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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXIV - Numero 31 AGOSTO 2016
PORTI
PERCHÉ IL PORTO DI LOS ANGELES HA SPESO UN QUARTO DI
MILIONE DI DOLLARI PER ACCOGLIERE UNA MEGA-NAVE
Larga come 14 corsie autostradali, più lunga di tre campi
da football ed alta come 20 piani di un edificio, la CMA CGM
Benjamin Franklin è arrivata nel Porto di Los Angeles il
giorno di S. Stefano.
Proprio come l'apertura degli ampliati Canali di Suez e di
Panama, l'arrivo della più grande nave di sempre ad una
banchina di un porto della Costa Occidentale è stato
proclamato come il simbolo del futuro del trasporto marittimo.
Ora, a distanza di mesi, i responsabili del porto hanno fatto i
conti.
La decisione di spendere un quarto di milione di dollari per
assicurarsi l'arrivo per la prima volta in loco dell'enorme nave è
valsa davvero la pena?
Oppure si è trattato di un mero evento mediatico, costoso
e tuttavia effimero?
I responsabili di Los Angeles affermano che il viaggio
inaugurale della nave ha realizzato un profitto, ha attirato
un'attenzione quantificabile sul porto e ha convalidato la loro
decisione di allargare l'hub per sposare la loro visione: ondate di
navi dalle dimensioni gigantesche, ognuna delle quali in grado di
apportare al porto milioni di prodotti in un giorno solo.
Ma alcuni osservatori sostengono che la risposta definitiva è
ancora lontana mesi, se non anni.
I dettagli dell'accordo
Nel contesto di un accordo negoziato fra la linea di navigazione
francese CMA CGM, la APM Terminal Pacific LLC ed il porto, gli
operatori terminalistici hanno pagato alla compagnia di navigazione
quasi mezzo milione di dollari per fare scalo per la prima volta nel
porto di Los Angeles sulla via della Cina.
A loro volta, i responsabili del porto di Los Angeles hanno
concordato di ridurre l'affitto agli operatori terminalistici di
241.837 dollari.
Gene Seroka, direttore esecutivo del Porto di Los Angeles, ha
dichiarato che l'essere il primo porto negli Stati Uniti a
movimentare una nave così grande ha tirato su la reputazione
di Los Angeles, mostrando al mondo di essere pronto per il futuro.
"Ci ha dato l'opportunità di testare in tempo reale
come avremmo movimentato questa nave" afferma Seroka.
"Abbiamo conseguito un livello di conoscenza e competenza
che mai avevamo avuto prima.
Se il settore dovesse andare in questa direzione, avrà
bisogno di potersi fidare, e non solo di una promessa di impegno, ma
in tempo reale".
Il porto si preparava per quel giorno da decenni, avendo
allargato il proprio bacino di evoluzione, realizzato canali più
profondi ed innalzando le gru per poter accogliere questi mostri
marini commerciali.
Alla fine, ha detto Seroka, il porto dovrebbe conseguire un
profitto di 536.644 dollari e gli osservatori portuali non hanno
potuto fare a meno di prendere atto del blitz dei media.
Il sindaco Eric Garcetti, il titolare della CMA CGM,
rappresentanti sindacali e chiunque fosse qualcuno nel porto sono
venuti nello scalo quel giorno per fare un giro e scattare foto
sulla nave.
Il valore di essere primi
Una ditta indipendente di monitoraggio dei media assunta dal
porto ha calcolato il valore della sola esposizione mediatica in 1
milione di dollari.
Dopo aver lasciato Los Angeles a dicembre, la nave ha viaggiato
alla volta del Porto di Oakland, che non ha offerto nessun incentivo
monetario, afferma Mike Zampa, portavoce del porto di Bay Area.
Zampa ha descritto la visita a Los Angeles come una "specie
di trofeo, forse.
Quello che è notevole è se si tiene questa nave a
lungo termine… Questo è ciò che importa, non
dove è arrivata prima".
Analogamente, la Benjamin Franklin ha effettuato un
viaggio fino al Porto di Long Beach a febbraio senza nessun
incentivo monetario.
Ma, agli occhi di Seroka, essere i primi è una cosa che
non si potrebbe ripetere.
