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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXVI - Numero 15 GENNAIO 2018
TRASPORTO MARITTIMO
I CAMBIAMENTI NELLE IMPORTAZIONI CINESI DI RIFIUTI PRODUCONO
CONSEGUENZE NEL SETTORE DEL TRASPORTO MERCI
Le nuove limitazioni cinesi ai rifiuti importati, introdotte a
partire dallo scorso 1° gennaio, si accingono a provocare
notevoli implicazioni per i settori del trasporto merci, della
logistica e della filiera distributiva internazionali, in
particolare per i traffici di trasporto marittimo containerizzato di
ritorno estovest, mentre è probabile che tali cambiamenti
apportino un aumento dei costi per le filiere distributive a causa
dei costi di imballaggio più elevati.
La Cina aveva annunciato nello scorso mese di luglio che a
partire dal 1° gennaio dell'anno successivo avrebbe imposto
limiti di qualità più rigorosi sul cartone importato,
così come avrebbe vietato l'importazione di 24 tipologie di
materie di scarto, fra cui la plastica e la carta mista, nel
contesto dell'iniziativa del presidente Xi Jin Ping finalizzata a
ripulire la Cina dal punto di vista ambientale.
I nuovi standard qualitativi significano che il cartone sarà
accettato dalla Cina solo se il materiale è quasi del tutto
incontaminato da altri rifiuti: i tassi di contaminazione devono
essere inferiori allo 0,5%, in luogo dell'1,5% in precedenza
previsto.
Ciò vale a dire che il cartone che ancora contiene
graffette o è contaminato dallo sporco potrebbe essere
respinto ed inviato nuovamente alla portacontainer per essere
riportato nei paesi di origine.
Paesi fra cui gli Stati Uniti ed il Regno Unito esportano
milioni di tonnellate di cartone ed altri rifiuti alla volta della
Cina ogni anno per essere riciclati, ma, ai sensi delle nuove
limitazioni, un po' di loro o tutti quanti potrebbero essere
respinti.
Infatti, la linea containerizzata Maersk ha riferito di un calo
dei carichi di rifiuti diretti in Cina anche prima dei cambiamento
del 1° gennaio, ma si aspetta qualche misura di ripiego dal
momento che gli esportatori si adattano alle nuove regole.
Altre linee di navigazione come la Hapag-Lloyd hanno detto ai
clienti già dallo scorso settembre che avrebbero cessato di
accettare carichi di plastica di scarto e di carta straccia
provenienti dall'Europa, dagli Stati Uniti e dall'Asia che sarebbero
dovuti arrivare nei porti cinesi dopo il 31 dicembre.
Peter Sand, primo analista di trasporto marittimo presso
l'associazione di categoria dello shipping Bimco, sostiene che i
cambiamenti non si riferiscono ad un divieto assoluto dei rifiuti in
importazione, ma solo all'importazione delle 24 tipologie di rifiuti
più sporchi ed inquinanti, che spaziano dagli scarti di
plastica domestici alla carta non differenziata ed alle scorie dei
prodotti tessili riciclati.
Dal punto di vista del trasporto marittimo, Sand nota come le
limitazioni della Cina siano "in effetti una barriera
commerciale tecnica che ostacola i traffici" e che di
conseguenza la World Trade Organization ha notificato il divieto ai
propri membri e lo ha ampiamenti discusso.
Ma, nonostante queste preoccupazioni, i cambiamenti sono entrati
in vigore all'inizio del 2018.
Una fonte ha stimato che i prodotti di scarto ed i rifiuti
costituiscono la sesta maggiore fonte di esportazioni degli Stati
Uniti verso la Cina, sebbene i dati forniti da MDS Transmodal e
Bimco indichino che "la pasta di carta e la carta straccia"
messe assieme rappresentino la singola maggiore categoria di
esportazioni containerizzate dagli Stati Uniti all'Asia in base alle
classificazioni SITC2D (classificazioni standard dei traffici
internazionali a livello di doppia cifra) per un quantitativo di
quasi 1,5 milioni di TEU all'anno.
"Minerali e rottami" vengono al quinto posto con oltre
300.000 TEU; la "plastica in forme primarie" è
sesta a quasi 300.000 TEU; le "fibre tessili" sono ottave
con più di 250.000 TEU; infine, "carta e cartone"
vengono segnalati quale la nona maggior categoria di esportazioni
containerizzate dagli Stati Uniti all'Asia con più di 170.000
TEU all'anno.
A detta della fonte, alcune di loro potrebbero essere incluse
nel divieto.
"La carta straccia in particolare, ma anche gli scarti di
plastica ed i rottami metallici, sono fra i più significativi
carichi di ritorno per le linee di navigazione containerizzate"
ha dichiarato Sand a Lloyd's Loading List.
Sand conferma che i volumi di rifiuti diretti in Cina sono già
diminuiti.
"Nella seconda metà del 2017, dopo l'annuncio del
divieto, i traffici diretti in Cina riguardanti le materie ora
vietate hanno già iniziato a diminuire" afferma.
"All'inizio del 2018, molte o tutte le linee di navigazione
hanno smesso di accettare carichi di questo tipo destinati ad un
porto cinese".
Sand sostiene che le linee di navigazione derivano la maggior
parte dei propri ricavi dai carichi di andata - "nelle partenze
di contenitori corti da est ad ovest" - sebbene sia probabile
che gli effetti dei cambiamenti siano notevoli.
"Nel viaggio di ritorno, le linee di navigazione
containerizzate puntano a coprire i costi trasportando carichi di
basso valore, riposizionando nel contempo le proprie navi"
nota.
"Non solo le linee di navigazione containerizzate ne
subiscono le conseguenze; anche il settore marittimo delle rinfuse
secche trasporta rottami metallici in tutto il mondo".
Aggiunge Sand: "In breve, le linee di navigazione
containerizzate perderanno entrate e denaro nei traffici di ritorno;
la Cina è il maggiore importatore di molti materiali di
scarto: un profilo commerciale che è cresciuto per decenni.
A seconda di dove adesso saranno dirette le spedizioni di
rifiuti - sempre che partano del tutto - le importazioni
diventeranno meno o più significative per lo shipping".
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