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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XXI - Numero 3/2003 - MARZO 2003 |
Conferenze e convegni
La conferenza di Londra sulla sicurezza marittima
"Siamo tutti a rischio" è stato il messaggio alla conferenza sulla sicurezza marittima, organizzata da Cargo Systems in associazione con il TT Club a Londra il 25 novembre. Un porto come Singapore, dove una grossa bomba terroristica potrebbe davvero sterminare il paese intero, è uno dei principali esempi di quelli che sono a gran rischio.
"Gli attacchi dei pirati sono in aumento" ha dichiarato Chris Austen, socio amministratore della Maritime & Underwater Security Consultants. "Le rotte marittime sono il principale condotto per i traffici di droghe illegali, armi e persone. I fondi derivanti da attività criminose vengono utilizzati per finanziare il terrorismo". I terroristi, ha dichiarato, sono esperti della catena delle forniture.
La conferenza ha attirato relatori e delegati da tutto il mondo. Presieduta dall'ex dirigente capo della "K" Line Europe, Alec Crawford, e con relatori ed esperti provenienti da vari settori dell'industria marittima, ha indotto approfondite discussioni per tutto il corso della giornata, gran parte delle quali erano imperniate sulla allora imminente richiesta da parte delle dogane statunitensi di un preavviso di 24 ore circa i particolari relativi alla merce prima del suo carico sulla nave.
I delegati erano stati incoraggiati ad esprimere la propria opinione su tale provvedimento ed altri ancora in via di implementazione da parte degli Stati Uniti, come la CSI (Iniziativa sulla Sicurezza dei Contenitori), dal momento che si prevede che altri paesi faranno entrare in vigore tale misura. Ai sensi della CSI, le dogane hanno in programma di localizzare funzionari presso 20 "mega-porti" in tutto il mondo, attraverso i quali passa il 66% dei 5,7 milioni di contenitori che arrivano negli USA ogni anno. I contenitori presso questi porti vengono etichettati ed esaminati prima della partenza alla volta del porto di destinazione.
Rotterdam, così come i porti canadesi di Montreal, Vancouver e Halifax, hanno messo in atto lo scorso anno i provvedimenti previsti dalla CSI. Altri porti che dovrebbero "presto diventare operativi" nell'ambito della CSI, secondo Joe Rees, consulente per le strategie commerciali del Servizio Doganale statunitense, sono Hong Kong, Singapore, Anversa, Le Havre, Bremerhaven, Amburgo, Tokyo, Nagoya, Kobe e Yokohama. Egli ha sottolineato che la CSI non costituisce un programma "da porto a porto" ma "da cliente a cliente".
Gli elementi-chiave della CSI, ha detto, sono quelli dell'istituzione di criteri di sicurezza per l'identificazione dei containers ad alto rischio fondati sull'informazione preventiva, del riesame dei containers nel momento più anticipato possibile, dell'uso della tecnologia al fine di pre-esaminare rapidamente i containers, nonché dello sviluppo di containers sicuri e "svelti". "Il vantaggio per noi 'Espiega Rees 'Esta nel fatto che nel caso di un incidente che conduca alla chiusura dei porti, questi porti riapriranno prima".
I delegati hanno suggerito che i porti minori che movimentano traffico diretto alla volta degli Stati Uniti potrebbero essere preferiti a tutto svantaggio dei mega-porti. Rees li ha rassicurati circa il fatto che ciò non potrebbe accadere senza che prima non si sia fatto in modo che essi vengano dotati di procedure di sicurezza soddisfacenti. Ha infatti sottolineato: "Più cose sanno le dogane su un importatore, meno tempo quest'ultimo dovrà perdere". Le dogane statunitensi adesso si concentrano più sulle armi di distruzione di massa che sulle sostanze stupefacenti e sul contrabbando, ha aggiunto.
E'Estato unanimemente riconosciuto che la sicurezza più rigorosa possibile presso i porti containerizzati è decisiva, sebbene i delegati abbiano ammesso che i relativi costi stanno trattenendo molti porti e molte linee di navigazione dal mettere in atto i nuovi provvedimenti.
"Noi non sappiamo cosa andrà a costare la nuova sicurezza" ha ammesso Crawford. "Chi pagherà per essa? Alla fine, il consumatore finale, dato che il vettore dirà di non potersi permettere tutti i costi". Egli ha inoltre insistito con i delegati sulla necessità della prevenzione. "Se pensate che la sicurezza sia cara, provate ad avere un incidente".
(da: Cargo Systems, gennaio/febbraio 2003)
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