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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XXI - Numero 2/2003 - FEBBRAIO 2003 |
Industria
Riprende la domanda per l'industria della produzione di containers
L'industria mondiale produttrice di containers ha fatto registrare
un significativo cambiamento delle proprie sorti nel corso del
2002, dato che la domanda ha tenuto molto bene a partire dal secondo
trimestre. Ciò ha dato notevole impulso alla produzione
delle attrezzature containerizzate marittime, e ci si aspetta
che la produzione globale si sia ripresa almeno del 20% rispetto
a quella del 2001 nel corso del 2002. L'annata precedente era
stata molto dura per i costruttori di box, dato che la combinazione
tra il prorompente eccesso di capacità e la recessione
della crescita dei traffici mondiali aveva ridotto la richiesta
di nuovi containers e costretto molti impianti a chiudere per
periodi di notevole durata.
Al contrario, la maggior parte delle fabbriche di contenitori
è stata relativamente indaffarata nel corso del 2002, anche
se non sono state impegnate sino al limite. Era previsto che la
produzione mondiale di containers di tutti i tipi raggiungesse
gli 1,6 milioni di TEU per l'annata in questione, risultato che,
se ottenuto, rappresenterebbe il suo secondo totale annuo di sempre.
Tuttavia, la cifra finale potrebbe addirittura essere ancora maggiore,
dato che molti produttori riferivano di notevoli ordinazioni
nel corso del terzo e quarto trimestre.
Il settore delle unità marittime per carichi secchi è
stato quello che si è ripreso maggiormente, sebbene anche
la domanda di attrezzature refrigerate abbia tenuto bene. Tuttavia,
le richieste di equipaggiamento maggiormente specializzato, tra
cui i contenitori cisterna ed i box di tipo locale, sono state
nel complesso più deboli, dato che la produzione di unità
interne USA, swapbodies ed altri contenitori pallettizzati al
momento è in leggero declino.
Com'era prevedibile, la Cina ha ulteriormente incrementato la
propria posizione dominante, rappresentando oltre il 90% di tutta
la produzione standard di TEU nel 2002. Essa farà fronte
altresì all'80% (quota in aumento) della produzione mondiale
di TEU reefer (quanto ai box), così come alla crescente
quota di speciali per carichi secchi, nazionali nord-americani,
e persino containers europei pallet-wide e swapbodies. In quasi
tutte le altre zone del mondo, tutti i tipi di produzione containerizzata
sono al momento in declino.
Nell'ambito della Cina stessa, gran parte della produzione viene
dal sud (per lo più dalla provincia di Guangdong), seguito
dal distretto centrale "Shanghai" e poi dalle città
settentrionali, quali Tianjin, Qingdao e Dalian. Addirittura lo
scorso anno si è aggiunta una nuova fabbrica a Lianyungang.
Alle fabbriche del sud si deve quasi la metà di tutta produzione
cinese di TEU, mentre la regione centrale ne rappresenta il 40%,
il che in parte riflette l'aumento della domanda di containers
in questa zona.
La corrispondente produzione globale del 2001 ammontava ad appena
1,28 milioni di TEU, cioè il più basso totale annuo
dalla metà degli anni '90. Inoltre, si trattava di un calo
di più di un terzo rispetto al record di 1,93 milioni di
TEU consegnati nel 2000, quando la domanda aveva raggiunto il
suo apice e le fabbriche di contenitori funzionavano quasi a piena
capacità. In completo contrasto, sono stati pochissimi
gli impianti che nel corso del 2001 hanno prodotto senza interruzioni,
tanto che quell'anno la maggior parte di loro aveva lavorato per
un periodo corrispondente a sette mesi.
Praticamente tutta la produzione containerizzata era cessata
nel quarto trimestre del 2001, e la maggior parte dei produttori
aveva deciso di rimanere chiusa sino a dopo il Capodanno cinese
(metà febbraio 2002). Di conseguenza, non vi era stata
quasi produzione nel corso del trimestre iniziale del 2002, mentre
i prezzi dei box di nuova costruzione erano scivolati sino al
punto più basso da 30 anni a questa parte. In quel momento
veniva riferito che i containers standard erano offerti franco
fabbrica in tutta la Cina a prezzi che erano scesi sino a 1.150
dollari, sebbene vi fossero comunque relativamente pochi acquirenti.
Ciononostante, i primi del 2002 hanno assistito al punto più
basso del ciclo in discesa e la domanda subito dopo è risalita.
