Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
11:19 GMT+1
CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS
ANNO XX - Numero 11/2002 - NOVEMBRE 2002
Studi e ricerche
I risultati del 2001 dei primi 20 vettori marittimi mondiali
Come previsto nell'analisi finanziaria dello scorso anno in relazione
ai risultati del 2000 dei primi 20 vettori marittimi mondiali,
il 2001 non è stato un periodo memorabile per il settore.
Dopo un'annata molto buona nel 2000, pressoché tutti i
principali operatori hanno dovuto subire uno spettacolare calo
dei profitti, in gran parte causato da un micidiale cocktail composto
da un declino della crescita dei carichi, da un eccesso di capacità
e da tariffe dei noli in caduta.
Per molti, la storia dell'annata si può dividere in due
parti distinte. La prima ha tenuto abbastanza bene, ed i vettori
hanno continuato a fare soldi, mentre la seconda è stata
una sorta di pendio scivoloso che ancora dura. Da allora, molte
linee di navigazione hanno riferito risultati ancora peggiori
nel corso della prima metà di quest'anno, e le sirene d'allarme
dei profitti stanno suonando in parecchi casi, tra cui quelli
della NOL, della PONL (P&O Nedlloyd), della Evergreen e del
gruppo A P Moller.
Il motivo principale resta quello dell'eccesso di tonnellaggio,
in particolar modo nel settore delle post-panamax. Nel 2001, la
flotta mondiale delle navi containerizzate pure è cresciuta
di un incredibile 12%, per lo più dovuto alla corsa degli
armatori a trarre vantaggio dai bassi prezzi delle nuove costruzioni
in Sud Corea, unitamente all'impellente necessità di tagliare
i costi mediante maggiori economie di scala. D'altro canto, i
traffici mondiali sono aumentati solamente di un misero 0,3%sino
a 59,1 milioni di TEU, secondo la DRI-WEFA, e cioè ben
al di sotto della media del 7,3% fatta registrare nel periodo
1995-2000.
Lo squilibrio è stato peggiore in alcuni traffici, in
particolare tra l'Europa e l'Asia nella seconda metà dell'anno:
alla fine esso ha costretto alcuni vettori a tagliare artificialmente
la capacità. A difesa di tale spiacevole situazione contingente,
Robert Woods, presidente della FEFC (Conferenza Noli Estremo Oriente),
ha dichiarato: "Negli ultimi 10 anni, i traffici Europa/Asia
hanno fatto registrare una crescita molto forte, e non abbiamo
ragione di ritenere che ciò non debba continuare, anche
in presenza di una minore crescita attesa per il 2001/2002.
Tuttavia, ciò cui abbiamo invece assistito nel 2001 non
è stato tanto un rallentamento della crescita, quanto l'effettiva
stagnazione della domanda. Quest'ultima è risultata alquanto
estranea alle tradizioni di questo traffico e ben al di sotto
di qualsivoglia ragionevole previsione". In quel momento,
le conseguenze finanziarie dell'11 settembre erano ancora sotto
gli occhi di tutti.
Di conseguenza, nel tracciare il quadro della situazione finanziaria
della NOL per l'annata in questione, il suo direttore generale
Flemming Jacobs ha continuato sullo stesso tenore, affermando:
"Noi, ovviamente, programmiamo tenendo conto delle oscillazioni
e delle giostre che sono tipiche del nostro settore ciclico. Sapevamo
che la capacità globale sarebbe cresciuta dell'11% e che
le previsioni di crescita dei traffici parlavano di una crescita
del 7%. La capacità si è poi rivelata tale, ma i
volumi di traffico no. Di conseguenza, le tariffe si sono disintegrate.
In appena un anno, le tariffe medie relative ai traffici sono
piombate a livelli che l'ultima volta si erano visti in occasione
della crisi asiatica del 1997-98. Ma, quella volta, c'erano voluti
tre anni perché le tariffe si deteriorassero sino a quel
punto".
