|
COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS | ANNO XXIV - Numero 5/2006 - MAGGIO 2006 |
Safety & security
Il WSC affronta l'argomento della sicurezza di carichi e porti
Dal momento che la sicurezza marittima fa nuovamente titolo sulla stampa a causa dell'acquisizione della P&O Ports da parte della DP World, il WSC (World Shipping Council) ha cercato di dissipare almeno in parte i timori al riguardo, in particolar modo negli Stati Uniti.
Il WSC ha tratteggiato le iniziative - in corso e nuove - inerenti all'ispezione dei contenitori ed a come le informazioni fornite dai caricatori debbano essere migliorate al fine di incrementare la sicurezza della catena delle forniture.
Rivolgendosi alla commissione senatoriale sul commercio, le scienze ed i trasporti, Chris Koch, presidente e direttore generale del WSC, ha asserito: "La proprietà straniera di capitali nelle attività internazionali di trasporto marittimo non corrisponde ad una sfida per la sicurezza. Essa è stata - e continua ad essere - un importante, tradizionale e positivo contribuente ad una infrastruttura che è essenziale per l'economia americana e per la sicurezza nazionale statunitense, ed il suo interesse ad assicurare la sicurezza personale ed ambientale del commercio marittimo è molto forte".
La principale sfida in ordine alla sicurezza resta il far sì che nessuna "bomba sporca" od altri congegni sospetti vengano caricati nei porti stranieri sui containers diretti in USA.
Koch ha spiegato che con gli sviluppi nella tecnologia delle NII (ispezioni non importune con raggi x e gamma), dovrebbe risultare fattibile per la CBP (Dogane e Protezione Frontiere degli Stati Uniti) consentire l'ispezione tramite radiazioni e NII di tutti i containers che entrano in un porto nel prossimo futuro, senza ritardi di qualche rilievo per i commerci.
Rivela Koch: "I funzionari della CBP e del Dipartimento della Sicurezza della Patria stanno attualmente rivedendo tali procedure nonché l'applicazione pilota della tecnologia relativa alle ispezioni mediante radiazioni e NII a tutti i containers che entrano in due diverse infrastrutture portuali di Hong Kong. La tecnologia in questione è concettualmente attraente, ma senza dubbio occorrono una valutazione sul campo del suo effetto sulle operazioni, la sua integrazione nelle operazioni stesse ed una utilizzazione da parte del governo.
C'è bisogno di una chiara comprensione ed implementazione delle questioni operative, tra cui quale tecnologia dovrebbe essere impiegata presso i porti di trasbordo, dove i carichi non arrivano passando attraverso un varco terminalistico".
Koch afferma che i dati sulle spedizioni attualmente utilizzati ai sensi della regola delle 24 ore sono inadeguati ad assicurare la sicurezza della catena delle forniture: "I dati inerenti al manifesto del carico dovrebbero essere completati ed integrati allo scopo di assicurare migliori capacità di valutazione dei rischi".
Questi dati vengono forniti all'ingresso in dogana, ma Koch ha fatto notare: "Oggi, si richiede all'importatore di registrare presso la CBP i dati sull'ingresso dei carichi, ma tale registrazione non viene richiesta fino al momento in cui il carico spedito non si trova negli Stati Uniti, spesso presso la propria destinazione terrestre: allora è troppo tardi perché il dato possa risultare utile per i controlli sulla sicurezza".
(da: Containerisation International, aprile 2006, pag. 21)
|