Rimorchiata nel bacino portuale prima dell'alba del giorno di S.
Stefano, la Benjamin Franklin si stagliava ad altezze
vertiginose con i suoi contenitori.
Frigoriferi, forni a microonde, pneumatici e scarpe per ragazze
erano fra la massa di generi di consumo imballati all'interno,
secondo i dati relativi alla spedizione della Panjiva, che traccia
le compagnie di navigazione impegnate nei traffici globali.
Nulla di insolito per il porto che lo scorso anno ha trattato
merci per un valore di 269 miliardi di dollari, in gran parte
provenienti dall'Asia.
Ma si è trattato di un evento simbolico, afferma Seroka.
Quel giorno era così eccitato che è andato fuori
in barca per incontrare la Franklin circa 2 miglia al largo.
Nelle tenebre, è salito sulla scaletta ed è
entrato nella sua immensità.
"È stato davvero fantastico" ha detto.
Il Consiglio dei Commissari del porto di Los Angeles, composto
da cinque membri, aveva sottoscritto l'accordo con la CMA CGM
diversi mesi prima che la nave arrivasse.
Non è stata una coincidenza il fatto che l'apertura del
Canale di Panama ampliato - da lungo tempo visto come una potenziale
minaccia al settore dello shipping della Costa Occidentale - fosse
solo una questione di mesi.
Le navi dalle dimensioni della Benjamin Franklin, con una
capacità di trasporto di 18.000 contenitori da 20 piedi, non
sono adatte a passare attraverso il canale, anche dopo la sua
espansione accessibile da giugno.
Rivalità con Panama
Portare la Benjamin Franklin nel porto locale è un
modo di reagire alla prospettiva che il Canale di Panama si porti
via delle attività, afferma Jock O'Connell, consulente
commerciale internazionale della Beacon Economics.
Portar dentro le navi più grandi che ci siano in acqua
stabilisce "un diritto di vanto" e "un vantaggio
concorrenziale sugli altri porti" ha dichiarato.
Ma non vi sono garanzie che la CMA CGM continuerà ad
apportare altre navi gigantesche.
Infatti, afferma O'Connell, subito dopo essere approdata, la
compagnia di navigazione aveva annunciato che una flotta di navi
gigantesche avrebbe effettuato viaggi regolari alla volta della
Costa Occidentale.
Poi la compagnia si è tirata indietro rispetto a questi
programmi.
Alcuni prevedono che gli investimenti in mega-navi potrebbero
vacillare dal momento che il settore si trova davanti ad un mercato
fiacco.
Sempre più grandi
Le dimensioni delle navi mercantili si sono incrementate per
decenni, alimentate dalla domanda di un mercato globale di consumo
che richiedeva merci veloci ed economiche in tutto il mondo.
Ma la domanda ha subito un duro colpo dopo la recessione.
Il risultato è stato il crollo delle tariffe relative ai
carichi ed un settore in fase di consolidamento che si arrangia per
compensare le perdite.
"C'è un elefante nella stanza e non penso che
qualcuno ne stia parlando" afferma Nick Vyas, esperto di
filiere distributive globali e professore assistente alla USC
Marshall School of Business,
"Le compagnie di navigazione di linea stanno perdendo
milioni di dollari ed io non penso che navi più grandi siano
davvero la risposta.
Personalmente ritengo che siamo giunti ad un punto di flessione.
La domanda è: quanto grande è grande abbastanza?
Ad un certo punto, si verifica una diminuzione dei ritorni".
I porti di Los Angeles e Long Beach non hanno fatto le stesse
valutazioni.
Il Porto di Long Beach ha speso milioni per ampliare il Middle
Harbor, un terminal realizzato per accogliere questi colossi.
E Los Angeles continua a costruire le proprie infrastrutture.
Seroka afferma che, anche se può esserci stato un vuoto
di domanda nell'immediato, i piani relativi alle infrastrutture
debbono essere fatti in termini di anni e non di trimestri.
La sua sola attenzione si concentra sull'avere successo nella
filiera della distribuzione.
E questo, ha detto, vorrà dire più posti di lavoro
per la gente.
(da: theloadstar.co.uk/dailybreeze.com, 8 agosto 2016)
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