fornito buoni profitti sul
capitale". Essa inoltre ha fatto degli sforzi finalizzati
ad educare i mercati degli investimenti in ordine al trasporto
marittimo containerizzato, come dice Robert Fay, analista della
Canaccord: "Buona parte di tale sforzo consiste nell'assicurarsi
che la gente capisca le sfumature dell'attività in questione".
Quasi un anno fa, Lee spiegava che poco era cambiato negli obiettivi
della società dal momento della quotazione in borsa: le
opportunità di profitto sono sempre state al centro della
sua attenzione. I vantaggi, peraltro, sembrano notevoli. Prima
della scissione, le divisioni nell'ambito della CPL dovevano scontare
un "fattore conglomerazione", dato che le azioni dell'intera
società venivano scambiate ad un valore notevolmente minore
rispetto a quello che le diverse parti presentano se prese singolarmente.
Con la quotazione in borsa, il valore della CP Ships è
salito in modo clamoroso.
Ed è ancora più importante notare come essa abbia
consentito alla CP Ships di indirizzare il proprio destino e di
prendere le proprie decisioni. L'indipendenza è stata un
grande vantaggio, avendo fornito alla società un accesso
diretto ai mercati nord-americani al fine di aumentare il capitale.
Un osservatore del settore ha sottolineato come la maggior parte
della compagnie di navigazione abbia incontrato difficoltà
a contrarre debiti che non fossero garantiti da beni quali le
navi. Come sostiene Fay della Canaccord, la CP Ships presenta
maggiore flessibilità dei propri concorrenti ed è
in grado di essere più opportunista.
La CP Ships si è servita di tale indipendenza nello scorso
mese di luglio procurandosi circa 285 milioni di dollari mediante
l'offerta di 9,6 milioni di azioni ordinarie ed il collocamento
presso privati di note non garantite esigibili nel 2012. Ciò
ha controbilanciato l'acquisizione della Italia di Navigazione
per 40 milioni di dollari, l'acquisizione di quattro imbarcazioni
da noleggio ai sensi del programma di tonnellaggio di proprietà
della società e la creazione di una struttura capitalistica
più flessibile e di una ulteriore liquidità.
Tuttavia, la società aveva sperato di realizzare 350 milioni
di dollari. Dan Clague, operatore di banca d'affari specialista
del settore presso la SG Hambros di Londra, ha commentato che,
date le condizioni del mercato e la carenza di familiarità
con il settore della comunità nord-americana degli investitori,
la CP Ships ha comunque fatto bene anche così: "Probabilmente
era l'unica compagnia di navigazione di linea che al momento se
lo potesse permettere". Ciò riflette il rischio inerente
alla quotazione in borsa e spiega perché i piani di quotazione
degli altri vettori sono rimasti lettera morta.
La domanda è: in che modo l'esperienza della CP Ships
quale compagnia di navigazione containerizzata pura potrà
influenzare le relazioni del settore con i mercati d'investimento?
Ciò apporterà un nuovo interesse nel trasporto marittimo
containerizzato da parte dei mercati d'investimento, oppure si
tratta di un caso singolo, che interessa solamente a coloro che
seguono le borse di Toronto e New York?
Molti analisti nord-americani intervistati da Containerisation
International sono sembrati per lo più interessati alla
CP Ships come singola società, in particolar modo data
la lunga assenza di altri soggetti di trasporto marittimo containerizzato
da questi mercati. Certamente, la CP Ships stessa deve subire
le conseguenze dell'essere una "industria da una sola borsa",
secondo Randy Cousins della BMO Nesbitt Burnes. Egli afferma che
prima della quotazione della CP Ships, "non aveva mai preso
in considerazione il settore marittimo containerizzato né
lo avrebbe mai fatto".
Per quanto attiene il confronto con la comunità degli
investitori, la singolare condizione della CP Ships rappresenta
una sorta di mal di testa per i suoi pari. Nessun'altra compagnia
di navigazione pura containerizzata svela informazioni finanziarie
dettagliate, sebbene la PONL (P&O Nedlloyd) abbia incrementato
la propria trasparenza quando ancora programmava la propria quotazione
in borsa. La natura globale del settore sta anche a significare
che gli altri vettori possono aver sede in altre parti del mondo,
il che rende più difficili i confronti: l'ambiente politico,
economico, finanziario e normativo, i rischi dello scambio con
l'estero e la mancanza di trasparenza, nonché le barriere
linguistiche costituiscono tutti quanti dei problemi. Un analista
ha dichiarato di seguire i conglomerati laddove le divisioni di
trasporto marittimo containerizzato rappresentavano almeno il
50% dei vari proventi, come nel caso della Evergreen, della K
Line e della NOL. Altri avevano scelto i modelli di attività
quale fattore decisivo, quali la Wan Hai di Taiwan o la Regional
Container Lines, entrambe leaders nei mercati di nicchia. Alcuni
analisti hanno paragonato il trasporto marittimo containerizzato
al settore nord-americano dell'autotrasporto, dato che tutti e
due i mercati sono assai frammentati, che le loro economie sono
simili e che la movimentazione di box è paragonabile.
