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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXVIII - Numero 4/2010 - APRILE 2010
Logistica
Spedizionieri sotto tiro
La Commissione Europea ha chiarito che l'elenco di obiezioni
inviato a diverse case di spedizioni nello scorso mese di febbraio,
in seguito ad ispezioni effettuate nel 2007, si riferisce ad
un'accusa di fissazione dei prezzi in ordine ai sovrapprezzi per il
trasporto aereo di merci.
Secondo la DHL Global Forwarding, che sulla questione aveva
vuotato il sacco ed è, perciò, immune rispetto al
procedimento, nessuno di questi ultimi si riferisce al prezzo del
carburante.
Se dovessero essere ritenuti colpevoli, gli altri spedizionieri
coinvolti nel cartello illecito, fra i quali vi sono la K+N
(Kuehne+Nagel), la DSV e la CEVA, potrebbero essere assoggettati a
sanzioni pecuniarie corrispondenti sino al 10% del loro fatturato.
La DHL Global Forwarding ha dichiarato che la sua
“collaborazione ha avuto inizio dopo che la società si
è accorta, nel corso di un'indagine interna, che potevano
essersi verificate attività potenzialmente preoccupanti ai
sensi della normativa sulla concorrenza.
Alla Deutsche Post AG ed alle consociate pertinenti, nel quadro
della sua collaborazione, è stata concessa l'immunità
rispetto al procedimento ed alle sanzioni da parte della Commissione
Europea a condizione che la DHL Global Forwarding continuasse a
collaborare”.
Tutti gli altri spedizionieri coinvolti finora hanno dichiarato
solo che essi prenderanno in esame nei particolari le prove
presentate contro di loro e che si regoleranno di conseguenza a
tempo debito.
Nessuno di loro ha previsto alcunché nei propri conti
inerenti al 2009 per le multe, sebbene la K+N abbia previsto in via
straordinaria la cifra di 35 milioni di franchi svizzeri per le
sanzioni che si pensa possano arrivare dagli Stati Uniti in
relazione a comportamenti anticoncorrenziali cui essa possa essere
collegata.
La stessa cosa vale anche per altre case di spedizioni.
Lo scenario è poco chiaro, dal momento che le obiezioni
della Commissione Europea si riferiscono specificamente ai
sovrapprezzi inerenti al solo trasporto merci aereo, mentre i 10
milioni di franchi svizzeri previsti dalla K+N per gli Stati Uniti
si riferiscono alle sue attività di trasporto merci
marittimo.
Malgrado tali previsioni, la K+N ha continuato ad espletare
buone prestazioni nel mercato lo scorso anno.
I suoi traffici di trasporto marittimo di merci in contenitori
sono diminuiti del solo 4,6% sino a 2,55 milioni di TEU, rispetto ad
un calo complessivo del mercato stimato al 12%.
Per quanto attiene gli altri settori, la sua attività di
trasporto merci aereo è diminuita del 9,2%; anche in questo
caso, meno della media globale, attestatasi al 12%.
La K+N si aspetta di continuare ad ottenere buone prestazioni
nel mercato nel 2010 in entrambi questi settori di primaria
importanza.
Commentando al riguardo, Tim Scharwath, amministratore delegato
del gruppo per l'Europa nord-occidentale, si esprime con entusiasmo:
“Si tratta solamente di ciò che abbiamo conseguito
negli ultimi anni, di modo che, perché dovremmo cambiare?”.
Poiché parte della crescita della K+N gli anni scorsi è
stata dovuta ad acquisizioni, la domanda, in effetti, è
intrigante, in particolare perché subito dopo è stato
aggiunto che adesso si ravvisa una crescita maggiormente organica.
I risultati dell'ultimo trimestre del 2009 hanno portato i
proventi complessivi della società per tutto l'anno (al netto
degli oneri ecc.) a 14,3 milioni di franchi svizzeri, con una
diminuzione del 20,3% rispetto ai risultati del 2008.
Gli utili prima degli interessi, delle imposte, delle tasse,
delle componenti straordinarie, delle svalutazioni e degli
ammortamenti, per 885 milioni di franchi svizzeri, sono diminuiti
del 13,2%.
