Oggi sulle banchine della West Coast statunitense si tornerà al lavoro. Lo ha stabilito il giudice federale William Alsup della Corte del Northern District della California su richiesta del dipartimento della Giustizia, a sua volta sollecitato da George W. Bush. Il presidente americano ha immediatamente assunto la decisione di rivolgersi al procuratore generale John Ashcroft dopo aver ricevuto ieri il primo rapporto della commissione d'inchiesta insediata per indagare sul blocco del lavoro nei porti del Pacifico (
inforMARE del
2,
19,
30 settembre,
3 e
7 ottobre 2002).
Il provvedimento di riapertura dei porti emanato dal giudice Alsup, che scadrà il prossimo 16 ottobre, evidenzia come il ricorso al Taft-Hartley Act (
inforMARE dell'
8 ottobre 2002) si renda necessario per contrastare l'impatto negativo della chiusura dei porti sull'economia statunitense.
Bush è il primo presidente degli ultimi 24 anni ad aver fatto ricorso al Taft-Hartley Act; risale infatti al 1978 il tentativo fallito del presidente Carter di ricorrere al Taft-Hartley Act per far cessare uno sciopero nel settore minerario. Il prossimo 16 ottobre il giudice, sentite le parti, potrà imporre un ulteriore periodo di 80 giorni di apertura forzosa dei porti.
«La crisi nei nostri porti occidentali - ha spiegato ieri Bush - sta danneggiando l'economia. Sta mettendo in pericolo la sicurezza della nostra nazione, e il governo federale deve agire». «Questa ingiunzione - ha sottolineato - concederà alle parti più tempo per risolvere le loro divergenze. Non è tuttavia una soluzione finale del problema, e il governo continuerà a lavorare con entrambe le parti per trovare un accordo. La responsabilità ultima di un'intesa ricade sui rappresentanti dei lavoratori e degli operatori portuali. Mi aspetto che entrambe le parti pongano davanti a tutto le preoccupazioni per la nostra salvaguardia e sicurezza nazionale e che lavorino in buona fede per risolvere le differenze nel più breve tempo possibile».
La decisione di Bush ha però suscitato forti critiche da parte sindacale. Furioso, il segretario dell'American Federation of Labor-Congress of Industrial Organizations (AFL-CIO), Richard Trumka, ha detto che «è la prima volta nella storia degli Stati Uniti che un presidente ha permesso ai datori di lavoro di bloccare i lavoratori cercando di indebolire il sindacato, creando una crisi fasulla e infine ricompensando la decisione dei datori di lavoro con un intervento governativo». «Questa - ha sottolineato - è una tragedia, con implicazioni di portata storica».
Inoltre l'intervento di Bush ha preso in contropiede l'International Longshore and Warehouse Union (ILWU), il sindacato impegnato direttamente nelle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro dei portuali della West Coast, che aveva lasciato intendere nelle ultime ore di essere favorevole ad un'estensione temporanea dell'attuale contratto.
Intanto - secondo la Pacific Maritime Association (PMA), l'associazione degli utenti dei porti della West Coast che affronta le trattative con l'ILWU - saranno necessarie sei o sette settimane per il ritorno alla piena normalità nei terminal portuali del Pacifico, che dovranno smaltire i traffici bloccati o rallentati dalla chiusura dell'attività.
Bruno Bellio