Tuttavia, gli analisti non si aspettano che altri vettori vadano
presto a raggiungere la CP Ships nell'arena pubblica. Un fattore
che rende questa compagnia di navigazione un caso singolare è
consistito nella sua base azionaria già pronta. La maggior
parte delle compagnie vorrebbe quotarsi in borsa per poter aumentare
il capitale, piuttosto che scindersi, ma il calo in atto in molti
mercati di investimento rende molto difficili questi tempi. Un
banchiere d'investimento ha ipotizzato che la P&O potrebbe
scindere la propria quota del 50% nella PONL direttamente a favore
dei propri azionisti, di modo che gli azionisti della P&O
potrebbero detenere i propri investimenti nella PONL attraverso
le azioni della Nedlloyd quotate alle borse di Londra ed Amsterdam.
Tuttavia, ciò sarebbe impopolare dal momento che le azioni
della Nedlloyd non sono molto valutate e la società presenta
alcuni meccanismi anti-rilevamento ed altri ancora che non sarebbero
accettabili per molti azionisti britannici. L'analista di trasporti
marittimi globali Charles de Trenck della Salomon Smith Barney
ha propugnato la valutazione di altre possibili scissioni su base
caso per caso, a seconda della differenza di struttura societaria
e dei modelli di attività a livello globale.
Non sorprende, perciò, che tra gli analisti vi sia unanime
consenso circa il fatto che lo squilibrio tra offerta e domanda
e le basse tariffe di trasporto attualmente non rendano molto
appetibile il settore del trasporto marittimo containerizzato
per gli investimenti, malgrado la sua importanza nei traffici
mondiali. Il settore soffre di "stiracchiamenti di bilancio",
dato che molte linee di navigazione ottengono profitti solamente
in occasione delle riprese del ciclo. Mark McVicar, analista di
investimenti alla Dresdner Kleinwort Wasserstein che si occupa
dei rivali europei della CP Ships, commentava di non poter raccomandare
il settore containerizzato e che, a causa dell'eccesso di capacità
e di carenza di crescita della domanda, potrebbe passare un altro
anno prima di poterlo fare. Gli analisti che seguono la CP Ships
tendevano invece ad essere più entusiasti; ad esempio,
Chamoun commentava: "Il settore cresce a ritmo elevato, le
prospettive sono assai favorevoli ed i ritorni sul capitale sono
decisamente buoni rispetto alla corretta strategia". La maggior
parte degli analisti interpellati da Containerisation International
stima che il settore potrebbe riprendersi dalla metà del
2003 al 2004.
Data la sua profittabilità, in particolar modo in questo
settore di attività, essi suggeriscono come la CP Ships
sembri sottovalutata come società. David Newman della National
Bank Financial ha dimostrato come la CP Ships prevalga rispetto
ai suoi pari secondo un triplice metro di valutazione. A settembre,
il valore d'impresa della società alla luce della proporzione
EBITDA era di 4-5x, rispetto ai circa 7-8x delle altre linee di
navigazione. La proporzione del suo valore azionario 2003 rispetto
ai proventi era tra i 9-10 rispetto alle stime di Newman quanto
ai proventi per azione, rispetto ai 14-16 delle compagnie di navigazione
maggiormente paragonabili ad essa, e, infine, essa scambia al
78% del proprio valore contabile, rispetto al 130% dei suoi pari.
Infatti, de Trenck asserisce che la capacità della maggior
parte delle compagnie di navigazione di linea a pagare interessi
sul proprio debito rappresenta una importante questione per il
settore. Newman ha altresì sottolineato l'interesse degli
investitori di valore nella quotazione iniziale della CP Ships,
vale a dire gli investitori che ottengono profitti acquisendo
quote di partecipazione azionarie in società sottovalutate
e detenendole fino a quando il loro prezzo riflette il loro valore
intrinseco reale.
Una società, peraltro, non può trascinare un intero
settore. Gli analisti ritengono che il trasporto marittimo containerizzato
abbia bisogno di una "massa critica" per essere attraente
come settore nei confronti degli investitori. Cousins della BMO
Nesbitt Burns ha dichiarato: "Più il settore ingenera
una massa di investimenti, più riesce ad attirare l'attenzione".