Ciò significa che la redditività sulle vendite
della società è aumentata dal 5,7% sino ad un assai
rispettabile 6,2%.
Afferma Scharwath: “Alla fine, siamo stati in grado di
tagliare i nostri costi in linea con il calo dei traffici comportato
dalla crisi finanziaria globale”.
Le prestazioni della K+N in termini di profitti netti non sono
state così positive, essendo diminuite del 20% sino a 467
milioni di franchi svizzeri.
Principalmente, ciò è stato dovuto alla previsione
di 35 milioni di franchi svizzeri per gli stati Uniti.
Il gruppo CEVA lo scorso anno si è comportato meno bene.
Sebbene i propri proventi siano diminuiti solamente del 13,2%
sino a 5,5 miliardi di euro, il che è grosso modo in linea
con la recessione del mercato, i suoi profitti operativi sono
crollati del 28,8% per 233 milioni di euro.
I proventi derivanti dalla logistica contrattuale sono diminuiti
del 9,4% sino a 3,1 miliardi di euro, mentre quelli inerenti alla
gestione del trasporto merci sono calati del 17,7% sino a 2,4
miliardi di euro.
l risultato operativo è stato ancora una volta sfavorito
da fattori eccezionali quali la ristrutturazione, il rinnovo del
marchio ed alcune spese giudiziarie.
Questi fattori sono ammontati a 69 milioni di euro.
Tenendo presente che la TNT Logistics è stata acquisita
sin dal 2006 e che la EGL è stata rilevata alla metà
del 2007, sembra che la società ci stia mettendo molto tempo
a sistemarsi.
Il risultato finale è stato che la redditività
sulle vendite della CEVA è diminuita dal 5,2% al 4,2% nel
2009.
Tuttavia, tenuto conto del pagamento degli interessi e degli
altri costi finanziari risultanti dalle modalità con cui la
EGL e la TNT Logistics sono state acquisite, la CEVA ha fatto
registrare una perdita netta di 156 milioni di euro, rispetto ad una
perdita di 125 milioni di euro nel 2008.
Tenuto però conto di specifici fattori ammontanti a 52
milioni di euro ed attribuibili ad un guadagno sullo scambio del
debito, la perdita netta ammontava in realtà a 104 milioni di
euro.
Alla luce di queste continue perdite, la CEVA adesso vorrebbe
procrastinare la data di scadenza di alcuni dei suoi mutui per mezzo
di un'offerta di gara.
Guardando altrove, la DSV con sede in Danimarca ha conseguito
risultati di varia natura nel 2009.
Anche se i suoi risultati operativi sono stati assai
impressionanti, il profitto netto è crollato a 191 milioni di
corone danesi (con un calo dell'85%) a causa “degli elevati
costi di ristrutturazione, dell'aumento delle spese finanziarie
nette e di minore profitto operativo al netto di speciali fattori”.
Fra questi ultimi è compreso il debito contratto per
l'acquisizione della ABX Logistics per 750 milioni di euro alla metà
del 2008.
I proventi complessivi della DSV sono diminuiti del 3,6% sino a
36,1 miliardi di corone danesi, molto meno di quanto non sia
accaduto alla K+N ed alla CEVA.
Tuttavia, i proventi organici sono calati del 20%.
Il profitto operativo è aumentato del 4,2% - malgrado la
recessione - sino a 2,2 miliardi di corone danesi, producendo una
redditività sulle vendite del 6,2%, la medesima registrata
nel 2008.
È interessante notare come, sebbene il trasporto stradale
abbia rappresentato la maggior parte dei proventi della DSV, esso
abbia prodotto solo il 35% dei profitti operativi della società.
Il trasporto aereo e marittimo è stato il settore che
maggiormente ha prodotto profitti, avendo rappresentato il 39% di
tutti i proventi, ma il 56% dei profitti operativi.
Le soluzioni per la filiera delle forniture hanno costituito
appena il 16% dei proventi complessivi e l'11,5% dei profitti
operativi. (da: Containerisation International, 01.04.2010)
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