
|
CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XX - Numero 11/2002 - NOVEMBRE 2002 |
Legislazione
L'evoluzione della sicurezza marittima secondo lo ESC
La sicurezza marittima figurava ben in cima all'agenda dei rappresentanti
globali dei caricatori, in occasione dell'annuale incontro in
programma nello scorso mese di settembre a New Orleans. Gruppi
di caricatori provenienti dall'Asia, dall'Europa e dal Nordamerica
si sono preparati a discutere un'ampia gamma di questioni inerenti
alla sicurezza, tra cui la richiesta degli Stati Uniti che il
contenuto di un container in entrata venga notificato 24 ore prima
del carico presso un porto estero, nonché l'iniziativa
del governo statunitense C-TPAT (associazione anti-terrorismo
tra dogane ed operatori).
Lo ESC (Consiglio Europeo dei Caricatori) assumerà di
prima mano maggiori informazioni circa i contenuti di tali programmi
presso le dogane statunitensi e la Commissione Marittima Federale
ed informerà i propri colleghi negli Stati Uniti in ordine
alle problematiche dei caricatori e di coloro che prendono le
decisioni politiche europei.
Nello scorso mese di maggio, Nicolette van der Jagt, segretario
generale dello ESC, aveva riferito che lo ESC riteneva fermamente
che la sicurezza della catena delle forniture avesse bisogno di
un approccio internazionale e globale, di modo che ogni esportatore
sappia che non importa quale sia il luogo in cui deve consegnare
le merci, dal momento che egli deve rispettare gli stessi parametri
di sicurezza ovunque. Da allora, programmi e proposte inerenti
la sicurezza sono progressivamente emersi negli Stati Uniti ed
altrove.
Il Servizio Doganale statunitense ha lanciato un'iniziativa finalizzata
ad incrementare la sicurezza dei contenitori, che rappresentano
il 60% circa del volume dei traffici mondiali. Al riguardo è
stata avviata una collaborazione con le autorità responsabili
di 20 grandi porti, che a loro volta rappresentano quasi i due
terzi dei containers inviati negli Stati Uniti. I carichi che
hanno origine in quei porti potrebbero trarre vantaggi da procedure
doganali più veloci in entrata negli Stati Uniti sfrecciando
attraverso una "corsia preferenziale".
Oltre alla continua incertezza circa tutte le implicazioni per
i traffici in generale, i caricatori non sono sicuri di quanto
gli costerà continuare ad effettuare traffici con gli Stati
Uniti e di quali saranno le regole che dovranno osservare per
dare agli Stati Uniti le assicurazioni in termini di sicurezza
che stanno cercando. E' probabile che le proposte relative ai
nuovi requisiti di sicurezza comportino conseguenze per i costi
del trasporto di merci attraverso le frontiere, in ordine sia
ai costi più elevati sia ai tempi di viaggio più
lunghi. Un recente rapporto dell'OECD sulle conseguenze economiche
del terrorismo stima che i provvedimenti relativi alla sicurezza
proposti potrebbero far aumentare il costo ad valorem degli
scambi internazionali dall'1% al 3%. Il rapporto sottolinea altresì
la possibilità che le misure di sicurezza possano comportare
un impatto notevole sui flussi di traffico.
La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che
pare che i caricatori non abbiano altra scelta se non quella di
aderire all'iniziativa C-TPAT se vogliono assicurare un transito
veloce ai propri carichi. Caricatori che non rischiano volontariamente
ispezioni del carico più frequenti, con potenziali ritardi
della catena delle forniture. Per diventare "noto",
un caricatore deve investire a livello di elevata sicurezza, spendendo
tempi di gestione e costi aggiuntivi. Tuttavia, lo ESC supporta
la concezione del "cliente noto", dato che essa identifica
con chiarezza le responsabilità di ciascuno nella catena
delle forniture e crea la struttura di collaborazione tra clienti
e fornitori. Questi ultimi sono accolti con favore, al fine di
assicurare non solo elevati livelli di sicurezza, ma anche elevati
livelli di prestazioni di servizio.
I caricatori sono altresì preoccupati in ordine alla proposta
di modifica della normativa doganale statunitense. Nello scorso
mese di agosto, le Dogane degli Stati Uniti hanno pubblicato una
proposta di regolamento ai sensi della quale un vettore marittimo
od una qualificata impresa di trasporto non operante con navi
dovrebbero trasmettere elettronicamente all'agenzia le informazioni
relative al manifesto di carico almeno 24 ore prima che il carico
sia caricato presso un porto estero su una nave diretta
negli Stati Uniti.
Le Dogane degli Stati Uniti asseriscono che tale informazione
è necessaria allo scopo di ridurre il rischio che vengano
introdotte clandestinamente armi di distruzione di massa attraverso
l'uso di contenitori marittimi, nonché per agevolare lo
sdoganamento dei carichi legittimi in arrivo negli Stati Uniti.