Molti analisti d'investimenti interpellati da Containerisation
International hanno dichiarato di ritenere (come forse poteva
essere prevedibile) che la quotazione in borsa potesse costituire
una buona cosa per l'intero settore. La punizione del mercato
potrebbe avere attenuato l'eccesso di capacità relativa
alla baldoria di ordinazioni di post-panamax che de Trenck ha
descritto come "il bacio della morte" di molti traffici.
Come sottolinea Cousins, l'introduzione di una classe di azionisti
tempera la dirigenza, il che potrebbe rappresentare "un notevole
vantaggio per la competitività". Commenta al riguardo
Fay: "Le società, più si quotano in borsa,
più vorrebbero essere soggette alla disciplina del mercato
e meno probabilmente vorranno essere aggressive nel modo distruttivo
che talvolta si presenta in certe rotte di traffico".
Il problema è che ciò che molti ritenevano fosse
il fattore maggiormente decisivo per la permanenza del settore
nei mercati d'investimento, rappresenta altresì un notevole
deterrente: vale a dire, la trasparenza. La CP Ships ha soddisfatto
i requisiti dei mercati nord-americani circa la trasparenza. Non
solo essa rende trasparenti le prestazioni nelle singole direttrici
di traffico, ma il suo programma di rinnovamento del naviglio
tende ad acquisire le navi piuttosto che a noleggiarle, portando
il tonnellaggio ascritto a bilancio ad una maggiore trasparenza
(parte del capitale in ordine a ciò è stato realizzato
con le obbligazioni dello scorso mese di luglio).
Ciò è radicalmente diverso da ciò che prevalentemente
viene ritenuta la prassi migliore. Ad esempio, la Maersk Sealand,
che fa parte del gruppo AP Moller, è nota per la sua riservatezza.
Tuttavia, de Trenck sostiene che la trasparenza è assolutamente
necessaria, adesso più che mai. Si tratta della lezione
più importante che il settore possa apprendere dalla CP
Ships, per una ragione molto semplice. Asserisce infatti: "Meno
trasparenza c'è nel settore, più tempo ci vuole
affinché tutti i partecipanti riconoscano i problemi".
Il mistero che circonda i risultati finanziari non riesce a far
sì che le informazioni non trapelino, e non solo ad opera
dei concorrenti, ma anche dai vettori stessi. Ad esempio, una
ricerca pubblicata nello scorso mese di luglio ha riconosciuto
le buone prestazioni della Evergreen Marine sulla base delle informazioni
fornite, ma nello stesso contesto si afferma: "Dopo i recenti
traumi contabili negli Stati Uniti, tuttavia, riteniamo che la
Evergreen rimanga esposta a notevoli ri-tariffazioni verso il
basso da parte di investitori istituzionali in conseguenza della
sua complessa struttura di società holding". De Trenck
pensa che il settore sia ad un crocevia e ha stimolato i soggetti
che vi sono coinvolti a "discutere quanto la trasparenza
possa essere utile a fini di analisi senza rivelare troppi segreti
alla concorrenza".
Gli standard di trasparenza sono diversi in tutto il mondo. Ad
esempio, i mercati nord-americani si basano sui rapporti trimestrali,
rispetto a quelli di metà anno prevalenti in Asia. Lo stesso
vale per la contabilità, ad esempio la valutazione dei
beni. Taiwan, malgrado i problemi sulla gestione delle società,
è molto rigorosa circa gli standard per il deprezzamento;
una fonte del settore ha commentato che uno dei primi 20 vettori
ha valutato i propri beni a bilancio al doppio del valore che
presenterebbero a livelli di mercato, in seguito al collasso delle
tariffe del mercato del noleggio. Sono questi gli standard che
secondo de Trenck dovrebbero essere seguiti dal settore per conseguire
profitti. Dichiara infatti: "Molte società sono prossime
alla bancarotta, ma lo si capisce subito dai conti".
La CP Ships sembrerebbe sulla strada del progresso in ordine
a tale strategia, e questo, unitamente ai suoi risultati notevolmente
buoni, potrebbe giustificare la fiducia che gli investitori le
hanno dimostrato. Ma, a meno che altri vettori non siano pronti
a trarre una lezione dalla sua esperienza, è probabile
che il mercato finanziario debba continuare a considerare la CP
Ships, come dice Fay, "una grande casa con un brutto vicinato".
(da: Containerisation International, settembre 2002)
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