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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS | ANNO XXIV - Numero 8/2006 - AGOSTO 2006 |
Studi e ricerche
La Drewry sottolinea la necessità di una maggiore integrità degli orari per il settore marittimo
Secondo una nuova analisi pubblicata dalla Drewry Shipping Consultants, l'integrità degli orari dei vettori marittimi lascerebbe, in effetti, ancora molto a desiderare.
L'analisi è contenuta nel suo rapporto trimestrale Container Shipper Freight. Esso confronta l'affidabilità degli orari di 70 vettori operativi su 23 rotte di traffico.
Tra dicembre 2005 ed aprile 2006, solo il 57% delle navi il cui scalo è stato monitorato è arrivato nel giorno programmato, mentre il 22% è arrivato il giorno successivo ed il 7% due giorni dopo.
La situazione varia notevolmente a seconda delle rotte di traffico, nonché dei vettori che vi effettuano operazioni. Ad esempio, dall'Asia all'Europa, solo il servizio FEM della Evergreen e quello AE5 della Maersk Line hanno conseguito un'affidabilità superiore al 90%.
D'altro canto, il servizio AE8 della Maersk Line ha conseguito il 63% di affidabilità. Com'è accaduto anche ad altri vettori, la scarsa percentuale ottenuta in questo caso deriva dall'integrazione degli orari della Maersk Sealand e della P&O Nedlloyd.
Lo stesso vale per l'integrazione dei restanti orari della Grand Alliance e della New World Alliance.
Philip Damas, autore del rapporto, approfondisce il discorso: "Nel traffico transpacifico, considerato da molti come il mercato con la maggiore domanda, abbiamo scoperto che sette servizi settimanali della Costa Occidentale del Nordamerica e tre servizi tutto-mare hanno avuto arrivi in orario inferiori al 30%".
Damas, perciò, suggerisce ai caricatori di controllare l'affidabilità degli orari prima di scegliere nuovi vettori, allo scopo di proteggere l'integrità delle loro catene della fornitura.
Conclude Damas: "Ovviamente, i vettori marittimi non sono sempre da biasimare. Anche i porti e gli operatori terminalistici debbono risponderne. Ma, quale che sia l'approccio al problema, è chiaro che i vettori marittimi non si sono dotati di un margine di sicurezza abbastanza adeguato in molti dei loro orari, in particolar modo quelli relativi all'Africa".
(da: Containerisation International, luglio 2006, pag. 11)
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