I grandi quantitativi iniziali di scorte di equipaggiamento containerizzato
nuovo (ed usato), che languivano preso i depositi ed i piazzali
dei produttori di tutto il mondo, stavano già rapidamente
scomparendo all'inizio del 2002, mentre di nuovo presso alcune
località-chiave asiatiche si verificavano carenze di equipaggiamento.
In particolare appariva una particolare scarsità di containers
da noleggio, dal momento che gran parte delle società di
leasing avevano sospeso i propri investimenti nel terzo trimestre
del 2001 e, di conseguenza, avevano ricevuto nel 2001 meno box
nuovi di quanto non fosse mai accaduto dagli inizi degli anni
'90. In tal modo, i noleggiatori contavano solamente il 35% circa
della diminuita produzione globale complessiva nel 2001. Il resto
era dovuto ai vettori marittimi (57%) e ad altri operatori trasportistici
terrestri (8%).
Tuttavia, il settore del noleggio ha rapidamente ripreso ad acquistare
contenitori nuovi nel 2002, dato che da marzo in poi sono state
effettuate ordinazioni alquanto notevoli. La Triton Container,
la Capital Lease, la Florens Container Corp e la GESeaCo sono
stati tra gli operatori che hanno effettuato le maggiori acquisizioni.
Rispetto al 2001, le ditte di leasing ora certamente rappresentano
il 50% almeno di tutte le nuove consegne di contenitori ricevute
nel 2002, mentre la maggior parte dei vettori marittimi ha effettuato
le ordinazioni di nuovo equipaggiamento per le proprie flotte
solamente dopo l'inizio della seconda metà dell'anno.
Molti vettori hanno preso la decisione di noleggiare, piuttosto
che investire direttamente, poiché essi avevano bisogno
di ulteriore equipaggiamento containerizzato al fine di provvedere
con urgenza al servizio sia del continuo afflusso del tonnellaggio
cellulare di nuova costruzione, sia della inaspettata ripresa
della crescita dei traffici di box su molte direttrici di traffico.
Essi naturalmente hanno considerato che il settore del noleggio
fosse più adatto a fornire risposte nel breve termine.
Alcuni vettori erano anche preoccupati del fatto che i prezzi
dei nuovi box potessero accingersi a salire notevolmente.
Era già chiaro ad aprile/maggio che l'annuale espansione
dei traffici containerizzati globali nel 2002 sarebbe stata maggiore
di quanto previsto all'inizio dell'anno, e quella cifra da allora
è stata rivista più volte verso l'alto. Al momento
le previsioni parlano di un aumento dell'8%. Inoltre, le più
basse cifre di crescita dei traffici calcolate inizialmente per
il 2001 sono state rivalutate allo stesso modo e si stima che
adesso siano prossime al 5%.
Nel corso sia del 2001 che del 2002 sono stati introdotti oltre
600.000 TEU (al netto delle dismissioni) di nuovi spazi-containers
su nave, il che equivale ad un ampliamento della flotta superiore
all'8% per ciascun anno. Sebbene le consegne di spazi-containers
su nave abbiano continuato a superare la crescita reale dei traffici,
e perciò potrebbero essere viste come un surplus rispetto
alle esigenze, è tale lo stato della concorrenza del mercato
trasportistico marittimo che tutte le nuove navi vengono invariabilmente
immesse in servizio alla svelta, di modo che diventa necessario
equipaggiarle immediatamente con nuovi box.
Altri fattori hanno spinto verso l'alto le richieste mondiali
di containers nel 2002 e persino retroattivamente in relazione
al 2001. Malgrado la loro ridotta acquisizione di containers nel
2001, si sa che sia i vettori sia i noleggiatori adesso sono impegnati
in un'operazione-record di sostituzione dei propri containers,
che risulterà alla fine nella sostituzione di quasi 700.000
TEU. Un numero simile di unità dovrebbe essere dismesso
dalla flotta principale di trasporto anche nel corso del 2002,
rispetto ad una media di circa 500.000 TEU rimpiazzati annualmente
nel corso degli anni precedenti.
Anche le recenti e prolungate vertenze sindacali sulla Costa
Occidentale degli U.S.A. hanno influenzato la domanda nel 2002,
dato che esse hanno incoraggiato gli esportatori, gli importatori
e pure gli operatori a portare avanti alcune iniziative finalizzate
ad attenuare il potenziale di tali interruzioni di servizio. I
vettori, in particolare, hanno avuto bisogno di mantenere notevoli
scorte di equipaggiamento in Asia.
