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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS | ANNO XXV - Numero 6/2007 - GIUGNO 2007 |
Trasporto marittimo
La strategia del gruppo AP Møller-Maersk per il 2007: missione profitti
Quest'annata sarà una di quelle che la APMM (AP Møller-Maersk) vorrà prontamente dimenticare, dal momento che le notevoli perdite della divisione containerizzata del gruppo hanno comportato profitti complessivi di molto inferiori: 16,2 miliardi di corone danesi (2,7 miliardi di dollari USA), rispetto ai 3,4 miliardi di dollari USA del 2005.
Ed i ritorni sulle vendite sono piombati dal 15,9% del 2005 al 6,1% del 2006 (v. tabella).
Parlando ad una teleconferenza, Jess Søderberg, ceo del gruppo, ha rivelato lo scorso marzo che la combinazione tra una crescita dei volumi dei traffici containerizzati più lenta di quella prevista, i prezzi dei rifornimenti drasticamente più alti (+26%) e le minori tariffe di nolo nei traffici-chiave hanno comportato una perdita di 568 milioni di dollari USA per l'intera annata 2006. Ciò, rispetto a profitti netti di quasi 1,3 miliardi di dollari nel 2005.
Spiega il citato dirigente: "La mancanza di crescita dei volumi trasportati dalla Maersk Line ha comportato livelli di utilizzazione del nostro tonnellaggio più bassi di quelli che avevamo programmato e - di conseguenza - costi unitari più elevati per la rete complessiva.
ATTIVITA' DI TRASPORTO MARITTIMO CONTENITORI 2005/06
DELLA AP MØLLER-MAERSK |
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2006 |
2005 |
Cambiamento |
Entrate |
25.275 |
21.524 |
17,4% |
Profitti al lordo di deprezzamento, ammortamento e danni |
1.544 |
3.420 |
-54,9% |
Profitti al lordo dei costi di integrazione e dei fattori finanziari |
248 |
2.013 |
-87,7% |
Profitti al lordo delle imposte |
-267 |
1.524 |
-117,5% |
Profitti netti (perdite) |
-568 |
1.278 |
-144,4% |
Ritorno sulle vendite |
6,10% |
15,90% |
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Note: tutti i dati sono in milioni di dollari USA; 1 dollaro USA = 5,9 corone danesi
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Fonte: gruppo AP Møller-Maersk
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Ciò è stato dovuto principalmente alle difficoltà di implementazione di una gamma di esaurienti sistemi informatici, simultaneamente all'integrazione della PONL (P&O Nedlloyd)".
Inoltre, la APMM ha realizzato solo modesti vantaggi dal rilevamento della PONL lo scorso anno.
Tuttavia, la prima ha dichiarato che adesso è stata realizzata la base per tutta una varietà di sinergie, che verranno conseguite nel corso dei prossimi anni.
Mentre i volumi dei traffici containerizzati sono aumentati globalmente di un 10% stimato - e vettori quali la APL, la OOCL e la CMA CGM hanno riferito crescite rispettivamente del 7,7%, 10% e 28% - le movimentazioni della Maersk Sealand/PONL sono rimaste stagnanti.
In effetti, i 6,1 FEU trasportati sono stati solamente gli stessi movimentati nel 2005. Principalmente, ciò potrebbe attribuirsi al fatto che un notevole numero di clienti della PONL sono saltati giù dalla nave in seguito all'acquisizione.
Si tratta di una conseguenza delle difficoltà di integrazione, del diverso approccio di gestione/servizio e/o alla necessità di allargare la propria base di venditori.
C'era ad esempio un certo numero di clienti che erano comuni ad entrambi i vettori.
Al contrario, la Safmarine, linea di navigazione del gruppo APMM specializzata nei traffici africani, ha incrementato la propria quota di mercato facendo registrare un forte incremento nei trasporti, con volumi in aumento fino a circa il 25% per 560.000 FEU.
Tuttavia, i costi più alti del rifornimento e del noleggio in aggiunta alle tariffe di nolo più basse hanno comportato minori profitti nel 2006.
Secondo la Maersk, la propria tariffa media di nolo nel 2006 è calata del 10% circa (7% compreso il sovrapprezzo relativo al bunkeraggio) sino a 2.567 dollari USA/FEU.
Si tratta di una situazione che Søderberg e Søren Thorup Sørensen, cfo del gruppo, vorrebbero evitare che si ripetesse quest'anno.