In senso ampio, il calo nel mercato delle tariffe dei noli ha
comportato il taglio di 300 milioni dollari dai risultati finanziari
della NOL. Altri vettori hanno dovuto subire una punizione simile,
ma su scala minore. Un problema particolare della APL è
costituito dalla sua rilevante posizione nella maggior direttrice
di traffico mondiale, quella transpacifica, laddove le tariffe
di nolo hanno assistito al calo peggiore. Secondo gli Indicatori
Tariffari dei Noli di Containerisation International, la
tariffa media del dominante traffico transpacifico in direzione
est, in cui la APL aveva una quota di mercato di poco superiore
al 9% (il che rappresenta una grande porzione delle sue movimentazioni
complessive), è diminuita di oltre il 15% nel 2001.
Senza eccezioni, altri vettori hanno dovuto allo stesso modo
lamentare la riduzione delle tariffe di nolo nei propri rapporti
finanziari quale problema principale per la loro capacità
di profitto. Tra i vettori che hanno dichiarato il livello dei
propri profitti, la APL - che ha dovuto subire la maggiore inversione
al riguardo, ha riferito di un decremento complessivo del 9% rispetto
al 2000, mentre la PONL riferisce di un calo del 4,2%. Il calo
nel corso della seconda metà dell'anno potrebbe essere
stato ancora peggiore e di molto. Ad esempio, nel caso della PONL,
la sua tariffa media nel corso del solo ultimo trimestre è
diminuita del 14,6%, rispetto allo stesso periodo del 2000. L'esperienza
della Hanjin è stata persino peggiore.
Ma i vettori possono licenziare i propri risultati così
semplicemente, o ci sono stati fatti diversi rispetto alla crescita
dei traffici in calo ed al suo devastante effetto sulle tariffe
di nolo, che potessero ricondursi al loro controllo? Com'è
stato già dimostrato, anche se i traffici mondiali non
hanno rallentato, potrebbe darsi che si fossero ancora troppe
navi in giro nel 2001, nonostante fosse ben nota la situazione
di eccedenza del 2000. Una completa analisi di questo argomento
rivelerebbe che i due principali traffici mondiali, cioè
le direttrici del transpacifico e dell'Asia/Europa, sono state
quelle che hanno dovuto subire le peggiori conseguenze.
Inoltre, la mancanza di carichi non sembra essere stata così
importante. Un'interessante caratteristica dei risultati della
maggior parte dei vettori è che, sebbene le tariffe fossero
in calo, le movimentazioni sono state ancora in aumento, il che
evidenzia il fatto che il 2001 è stato solamente un'annata
di rallentamento economico e non di recessione. Nel caso della
APL, le sue movimentazioni sono aumentate del 3% sino a 2,8 milioni
di TEU. Quelle della CMA CGM sono aumentate del 17%, sino a 1,89
milioni di TEU, il traffico della Hapag-Lloyd è aumentato
dell'8% sino a 1,7 milioni di TEU; i carichi della PONL sono cresciuti
del 4,7% sino a 3,18 milioni di TEU, mentre i risultati della
Hanjin sono saliti del 6,9%, per citarne solo alcuni.
Chiaramente, alcuni vettori non sono proprio riusciti a controllare
il proprio personale addetto alle vendite come avrebbero dovuto
fare, oppure si sono verificati altri incidenti, quali i prezzi
rapaci?
RISULTATI FINANZIARI DEI PRIMI 20 VETTORI DI LINEA 2000/2001 (IN MILIONI DI DOLLARI USA)
Compagnia di navigazione (valuta originale utilizzata)
Capacità totale TEU
Giro d'affari totale
Profitto operativo
Camb. profitto operativo (%)
Proventi sulle vendite (%)
Profitto netto
Attivo
Proventi sul capitale impiegato (%)
2001
2000
2001
2000
2001
2000
2001
2000
2001
2000
2001
2000
1
AP Moller (DKK) 1
694.915
9.402
9.516
296
488
