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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXVII - Numero 11/2009 - NOVEMBRE 2009
Conferenze e convegni
Il settore marittimo delude le aspettative dell'Unione
Europea sulle emissioni di CO2
L'Unione Europea ed il settore marittimo sembrano essersi messi
in rotta di collisione in ordine alla spinosa questione delle
emissioni di gas serra.
Il settore di linea guarda all'IMO (Organizzazione Marittima
Internazionale) delle Nazioni Unite per implementare un'iniziativa a
livello mondiale, mentre l'Unione Europea sta per perdere la
pazienza e minaccia di imporre il proprio regime che si applica al
blocco di 27 paesi.
Il sempre maggiore divario fra le parti è venuto alla
ribalta in occasione della conferenza annuale della ICS
(International Chamber of Shipping), svoltasi a Londra il 9
settembre scorso.
Parlando alla conferenza, Mark Major della DG4 (direzione per
l’ambiente) della Commissione Europa ha fatto sobbalzare i
partecipanti quando ha detto che l’Unione Europea imporrà
unilateralmente al settore marittimo entro il 2013 uno schema
regionale sulle emissioni, a meno che il settore medesimo attraverso
l’IMO non riesca a raggiungere un accordo globale nel giro dei
prossimi due anni.
L'IMO da tempo lotta perché i paesi membri raggiungano un
accordo, in particolare con le nazioni in via di sviluppo, guidate
da Cina ed India, che sono riluttanti ad accettare gli obiettivi
sulle riduzioni di emissione o gli MBI (strumenti politici che
utilizzano i prezzi od altre variabili economiche per assicurare
incentivi agli inquinatori affinché riducano le emissioni
dannose), quali le imposte o la regolamentazione dei traffici che
comportano emissioni di carbonio.
Rivolgendosi ai partecipanti alla conferenza, il suo segretario
generale Efthimios Mitropoulos ha ribadito: “L'IMO deve
soddisfare le esigenze di tutti i membri, compresi i paesi in via di
sviluppo”.
Il settore di linea è irremovibile sul fatto che
qualsiasi schema normativo debba essere applicato universalmente e
globalmente al fine di assicurare un campo di gioco uguale per
tutti.
Tuttavia, l'Unione Europea, supportata da gruppi ambientalisti,
ha criticato l'IMO per non avere mostrato maggiori ambizioni e per
non essersi mossa abbastanza in fretta.
In particolare, essa ritiene che l'insistere su una soluzione
globale costituisca una ricetta per l'inazione.
“La domanda di un'iniziativa a livello globale può
indurre a nessuna iniziativa” ha dichiarato Major.
Il relatore ha sostenuto che gli altri settori industriali,
quali quelli relativi all'elettricità, all'acciaio ed alla
carta, hanno già compiuto passi per ridurre le emissioni,
mentre il settore dell'aviazione di linea è stato lodato per
avere portato avanti proprie proposte.
“Tale iniziativa da parte del settore marittimo, peraltro,
evidentemente manca” ha fatto notare Major.
Le sue idee sono state assai contrastate dal presidente
dell'ICS, Spyros Polemis, e da altri partecipanti alla conferenza.
Tuttavia, il divario in crescita fra le aspettative resta.
Tutta l'attenzione si concentra ora sulla conferenza dell'ONU
sui cambiamenti climatici che si terrà a dicembre. (da:
Containerisation International, 01.10.2009)
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