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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS | ANNO XXIV - Numero 10/2006 - OTTOBRE 2006 |
Studi e ricerche
Crescita della logistica a rischio in Medio Oriente secondo la Transport Intelligence
Anche se il Medio Oriente attualmente offre ai fornitori di logistica per conto terzi ed agli operatori di corriere espresso alcune delle migliori opportunità al mondo, tale situazione potrebbe cambiare se il conflitto in Libano dovesse allargarsi ad altre parti della regione.
Si tratta di uno dei principali risultati emersi dalla "Logistica Medio Oriente 2006", un rapporto pubblicato a luglio dall'ente di ricerca ed analisi nel campo della logistica Transport Intelligence, che ha sede nel Regno Unito.
Secondo il direttore generale dell'ente John Manners-Bell, sebbene non vi sia nessuna minaccia immediata a livello regionale per le prospettive dei settori dei corrieri espressi e della logistica, a causa delle dimensioni e delle differenze socio-economiche della geografia locale, la situazione potrebbe mutare se i paesi vicini venissero attirati nel conflitto.
Le principali potenze economiche regionali sono situate nel Golfo medio-orientale, ben a sud delle attuali violenze. Negli Emirati Arabi Uniti e nei paesi vicini, il settore della logistica segue le vicende del fiorente settore petrolifero, facendo salire la spesa dei consumi e dando impulso alle attività di costruzione.
Dubai, in particolare - dove la Zona Franca di Jebel Ali è in espansione ed altri progetti sono sulla rampa di lancio - sta diventando un hub globale per i carichi marittimi ed aerei, in cui un'ampia gamma di servizi a valore aggiunto vengono assicurati dai fornitori di logistica per conto terzi.
I tassi di crescita nella regione del Golfo Persico spaziano dall'11% della logistica contrattuale al 25% dei servizi di corriere espresso.
La Transport Intelligence spiega che tale crescita potrebbe essere a rischio: "La vulnerabilità dello Stretto di Hormuz, il principale canale attraverso cui il petrolio grezzo viene movimentato alla volta dell'Occidente, presenta notevoli rischi per la catena delle forniture.
L'interruzione della fornitura di petrolio all'Occidente, quale che ne sia la ragione, rappresenterebbe un serio inconveniente per i programmi di investimento nel Golfo.
Essa, altresì, comporterebbe inevitabilmente una minore volontà degli investitori stranieri - siano essi istituti di credito od imprese di logistica - di impegnare risorse nella regione, e la crescita della logistica ne risulterebbe seriamente compromessa".
(da: Containerisation International, settembre 2006, pag. 23)
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