-39,3
3,2
5,1
487
519
9.302
9.411
3,3
5,2
2
P&O Nedlloyd (US $) 2
379.562
4.132
4.120
87
201
-56,7
2,1
4,9
31
140
3.273
2.150
2,7
9,3
3
EMC (NT$) 3
355.100
1.658
1.836
89
136
-34,5
5,3
7,4
464
38
2.929
3.138
3,0
4,3
4
MSC *
315.620
Dati non disponibili - Compagnia di navigazione appartenente completamente a privati
5
Hanjin (KRW) 4
300.560
3.514
3.378
193
317
-37,8
5,5
9,4
-78
-59
4.369
4.237
4,4
7,5
6
APL/NOL
(US $) 5
242.664
4.737
4.673
-357
338
-205,6
-7,5
7,2
-566
179
4.081
3.389
-8,7
10,0
7
Cosco *
237.958
Dati non disponibili
8
CMA CGM
(FFr) 6
193.127
1.995,4
1.902
40
119
-66,4
2,0
6,3
25
101
3.677
1.239
1,1
9,6
9
CP Ships 7
157.013
2.646
2.617
139
168
-17,3
5,3
6,4
76
138
1.851
1.742
7,5
9,6
10
K Line # (¥) 8
156.620
4.417
4.419
275
285
-3,5
6,2
6,4
15
15
4.070
4.070
6,7
7,0
11
OOCL (US $) 9
152.448
2.379
2.395
107
166
-36,5
4,5
6,9
602
112
2.136
2.155
5,0
7,7
12
NYK # (US $) 10
149.651
8.981,4
9.152
694
707
-1,8
7,7
7,7
282
282
10.943
11.150
6,3
6,3
13
MOL # (¥) 11
144.029
7.032,6
7.033
620
535
15,8
8,8
7,6
86
86
8.375
8.374
7,4
6,4
14
HMM (US $) 12
140.979
4.229
4.120
236
363
-35,0
5,6
8,8
-240
246
-
5.853
-
6,2
15
Hapag-Lloyd ^ () 13
122.333
3.446,5
3.381
460
266
72,9
13,3
7,9
204
171
2.996
3.125
15,3
8,5
16
Yang Ming
(TW $) 14
121.485
1.294,1
1.534
-23,19
17,37
-98,0
0,1
3,1
-19
36
1.297
1.345
0,1
3,6
17
China Shipping Container Line *
119.248
Dati non disponibili - Compagnia di navigazione appartenente allo Stato
18
Zim (US $)
111.985
1.670,7
1.792
68
118
-42,4
4,0
6,6
13
30
-
1.197
-
9,9
19
Hamburg Sud (DM) 15
94.849
1.962
1.930
-
-
-
-
-
-
-
-
106
-
-
20
CSAV
(US $) 16
87.971
1.735
1.743
19
41
-61,2
1,1
2,4
26
43
1.034
1.080
1,8
3,8
Note: Tutti i dati sono in dollari USA fatta eccezione per i cambiamenti ed i proventi percentuali. I vettori di linea sono classificati sulla base della capacità in TEU delle navi operative, segnalate dal sito web ci-online rispetto all'ultimo giorno della fine dell'anno finanziario 2001 (i dati pubblicati in valute diverse dal dollaro USA sono state convertite mediante il www.oanda.com (sito sui cambi delle valute) utilizzando il tasso di cambio dell'ultimo giorno dell'anno finanziario).
# = L'anno finanziario comincia il 1° aprile e termina il 31 marzo dell'anno successivo.
* = Società appartenenti a privati e pubblici senza trasparenza operativa.
^ = L'anno fiscale adottato è iniziato il 1° ottobre e termina il 30 settembre dell'anno successivo.
- = Dati non disponibili (non pubblicati dalla compagnia di navigazione).
1 = I risultati sono combinati per la A/S D/S Svendborg, Dampskibsselskabel AF 1912 A/S e Tankers & Liners in una associazione che comprende la Maersk Sealand, la Safmarine e la Portlink; profitti operativi = risultati al lordo degli interessi sulle imposte, del deprezzamento ecc.; i risultati 2001 sono risultati preliminari; i risultati 1999 comprendono lo speciale stanziamento di DK 1.200 ($ 154) milioni destinati a finanziare i costi della fusione Sea-Land.
2 = Dati consolidati P&O Nedlloyd.
3 = Dati consolidati pubblicati in nuovi dollari taiwanesi; tali cifre si riferiscono solo alla Evergreen Marine Corp (Taiwan), al Lloyd Triestino e la sua consociata Greencompass Marine SA.
4 = Dati consolidati riferiti in won coreani; la Hanjin possiede l'80% della Senator Linie.
5 = Dati consolidati del Gruppo NOL.
6 = I risultati consolidati comprendono ANL, Gemartrans, Cagema e Feeder Associates Systems.
7 = La CP Ships riferisce in dollari canadesi; comprende i risultati di ANZDL, Canmar, Cast Group, Contship, Lykes e TMM Lines.
