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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS | ANNO XXV - Numero 2/2007 - FEBBRAIO 2007 |
Porti
Continua il tormento per la privatizzazione dei porti turchi
I piani del governo turco, da tempo attesi, per la privatizzazione dei porti appartenenti alla società ferroviaria a controllo statale dovrebbero, secondo le attese, procedere nuovamente tra breve.
Per 18 mesi, il processo di privatizzazione ha subito una fase di stallo, in attesa della decisione da parte dell'alta corte di giustizia del paese.
Ciò, in seguito al ricorso presentato da diverse parti - tra cui il consiglio per la concorrenza - ai sensi del quale la concessione operativa per 36 anni (per un valore stimato di 755 milioni di dollari USA) presso il porto di Mersin ed un altro contratto operativo per Iskenderun non avrebbero dovuto essere assegnati al medesimo consorzio.
Questo raggruppamento comprende la PSA Corp e la società locale Akfen.
Parlando in occasione della seconda conferenza sul settore marittimo ed il finanziamento navale di Lloyd's Shipping Economist, svoltasi nello scorso mese di novembre, Lucien Arkas, presidente della Arkas Holdings, ha spiegato: "E' probabile che vengano fatti dei progressi entro il mese prossimo e, senza dubbio, li accoglieremmo favorevolmente.
L'appalto di Iskenderun sarà probabilmente annullato, il che autorizzerà Smirne a bandire la gara".
La Arkas - che ha costituito un consorzio con interessi locali allo scopo di partecipare alla gara per la concessione relativa al porto di Smirne - desidera investire nel porto allo scopo di migliorare le proprie prestazioni operative.
Nel corso degli ultimi due anni, Smirne ha perduto il proprio stato di primo porto containerizzato del paese, principalmente in conseguenza del declino della produttività e del crescente livello di intasamento.
Lucien Arkas ha detto che, se non fosse stato per le iniziative intraprese dal settore privato, tra cui l'investimento effettuato dal proprio gruppo nel Marport di Istanbul, la Turchia non sarebbe stata in grado di movimentare i propri crescenti traffici di importazione/esportazione, con la conseguenza di rallentare lo sviluppo economico del paese.
(da: Containerisation International, gennaio 2007, pag. 28)
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