Infatti, entrambi i dirigenti sono decisi a far sì che il 2007 possa rappresentare un anno di ripresa dei profitti.
Con questo obiettivo ben chiaro in testa, verso la fine dell'anno scorso la Maersk ha preso l'iniziativa in diverse delle proprie direttrici di traffico nel senso di aumentare le proprie tariffe di nolo ovvero di comunicare al mercato la decisione di prendere provvedimenti finalizzati ad una generale ripresa delle tariffe.
Sørensen ha sottolineato l'importanza di questa strategia: "Basandoci sui nostri risultati attesi per il 2007 e partendo dal presupposto che tutto il resto sia uguale, una fluttuazione dell'1% delle tariffe medie comporterebbe in qualche modo una differenza di 185 milioni di dollari USA nelle entrate.
In termini di volumi, lo stesso cambiamento equivarrebbe a 100 milioni di dollari USA.
La gestione delle rendite è decisiva per riguadagnare la capacità di produrre profitti nell'attività containerizzata.
Continueremo ad aggiustare la nostra rete globale al fine di far sì che il tonnellaggio impiegato faccia fruttare al meglio il denaro speso".
Su questa base, la Maersk si è concentrata sulla razionalizzazione della distribuzione del tonnellaggio e della rete di servizio, nell'intento di far fronte alla domanda ed alle esigenze dei propri clienti con maggiore efficacia.
Ciò ha comportato tagli e riorganizzazioni in diverse direttrici di traffico, tra cui il transpacifico.
Di conseguenza, Sørensen si aspetta un altro anno in cui la Maersk crescerà ad un ritmo più lento rispetto a quello del mercato nel suo complesso.
Tuttavia, il dirigente non si rammarica per l'acquisizione, affermando che "le opportunità vanno colte quando si presentano e la PONL costituiva una buona opportunità".
Sørensen non ha escluso future acquisizioni, ma ha dichiarato che quest'anno al centro della scena saranno i profitti e non le quote di mercato: "Staremo indietro ed è nostra intenzione quella di continuare a far crescere l'attività containerizzata".
Malgrado le scarse prestazioni della divisione marittima di linea, le entrate nel settore container mostrano ancora un buon aumento, essendo cresciute di più del 17% sino a 150,3 miliardi di corone danesi (25,3 miliardi di dollari USA).
Ciò è stato dovuto a guadagni straordinari per 1,8 miliardi di corone danesi (308 milioni di dollari USA) derivanti dalla vendita di 17 vecchie portacontainers e da un significativo mutamento nella politica di deprezzamento della società.
Nel 2006, la Maersk ha esteso il periodo di deprezzamento delle proprie navi sino a 20 anni, e quello dei containers fino a 20 anni.
Ciò ha ridotto gli oneri di deprezzamento per il 2006 a circa 4,4 miliardi di corone danesi (700 milioni di dollari USA).
Inoltre, la sua divisione inerente alle operazioni terminalistiche, la APMT (APM Terminals) - che ha conseguito diverse nuove concessioni operative nel corso dell'anno e ha assistito ad una sostenuta crescita dei traffici presso molte sue infrastrutture - ha fatto registrare un'altra positiva prestazione con un aumento dei margini.
Il miglioramento del 37% delle entrate della APMT, per 2,1 miliardi di dollari USA, e la crescita del 32% dei profitti netti, sino a 99 milioni di dollari USA (75 milioni di dollari USA nel 2005), sono stati ottenuti sulla scorta di un aumento del 18% dei risultati, sino a 28,4 milioni di TEU.
Dal punto di vista fiscale, Sørensen si aspetta che le entrate del gruppo realizzino complessivamente 280 miliardi di corone danesi (50 miliardi di dollari USA) nel 2007, con la divisione contenitori a mostrare un risultato "modestamente positivo", sulla scorta di tariffe di nolo più stabili e costi unitari simili a quelli dello scorso anno.
Ciò, di per se stesso, costituirà un ben accolto sollievo, ma sarà proprio interessante vedere quanta quota di mercato la Maersk è pronta a scarificare ai fini della propria missione di gestione delle rendite e di realizzazione del profitto.
Nel trasporto marittimo di contenitori esiste una concorrenza incredibile e la quota di mercato vuol dire ancora molto per un sacco di dirigenti aziendali.
(da: Containerisation International, maggio 2007, pag. 47)
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