8 = I dati consolidati utilizzati sono pubblicati in yen giapponesi.
9 = Profitto operativo = dati al lordo del finanziamento.
10 = Dati consolidati del gruppo.
11 = I dati consolidati sono riferiti in yen giapponesi.
12 = Dati consolidati; profitto operativo = profitto lordo.
13 = Dati per la Hapag-Lloyd Liner Shipping Interest; i dati dono riferiti in euro.
14 = I dati consolidati sono riferiti in dollari taiwanesi.
15 = Dati consolidati del gruppo che comprendono Aliança, CAT (Crowley American Transport) e Columbus Line.
16 = Dati consolidati del gruppo che comprendono CSAV, Libra, Montemar e Norasia.
Fonte: ci-online; rielaborazione effettuata da Latifat Ajala, ricercatore di ci-online.
A tale riguardo, certamente si sono verificate alcune curiose
decisioni strategiche nel corso dell'anno, che non si dovrebbero
dimenticare. La Cosco, la Evergreen, la K Line, la MISC (Malaysian
International Shipping Company) e la MSC (Mediterranean Shipping
Company) si sono tutte quante rese colpevoli di avere improvvisamente
inondato i traffici Europa/India di indesiderata capacità
alla metà dell'anno, mediante l'impiego di servizi aggiuntivi.
Non c' era assolutamente alcun modo per mezzo del quale il mercato
potesse assorbire l'ulteriore 57% di capacità diretta coinvoltavi
senza che le tariffe andassero in caduta libera, ed è precisamente
ciò che è accaduto. Si sa che molti dirigenti importanti
si sono scottati le dita in questa situazione. La Cosco da allora
è uscita da quel traffico, e, con l'eccezione della MSC,
tutti gli altri si sono riallineati agli operatori esistenti.
La NWA (New World Alliance), che comprende la APL, la MOL e la
Hyundai Merchant Marine, ha introdotto una quarta tratta settimanale
nel traffico Asia/Europa nel luglio del 2001, che impegnava altre
8 navi da 4.100 TEU, anche se in quel momento il traffico era
senza dubbio in declino. Il servizio era stato lanciato sulla
scorta dei traffici in aumento dalla Cina, ma, poiché tale
crescita avveniva a spese di altro traffico asiatico, ad ottobre
esso aveva già dovuto essere ridotto a servizio quindicinale,
ed all'inizio di quest'anno è stato annullato del tutto.
La Grand Alliance (NYK, OOCL, MISC, PONL e Hapag-Lloyd) hanno
introdotto un nuovo servizio transpacifico (SCX) a giugno 2001,
con l'impiego di 6 navi da 3.000 TEU, il quale successivamente
ha dovuto essere combinato con un'altra tratta, il servizio FEX,
all'inizio di dicembre. Anche la CMA CGM e la CSCL (China Shipping
Container Line) ha introdotto una tratta transpacifica a giugno,
allorquando il traffico stava chiaramente calando, ma la sua flotta
di 5 navi da 2.000 TEU ha dovuto essere ritirata poco tempo dopo.
Ed il Lloyd Triestino ha introdotto un nuovo allacciamento transpacifico
alla fine di agosto dello scorso anno, impiegando altre 5 navi
da 1.810 TEU.
L'introduzione od il ritiro di tali servizi non sono avvenuti
a buon mercato e sono stati annunciati molti altri nuovi servizi
nel corso dell'anno, malgrado le sirene d'allarme fossero risuonate
per il rallentamento della crescita dell'economia mondiale. Ciò
pone la questione se tale attività fosse mossa dal desiderio
di aumentare la quota di mercato ovvero dalla necessità
di impiegare il tonnellaggio in eccedenza. La risposta va al di
là del raggio di azione di questa analisi, ma, senza dubbio,
si può dire che c'è stato un po' dell'una ed un
po' dell'altra, e che tutte e due sono andate ad incidere sfavorevolmente
sui risultati dei vettori.
A difesa dei vettori, bisogna dire che erano al lavoro anche
altre forze. Molti importanti caricatori hanno senza dubbio effettuato
pressioni sui propri fornitori di servizio affinché incrementassero
la copertura di mercato globale, incoraggiando in modo artificiale
gli investimenti nei casi in cui altrimenti ciò non sarebbe
stato preso in considerazione. Tra i caricatori di vertice, c'è
ancora una linea di tendenza finalizzata a ridurre il numero dei
fornitori di servizio impiegati ed a richiedere a quelli che restano
di offrire una gamma di servizi più ampia.
