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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS | ANNO XXIII - Numero 10/2005 - OTTOBRE 2005 |
Trasporto fluviale
Servono altri terminals per i traffici containerizzati sul Reno
Ci si aspetta che la marcata crescita dei volumi containerizzati nei porti europei continui per qualche tempo a venire. Al fine di far fronte a tale crescita, i dirigenti dei porti stanno pianificando l'espansione della capacità terminalistica. E' improbabile, peraltro, che certi colli di bottiglia possano essere eliminati a breve termine.
E', questa, una delle conclusioni dell'incontro annuale della conferenza CCR (Commissione Centrale per la navigazione sul Reno), svoltasi a giugno a Strasburgo. John Fossey, della società di consulenza trasportistica londinese Drewry Shipping Consultants, in occasione della recente fiera di Monaco ha dichiarato di aspettarsi una crescita annua del 6,5% del trasporto containerizzato. Fossey afferma che ciò comporterà pesanti pressioni sul trasporto verso l'hinterland via Reno. Fossey dice che lungo il Reno c'è bisogno di ulteriore capacità containerizzata.
Secondo Fossey, il problema diventerà ancora più complicato in futuro, poiché le dimensioni e la produttività delle navi portacontainers stanno aumentando davvero rapidamente. Una portacontenitori di nuovo tipo con capacità di 3.400 TEU ha una velocità di 25 nodi, rispetto ad una velocità di 22 nodi di cinque anni fa e ad una velocità di 19 nodi di dieci anni fa. E l'ultima generazione di portacontenitori ha una capacità di più di 8.000 TEU.
Ciò significa che, nel contesto dei medesimi servizi, oggi possono essere trasportati più contenitori che in passato. Fossey aggiunge che anche i miglioramenti all'efficienza dei porti - come accade ad esempio per la lavorazione di una nave da entrambi i lati presso il terminal Ceres di Amsterdam - incrementano la produttività.
Un buon 20% di tutti i containers movimentati nei porti mondiali sono vuoti. E' certo che questa percentuale sia destinata ad incrementarsi, afferma Fossey, aggiungendo che la pressione sui porti aumenterà perché i box vuoti restano in porto fino a quando non viene trovata loro una destinazione. Fossey avvisa che la situazione sarà persino peggiore nell'hinterland rispetto agli scali marittimi. Ciò significa che i problemi infrastrutturali cresceranno, il che potrebbe frenare la crescita in aggiunta agli altri rischi, quali l'elevato prezzo del petrolio, il rallentamento della crescita economica cinese e la minaccia di restrizioni commerciali quali quelle sulle esportazioni tessili cinesi.
Fossey afferma che è probabile che le tariffe di nolo rimangano alte a causa della congestione degli scali marittimi. A suo giudizio, bisognerebbe sviluppare più capacità per la movimentazione dei contenitori. "La sola risposta che ravviso consiste nell'ulteriore innovazione tecnologica ed in operazioni 24 ore su 24 nei porti.
Gli attuali problemi nella catena logistica tra gli scali marittimi dell'Europa Occidentale e l'hinterland possono essere risolti solamente mediante una più stretta collaborazione tra i vari operatori, afferma Jetze Tjalma della società di consulenza TransCare.
Egli raccomanda la rapida espansione dell'attuale capacità terminalistica. La commissione CCR dichiara che il trasporto sul Reno è aumentato dell'8% nel 2004 e che nel primo trimestre di quest'anno vi è stata una crescita del 7%. Secondo la CCR, queste cifre saranno sostenute dai settori dell'acciaio, del carbone e dei contenitori.
(da: Amsterdam Seaports, n. 2, 2005, pagg. 34-35)
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