Tutto ciò contribuisce a spiegare la rapida ripresa della
domanda nel corso del 2002. Il migliorato tasso di sostituzione
(equivalente a 700.000 TEU/anno) da solo ha costituito il 50%
circa di tutta la produzione di nuovi box realizzati complessivamente
nel corso del 2001-2002. L'introduzione di più di 1,2 milioni
di TEU di capacità in più in termini di spazi-containers
ha ingenerato maggiori esigenze (pari a 2,2 milioni di TEU) di
altri contenitori nel corso dello stesso periodo, oltre alle esigenze
di sostituzione. Come si ammette generalmente, alcuni di questi
box in più sono stati dovuti al rinnovo del noleggio di
equipaggiamento che in precedenza era già in leasing (il
che ha comportato un notevole miglioramento dell'utilizzazione),
così come all'assorbimento di cospicue "incombenze"
di containers costruiti all'inizio del 2000. Tuttavia, si è
verificata ancora una notevole e crescente richiesta di acquisizioni
di nuove costruzioni da effettuare.
TABELLA 1: PRODUZIONE MONDIALE DI CONTENITORI
2001-2002 SUDDIVISA PER ZONA (IN MIGLIAIA DI TEU)
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| 2001 | 20021
| CAPACITA'2 |
Cina | 1.052 | 1.400
| 2.330 |
Altra Asia3 | 96
| 90 | 185 |
Europa4 | 107 |
90 | 200 |
Altri5 | 25 |
20 | 75 |
Totale | 1.280
| 1.600 | 2.790
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Note:
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1 = previsti;
2 = attuale capacità annua strutturata su due turni;
3 = Indonesia, Malaysia, Sud Corea e India;
4 = comprende Turchia ed ex Blocco Orientale;
5 = Americhe, Africa e Australasia.
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Fonte: "Analisi di mercato" di Containerisation International
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Ciononostante, i produttori di containers sono stati lenti a
reagire alla ripresa quando finalmente essa si è concretizzata.
A causa della natura "blocca e riparti" della produzione
nel 2001, molti sono rimasti scettici circa le probabilità
di una reale ripresa, dal momento che ci vuol tempo prima di potersi
attrezzare per andare oltre la lavorazione basata su turno singolo.
Sono state invece le scorte di materie prime ad essere smaltite
alla svelta all'inizio del 2002, il che ha rapidamente comportato
fermi e carenze di produzione. Ciò richiede diversi mesi
prima che si possa pervenire ad una soluzione, ed i peggiori effetti
si sono visti in relazione all'acciaio Corten di produzione cinese
ed alle pavimentazioni di legno compensato (dall'Indonesia). Inevitabilmente,
il costo di tali prodotti è salito alle stelle, dato che
il solo acciaio è balzato in alto di 85 dollari per tonnellata
nel secondo trimestre. Allo stesso modo, la pavimentazione di
legno è aumentata di 85 dollari al m2.
I più elevati costi delle materie prime si sono rapidamente
tramutati in prezzi più alti per i box finiti, con il prezzo
medio franco fabbrica per TEU che è aumentato di almeno
il 15% nel corso del secondo trimestre 2002 sino a 1.350 dollari
USA nella maggior parte delle fabbriche cinesi. Malgrado il rafforzamento
delle condizioni del mercato, i prezzi da allora sono rimasti
più o meno a questo livello ed addirittura si sono indeboliti
leggermente nel corso del quarto trimestre, dato che i costi del
materiale si sono nuovamente stabilizzati ed i produttori hanno
ripristinato le lavorazioni su molteplici turni. I prezzi dei
contenitori nuovi restano, in media, più bassi di quelli
del 2001, mentre le maggiori spese sulle materie prime e su altre
componenti hanno eroso ulteriormente i margini di profitto dei
produttori.
Prevedibilmente, la sola opzione per tutti i costruttori di box
è quella di ridurre i costi di gestione in altre zone,
e la maggior parte di loro ha reagito migliorando le proprie economie
di scala produttive. Questo processo favorisce naturalmente i
maggiori gruppi produttivi, che già dominano il mercato
e continuano ad incrementare la propria riserva di caccia. Le
due ditte principali, cioè il gruppo CIMC e la Singamas
Container Holdings, che sono entrambe di proprietà cinese
e che già gestivano grandi reti strutturate su più
fabbriche, hanno complessivamente acquisito il controllo di altri
tre impianti rivali nel corso del 2002, incrementando nel contempo
il proprio livello di capacità installata.