Se questa pressione si riferisca o meno anche alla necessità
di investimenti in servizi logistici tradizionalmente offerti
dagli spedizionieri, è un'altra questione controversa che
va al di là degli scopi di questa analisi, ma occorre almeno
dire che alcuni in questo momento vanno senza dubbio in tale direzione,
con tutti i suoi conseguenti alti costi iniziali. Molti vettori
hanno altresì investito notevoli somme nello sviluppo di
tecnologia informatica, che, anche se offre vantaggi all'attività
a lungo termine, richiederà qualche tempo perché
si realizzi.
Date tutte queste pressioni di mercato, chi sono stati i vincitori
ed i perdenti nel 2001? Come sottolineato nell'analisi condotta
lo scorso anno, il puro e semplice confronto dei conteggi potrebbe
fuorviare a causa di diversi ovvi fattori. I conti di ciascuna
compagnia di navigazione vengono normalmente forniti solo nella
propria valuta locale, di modo che la svalutazione monetaria e
l'inflazione possono svolgere una parte importante. Ad esempio,
la HLCL (Hapag-Lloyd Container Line), una delle compagnie che
lo scorso anno hanno ottenuto i migliori risultati, ha tratto
vantaggio dall'incremento del 7,8% del tasso di cambio tra l'euro
ed il dollaro USA, cioè la valuta in cui viene calcolata
la maggior parte dei noli internazionali.
Inoltre, non tutte le compagnie di navigazione fanno i loro conti
in relazione allo stesso periodo. Ad esempio, l'anno finanziario
dei vettori giapponesi va dal 1° aprile al 31 marzo. Rispetto
a quelli che si basano sull'anno tradizionale secondo calendario,
essi potrebbero essersi lasciati sfuggire tre buoni mesi nel corso
del primo trimestre del 2001, mentre le loro divisioni containers
avranno certamente sofferto di più per tale motivo nel
corso del primo trimestre del 2002, allorquando le tariffe di
nolo sono calate in modo anche più allarmante. Inoltre,
non tutti i vettori marittimi offrono solamente servizi containerizzati.
Molti hanno altre uova nel proprio paniere, tra cui le cisterniere,
le rinfusiere, le navi adibite al trasporto di auto e le navi
passeggeri.
Infine, non tutti i vettori pubblicano in modo trasparente i
propri conti, tra cui la A P Moller (Maersk Sealand) e la Evergreen.
Alcuni addirittura non pubblicano per nulla i propri conti: ad
esempio, la MSC, la CSCL e la Hamburg Sud. Dati gli scandali in
ordine alla contabilità che affiorano in tutto il mondo,
come nel caso della Enron, è comprensibile come adesso
gli analisti finanziari specializzati nel mercato dello shipping
si interessino più attentamente a tale questione.
Ad esempio, nel suo rapporto di metà anno sulla Evergreen
Marine, Salomon Smith Barney afferma: "Continuiamo ad avere
un'opinione contrastante su coloro che reggono la Evergreen Marine.
I dati operativi segnalano un certo qual grado di buoni risultati
del settore. Dopo i recenti traumi contabili avvenuti negli Stati
Uniti, d'altronde, riteniamo che la Evergreen resti esposta ad
un notevole fenomeno di rivalutazione da parte degli investitori
istituzionali in conseguenza della sua complessa struttura di
società-holding. Nel corso degli anni, le attività
sono state trasferite dalla sede centrale della proprietà
(Taiwan) a molteplici località, tra cui Panama, Italia
e Regno Unito".
Un'altra complicazione nel confronto tra i risultati dei vettori
marittimi consiste nel fatto che, a differenza delle principali
agenzie logistiche mondiali, la determinazione dei profitti operativi
non è sempre la stessa. Invece di stabilire con chiarezza
se occorre utilizzare l'EBIT o l'EBITDA, ad esempio, viene impiegata
una terminologia più ampia. I dati di Containerisation
International rappresentano un tentativo in tal senso, ma
il compito è arduo.
