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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS | ANNO XXIII - Numero 8/2005 - AGOSTO 2005 |
Porti
I porti cinesi continuano a puntare verso l'alto
La Cina si aspetta che la domanda globale dei propri prodotti continui a crescere. Secondo dirigenti del settore marittimo cinese, il numero dei contenitori movimentati dai loro principali porti sarà più che doppio rispetto al passato, sino a raggiungere i 140 milioni di TEU entro il 2010. Nel 2004, i porti cinesi hanno movimentato 61,5 milioni di TEU. Le stime inerenti ai risultati dei containers per il 2005 parlano di 75 milioni di TEU, con un incremento del 22% da un anno all'altro.
Alla luce delle proposte relative ai programmi finalizzati ad un massiccio incremento delle infrastrutture portuali, tra cui il progetto di Yangshan da 55 ormeggi, i dirigenti in questione non prevedono alcun eccesso di capacità. Il ministro delle comunicazioni Zhang Chunxian ha dichiarato a quotidiani cinesi locali: "La questione non è quella di costruire troppo, bensì quella di essere capaci di intercettare la domanda. L'attuale sviluppo si basa sulla domanda del mercato e con la sua integrazione con la politica del governo centrale. Alcuni dei porti non possono essere migliorati e perciò dovremo costruirne di nuovi".
Allo scopo di far fronte alla crescente domanda e di alleviare la congestione, la politica cinese sulle strategie portuali si concentra sulla realizzazione di nuovi terminals e sul miglioramento delle attuali infrastrutture nelle sue tre principali zone economiche, il Delta del Fiume delle Perle, il Delta del Fiume Yangtse e la zona del Bohai Rim.
Complessivamente, sono stati destinati ai porti 4,8 miliardi di dollari USA in relazione alle infrastrutture per il 2005; entro la fine dell'anno, dovrebbero essere inaugurati 120 nuovi ormeggi. Gli operatori portuali di Shanghai, Xiamen e Dalian stanno programmando l'effettuazione di offerte pubbliche al fine di agevolare il finanziamento dell'espansione. Anche un certo numero di operatori terminalistici internazionali, tra cui la Hutchison Ports Holdings, la PSA International e la AP Møller-Maersk, ha impiegato fondi di notevole importo in progetti portuali a Shenzhen, Shanghai, Qingdao e Dalian.
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I dirigenti del porto di Shanghai hanno ridotto il numero degli operatori terminalistici in gara per un lucroso investimento nella seconda fase dello sviluppo di Yangshan da oltre 20 ad una breve lista di sei/sette. Si ritiene che tra i finalisti vi saranno pesi massimi quali la AP Møller-Maersk, la PSA International, la Hutchison Ports Holdings, la Cosco Pacific, la P&O Ports ed il consorzio Modern Terminals/China Shipping Group. Queste società hanno già un certo numero di interessi in investimenti nei porti del continente cinese e nessuna di loro vorrebbe perdere l'occasione di Yangshan.
Il termine di scadenza per la conclusione delle trattative non è stato chiarito ma, com'è normale per un progetto cinese così enorme, ci si aspetta che sia procrastinato. Si è saputo che Shanghai sta cercando di far entrare in porto un consorzio di investitori, piuttosto che un solo operatore. È altresì probabile che i vincitori siano scelti per mezzo di trattative, piuttosto che mediante una gara d'appalto formale.
Un dirigente della Shanghai Tongsheng Investment (Group), la società costituita per realizzare il porto di Yangshan, ha dichiarato: "Stiamo cercando le maggiori compagnie di navigazione ed i maggiori operatori portuali poiché il porto stesso è molto grande. La cosa migliore sarebbe che queste società formassero un consorzio, dal momento che il numero degli ormeggi in costruzione è limitato e che noi non possiamo soddisfare tutti quanti".
Il progetto di Yangshan presenta un investimento programmato complessivo di 12 miliardi di dollari USA e, una volta completato, comprenderà 55 ormeggi per containers. La Shanghai International Port Group ha confermato che la prima fase dello sviluppo, per un totale di cinque ormeggi, sarà operativa entro la fine del prossimo mese di ottobre.
(da: Containerisation International, luglio 2005, pag. 33)
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