La CIMC è adesso in grado di costruire oltre 1 milione
di TEU di unità per carichi secchi (nonché 70.000
refrigerati) all'anno, basandosi su lavorazioni strutturate su
due turni. La Singamas gestisce 400.000 TEU, in seguito all'assorbimento
di altre due fabbriche di box standard l'anno scorso. Si tratta
di un impianto a Tianjin, che in origine era gestito dal gruppo
anglo-tedesco Habatec-Tectrans, e di uno a Shanghai, che in precedenza
faceva parte della rete controllata dalla sud-coreana Hyundai
Mobis. La Singamas già gestisce fabbriche di unità
per carichi secchi a Shanghai (due), nella Provincia di Guangdong,
a Xiamen ed a Surabaya (Indonesia), oltre ad un impianto per unità
refrigerate, anch'esso a Shanghai. Essa prevedeva un risultato
combinato di oltre 300.000 TEU per il 2002 derivante da tutti
i propri attuali siti.
La CIMC ha aggiunto un impianto singolo a Qingdao, anch'esso
in origine appartenente alla Habatec-Tectrans, che da allora è
stato riadattato per la produzione di trailers. Questo gruppo
altrimenti gestisce due fabbriche di unità per carichi
secchi a Guangdong, tre a Shanghai, ed una ciascuna a Tianjin,
Qingdao e Dalian. Essa inoltre controlla un impianto per refrigerati
a Shanghai ed a Qingdao. Ci si aspettava che la produzione complessiva
di box per carichi secchi nel 2002 superasse i 650.000 TEU, tra
cui oltre 25.000 TEU di speciali, ed oltre 50.000 TEU di refrigerati.
Ciò si potrà paragonare ai risultati del 2000, allorquando
la CIMC poté registrare i propri migliori risultati complessivi
di sempre.
La CIMC e la Singamas sono perciò in lizza per la costruzione
di circa 1 milione di TEU nel 2002, che equivarrebbero al 70%
di tutta la produzione cinese (e ad oltre il 60% della produzione
globale). Il resto della produzione cinese è dovuto ad
una ventina di fabbriche circa, molte delle quali sono ancora
indipendenti. Il maggior gruppo che li segue è rappresentato
dalla sud-coreana Jindo Corp, che gestisce tre fabbriche in Cina
(a Guangzhou, Shanghai e Dalian), il cui obiettivo per il 2002
era quello di costruire 100.000 TEU.
Il suo tradizionale rivale sud-coreano, la Hyundai Mobis, ora
gestisce appena un impianto in Cina (a Guangdong), avendo venduto
la propria infrastruttura di Shanghai alla Singamas. Si prevede
che la Guangdong Hyundai possa costruire circa 70.000 TEU nel
2002. La Habatec-Tectrans, avendo trasferito a terzi le proprie
partecipazioni detenute nei suoi due impianti di Qingdao e Tianjin,
rispettivamente alla CIMC ed alla Singamas, ha abbandonato il
proprio diretto coinvolgimento nell'attività di costruzione
di box. Sino al recente 2000, il gruppo riusciva ad effettuare
annualmente consegne superiori a 75.000 TEU.
TABELLA 2: PRODUZIONE MONDIALE DI CONTENITORI
2001-2002 SUDDIVISA PER CATEGORIA (IN MIGLIAIA DI TEU)
|
| 2001 | 20021
| CAPACITA'2 |
Standard per carichi secchi | 1.050
| 1.370 | 2.375 |
Speciali per carichi secchi | 47
| 48 | 115 |
Refrigerati integrali | 95 |
110 | 145 |
Cisterne | 10 | 10
| 18 |
Locali-Europa | 60 | 46
| 77 |
Locali-Nord America | 18 |
16 | 60 |
Totale | 1.280
| 1.600 | 2.790
|
Note:
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1 = previsti;
2 = attuale capacità annua strutturata su due turni.
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Fonte: "Analisi di mercato" di Containerisation International
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Altri importanti nomi nel settore sono il gruppo CXIC di proprietà
cinese e la AIS (Associated Industries Shanghai), dietro alla
quale c'è Taiwan, con sede a Shanghai, così come
la Kwangchow Shipyard Container Factory e la joint-venture sino-italiana
Dongguan Winco, nel sud. La CXIC è una delle imprese più
grandi, data la sua capacità annua installata di 75.000
TEU. Essa si aspettava di costruire almeno 55.000 TEU nel 2002.
Un altro produttore di notevoli quantitativi è la Suzhou
Asia Container International, che opera in prossimità di
Shanghai, che era in predicato di consegnare 40.000 TEU nel 2002.
Questa società ha recentemente aperto un impianto gemello
a Lianyungang, gestito dagli stessi azionisti cinesi, i cui programmi
prevedevano la costruzione di oltre 10.000 TEU prima della fine
del 2002.
(da: Containerisation International, gennaio 2003)
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