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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS | ANNO XXIII - Numero 1/2005 - GENNAIO 2005 |
Industria
Il Gruppo Fantuzzi: come la fenice dalle ceneri
Il gruppo italiano Fantuzzi, che nel corso degli ultimi 40 anni è stato consolidato dal suo fondatore ed attuale presidente Luciano Fantuzzi, è uno dei principali produttori mondiali di attrezzature per la movimentazione di contenitori.
La rovina della società a conduzione familiare è avvenuta in seguito alla decisione di contrarre obbligazioni per 125 milioni di euro nel 2000 al fine di finanziare l'espansione, portando la Fantuzzi da società da 200 milioni di euro a società da 600 milioni di euro in appena tre anni.
Nell'estate del 2004, un certo numero di problemi tra cui acquisizioni rivelatesi più difficili da digerire di quanto non ci si aspettasse, una recessione economica globale, l'ascesa dell'euro, una gestione e controlli della società inadeguati, la crisi del mercato italiano dei titoli e la forza dei rivali cinesi, nonché l'emorragia dei profitti operativi e delle riserve, hanno fatto sì che la società non fosse in grado di rimborsare le sue obbligazioni al momento della maturazione.
Vincenzo Morelli, socio dirigente presso la ditta specializzata in consulenza finanziaria Alvarez & Marsal, è stato assunto dalla Fantuzzi con un incarico di 12 mesi allo scopo di pilotare gli sforzi per salvare la società tenendo a bada i creditori senza far finire la società in tribunale.
Oggi, Morelli è in grado di annunciare che il suo tentativo ha avuto un completo successo, avendo convinto i titolari delle obbligazioni e le banche italiane e cinesi che avevano concesso il prestito che le cose si sarebbero messe meglio se avessero pazientato.
Sebbene Morelli minimizzi i suoi sforzi fatti per salvare la società, tuttavia ammette di aver dovuto superare un bel numero di problemi. "Uno degli aspetti più difficili della situazione finanziaria della Fantuzzi era costituito dal fatto che il prestito bancario era stato concesso da 16 istituto di credito diversi, che avevano concesso tutti quanti mutui bilaterali non assicurati a breve termine, mentre la buona notizia era che le banche erano molto sensibili alle esigenze dei titolari delle obbligazioni".
In breve, Morelli è stato capace di convincere sia i titolari delle obbligazioni sia le banche a concordare nuovi termini di scadenza e tempi di maturazione in relazione al debito della società, nonché ad attendere altri quattro anni per essere rimborsati. In cambio, la Fantuzzi ha offerto ai suoi creditori la possibilità di evitare perdite di capitale.
Ai titolari di obbligazioni sono stati offerti alcuni significativi incentivi: il tasso di interesse sulle obbligazioni è stato aumentato in media del 2% rispetto al periodo, il pagamento del capitale sarebbe stato scaglionato ed il fondatore della società, Luciano Fantuzzi, ha accettato di impegnarsi per circa 100 milioni di euro con propri beni personali - grandi proprietà immobiliari - fornendo così la garanzia che tali risorse sarebbero state utilizzate per ricapitalizzare la società nel caso essa non fosse in grado di tener fede a nuovi accordi.
La Fantuzzi ha ora completamente ristrutturato il proprio debito. Essa sta gradualmente tornando a pagare i suoi fornitori regolarmente, non avrà costi arretrati alla fine dell'anno, le banche hanno confermato le proprie linee di credito fino alla fine del 2008-inizio 2009, i titolari delle obbligazioni le hanno ridatate tutte quante, aggiornandole per quanto attiene gli interessi ed il rimborso del capitale.
"Parlando francamente" dice Morelli "il fatto che il proprietario abbia messo il suo denaro in gioco è stato decisivo per la riuscita delle contrattazioni. Oggi, posso confermare che la crisi finanziaria verificatasi all'inizio dell'anno è stata adesso del tutto risolta. La Fantuzzi è in buone condizioni: la società ora dispone di liquidità ed è fuori dai guai finanziari".
Si riporta di seguito l'intervista concessa a CargoSystems.
Come aveva fatto la Fantuzzi a trovarsi in così gravi problemi, in precedenza?
"Molto semplicemente, la Fantuzzi si era ingrandita troppo" spiega Morelli. "La società si era fatta prestare un sacco di soldi per effettuare acquisizioni, tra cui il produttore tedesco di gru Noell ed alcune proprietà in Italia, nonché per finanziare l'espansione in Cina. Essa aveva altresì effettuato investimenti in alcune delle proprie fabbriche (ad esempio, aveva triplicato la capacità della sua fabbrica in Cina, raddoppiato la capacità in Italia e ristrutturato la Noell e le sue operazioni); tutti quanti, sforzi molto costosi. La Fantuzzi si era altresì allargata a rotta di collo nel mercato delle gru a cavaliere bordo-costa, che è ben noto per essere assai competitivo".