Il fondamento logico della nuova regola delle 24 ore è
quello di mettere in grado il personale delle dogane di identificare
i containers ad alto rischio, assicurando nel contempo il pronto
espletamento dei containers a basso rischio. La prassi comune
del completamento dei manifesti di carico dopo l'arrivo della
nave non sarà più possibile. Le dogane vorrebbero
altresì, alla luce della proposta, l'abolizione delle descrizioni
di carico generiche, quali la FAK (merci di tutti i tipi).
Lo ESC ha consultato molti caricatori circa il loro giudizio
in ordine all'impatto che tale proposta potrebbe avere sulla loro
catena delle forniture. La preoccupazione generale consiste nel
fatto che essa renderebbe meno flessibili e commercialmente meno
rischiosi i traffici con gli USA. Il programma potrebbe, se entrasse
in vigore intempestivamente, causare un'interruzione delle operazioni
di trasporto senza per questo fornire agli Stati Uniti le assicurazioni
in tema di sicurezza di cui è in cerca. Esso potrebbe ingenerare
costi aggiuntivi e tempi di viaggio maggiormente imprevedibili,
e renderebbe quasi impossibili le consegne just-in-time.
I provvedimenti proposti potrebbero inoltre richiedere notevoli
investimenti in tecnologia informatica per assicurare connessioni
aggiornate tra caricatori e dogane. Naturalmente, questa potrebbe
essere un'opportunità per aggiornare prassi di cui si avrebbe
sempre bisogno. Tuttavia, i caricatori ritengono che la proposta
abbia bisogno di un periodo di maturazione prima di poter funzionare
con efficienza.
Altri caricatori non sono poi così allarmati da questa
regolamentazione poiché essi ritengono che la maggior parte
delle informazioni siano già disponibili 24 ore prima del
carico e che, se si dimostrasse necessario, essi potrebbero infondere
maggiore disciplina nelle loro catene delle forniture. La loro
conclusione è che ciò almeno gli consentirebbe di
continuare a commerciare con gli Stati Uniti.
Per il settore, peraltro, vi sono anche delle opportunità
che derivano da livelli di sicurezza maggiormente levati. Sul
lungo termine, l'attenzione data alle ispezioni doganali dopo
l'11 settembre potrebbe provocare uno sforzo finalizzato al miglioramento
di procedure di sicurezza maggiormente efficaci. Ad esempio, la
WCO (Organizzazione Mondiale delle Dogane), ha riconosciuto il
nuovo ruolo delle dogane nella riorganizzazione della fornitura
di informazioni. I provvedimenti finalizzati alla agevolazione
dei traffici potrebbero comprendere la riduzione del numero delle
ispezioni dei carichi in transito, l'esazione elettronica dei
diritti doganali ed il miglioramento della condivisione delle
informazioni tra dogane. La Task Force della WCO - istituita in
seguito ad una risoluzione del consiglio della WCO svoltosi a
giugno - si propone di rendere sicura e di proteggere la catena
internazionale delle forniture dal terrorismo, pur agevolando
nel contempo i traffici legittimi. Lo ESC era presente nella Task
Force e ha accolto favorevolmente l'ammissione che la catena delle
forniture inizia con la fornitura eseguita il più presto
possibile. Uno dei suoi compiti sarà quello di sviluppare
linee-guida sugli accordi di collaborazione tra dogane ed imprese
al fine di incrementare la sicurezza della catena delle forniture
dal giugno 2003.
Lo ESC, a giudizio di Nicolette van der Jagt, ritiene che questa
sia la strada da percorrere: i migliori risultati in ordine alla
sicurezza della catena delle forniture possono essere raggiunti
attraverso un approccio collaborativo basato sul consenso tra
imprese e settore pubblico. A lungo termine, occorrerà
dare una risposta globale e multilaterale alla sicurezza della
catena delle forniture. Lo scenario da incubo per i caricatori,
e cioè quello di dover dialogare con sistemi di sicurezza
diversi per modalità diverse e rotte diverse, potrebbe
divenire una realtà in assenza di una risposta maggiormente
coordinata a livello internazionale alla minaccia del terrorismo.
Lo ESC gradisce il proprio compito consistente nel far sì
che queste diverse e spesso contrastanti proposte risultino in
un sistema di sicurezza che da un lato assicuri livelli di sicurezza
molto alti e dall'altro davvero agevoli i traffici. Dichiara la
van der Jagt: "Noi guardiamo avanti e lavoreremo con i nostri
partners di tutta la catena delle forniture e degli uffici che
devono applicare la normativa al fine di far sì che ciò
diventi una realtà sia negli Stati Uniti che altrove".
(da: Containerisation International, ottobre 2002)
|