Al fine di risolvere almeno parzialmente il problema della valuta
in questa analisi, i risultati di ciascun vettore contenuti nella
tabella sono stati convertiti in dollari USA utilizzando il tasso
di cambio esistente alla fine dell'annata finanziaria. Come si
può notare, riguardo ai cambiamenti nei profitti operativi,
contrariamente ai risultati dell'annata precedente, i vettori
containerizzati puri e quelli quasi puri se la sono passata peggio.
APL, PONL, CMA CGM, HMM e OOCL non avranno certo stupito piacevolmente
i propri azionisti.
La Hapag-Lloyd è stata la compagnia dalle migliori prestazioni,
con un incremento dei profitti operativi del 72,9% (al lordo della
svalutazione), ma, dal momento che il suo anno finanziario 2000
andava dal 1° ottobre 1999 al 30 settembre 2000, invece della
normale annata gennaio-dicembre, i due periodi non sono esattamente
confrontabili.
In termini di giro d'affari, la divisione trasporto marittimo
della Hapag-Lloyd, che comprende la HLCL (Hapag-Lloyd Container
Line) e la Hapag-Lloyd Cruises, ha ingenerato il 61% delle vendite,
mentre il restante 39% è stato dovuto alla Logistica, che
comprende la VTG-Lehnkering, la Pracht Forwarding e la Algeco
SA.
La HLCL dal canto suo ha riferito di vendite pari a 1,95 miliardi
di dollari USA e di un incremento dei profitti operativi, al netto
della svalutazione, del 17% sino a 165 milioni di dollari USA.
L'operatore sottolinea con forza l'importanza del proprio sistema
per la gestione della rendita dei containers al fine di far sì
che non si finiscano involontariamente per trasportare attività
in perdita.
Sembra che il sistema funzioni bene, dal momento che la HLCL
è stata altresì il vettore con i migliori risultati
in termini di proventi sulle vendite (13,3%). Subito dopo vengono
i vettori giapponesi MOL, NYK e K Line, rispettivamente con l'8,8%,
il 7,7% ed il 6,2%; peraltro, la maggior parte delle loro operazioni
si riferisce a carichi alla rinfusa.
E' sorprendente che nel 2001 ci sia stata una sola perdita di
rilievo, la Cho Yang con sede in Sud Corea, che alla fine nel
settembre 2001 è crollata sotto il peso di debiti per oltre
300 milioni di dollari. Sebbene fossero stati proposti diversi
piani di salvataggio, i suoi creditori, dopo aver dato un'occhiata
approfondita alle immediate prospettive del trasporto marittimo
di linea, hanno deciso di averne avuto abbastanza.
Dati i risultati finanziari successivamente annunciati da molte
compagnie quest'anno, sembrerebbe che essi abbiano avuto ragione.
Come detto in precedenza, le tariffe dei noli hanno continuato
a diminuire bruscamente in molte direttrici di traffico, malgrado
una ripresa dei flussi di carico, e adesso in giro si vedono molte
cifre in rosso. Ciò che dovrebbe preoccupare i caricatori
è il fatto che nessun nuovo soggetto ha preso il posto
della Cho Yang dopo il suo ritiro.
Infatti, al momento attaule, da un certo numero di anni non si
registra l'ingresso nel settore di nuovi arrivati di qualche peso,
ma si riscontrano solamente fusioni ed acquisizioni, di modo che
il desiderio dei caricatori di ridurre il numero dei fornitori
di servizio impiegati potrebbe rivelarsi soddisfatto. Ciò
detto, nel 2001 non vi sono state neanche fusioni o acquisizioni
di un certo rilievo, il che potrebbe aver distorto i risultati
del mercato.
In conclusione, anche se il 2001 è stato un anno che la
maggior parte dei vettori vorrà dimenticare, molti sono
comunque riusciti a realizzare profitti malgrado il retaggio dell'eccesso
di capacità ed alcune decisioni discutibili dal punto di
vista strategico. In altre parole, può anche darsi che
essi siano stati messi al tappeto, ma non sono stati messi fuori
combattimento. Quest'anno promette di essere ancora peggiore,
a meno che le tariffe dei noli non migliorino in modo significativo
nel corso della seconda metà dell'anno, il che attualmente
sembra assai improbabile. In alcuni casi, la pazienza degli azionisti
potrebbe alla fine esaurirsi. (da: Containerisation International, ottobre 2002)
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