Tutto ciò, aveva comportato l'arrivo di un sacco di fatture che richiedevano per il pagamento molta liquidità di cassa e la Fantuzzi, così, non è stata in grado di ripagare l'obbligazione da 125 milioni di euro che era stata contratta nel 2000-2001 con rimborso fissato per il 16 luglio 2004.
"Tuttavia" continua Morelli "siamo stati in grado di ristrutturare il debito convincendo le banche ed i titolari delle obbligazioni che la Fantuzzi li avrebbe rimborsati ma che, per ottenere ciò, essi avrebbero dovuto darci un altro po' di tempo.
Siamo stati agevolati in modo decisivo dal fatto che circa il 75% delle operazioni della Fantuzzi avvengono in zone in cui essa ha una posizione preminente e pertanto produce una liquidità di cassa di anno in anno in modo sicuro e prevedibile.
In effetti, la vera forza dell'attività della Fantuzzi sta nelle impilatrici, negli elevatori, nelle straddle carriers, nelle RTGs e nelle MHC (gru portuali mobili). Le gru a cavaliere bordo-costa (STS) rappresentano il settore problematico in cui essa ha consumato un mucchio di liquidità invece di generarla".
Che cosa si è dovuto fare, dopo la ristrutturazione del debito?
"L'intera struttura amministrativa delle gru Noell è stata ora rivista, la società ha ridotto notevolmente il superfluo e adesso è completamente concentrata sul mercato tedesco delle straddle carriers.
Di conseguenza, le vendite delle straddle carriers stanno ora crescendo a ritmi mai sperimentati prima e quest'anno ne spediremo ai clienti un numero record, e l'anno prossimo un numero ancora maggiore. L'anno prossimo, faremo registrare l'arretrato di ordinazioni più grande mai fatto registrare nella storia della società, mentre adesso stiamo realizzando profitti in Germania. In effetti, la Noell si sta comportando molto, ma molto bene e questo è un fatto dimostrabile" afferma Morelli.
Sono consapevole del fatto che ci sono operatori che possono esitare a comprare un prodotto della Fantuzzi non avendo ben compreso che la crisi finanziaria è alle spalle. A questi potenziali clienti timorosi, posso solo dire che se i titolari di obbligazioni per centinaia di milioni hanno pensato che saremo in grado di fare soldi, altrettanto dovrebbero fare loro.
Un'indicazione di quanto sicura sia la Fantuzzi oggi, sta nel fatto che quest'anno andremo a spedire equipaggiamenti per un valore di 500 milioni di euro e che recentemente abbiamo ricevuto la nostra maggiore ordinazione di sempre dalla P&O Ports: equipaggiamento per un valore di 55 milioni di dollari USA per una ordinazione destinata a Mundra, Chennai e Port Qasim.
Ci siamo altresì procurati un'ordinazione da primato in relazione alle straddle carriers per il terminal della Evergreen a Tacoma, nonché un'altra ordinazione assai rilevante dalla Hutchison Ports in relazione ad impilatrici per la Cina, il che dovrebbe dire qualcosa al mercato, non trova?" chiede Morelli.
Che cosa riserva il futuro?
Morelli ritiene che il futuro della Fantuzzi sia molto stimolante, con un certo numero di cose in vista.
"Cominciando dalle cose negative, dobbiamo affrontare il problema delle gru a cavaliere STS. Questo è il settore in cui la Fantuzzi ha perso la maggior parte del proprio denaro, in seguito agli eccessivi investimenti effettuati per competere con la ZPMC, ditta controllata dallo stato, della quale adesso sappiamo che non può essere battuta sui prezzi e che si trova nella condizione di poter far fuori tutta la concorrenza. Adesso, però, abbiamo imparato la lezione e da allora abbiamo cercato di migliorare in tutti gli altri aspetti della nostra attività".
Rispetto invece ai lati positivi, Morelli precisa: "Stiamo spostando le nostre MHCs da Reggio Emilia, una delle fabbriche storiche del gruppo. Questo sito è collocato su 100 acri di ottimo terreno nel bel mezzo di una delle più ricche città della provincia italiana; esso è di grande valore ed è di proprietà personale di Luciano Fantuzzi.
Il sito è vecchio ed inefficiente ed è quindi in fase di ristrutturazione. Di conseguenza, ci stiamo spostando in un nuovo impianto del marchio dedicato alla produzione di MHC che abbiamo acquistato a Monfalcone, nei pressi di Trieste. Dal momento che l'infrastruttura è situata in prossimità del porto, saremo in grado di costruire le gru e di imbarcarle direttamente sulle navi" conclude Morelli.
(da: CargoSystems, dicembre 2004)
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