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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS | ANNO XXIII - Numero 10/2005 - OTTOBRE 2005 |
Porti
I vettori marittimi sperano nei futuri sviluppi turchi
I vettori marittimi che effettuano servizi alla volta della Turchia sperano che il programma governativo di privatizzazione dei porti possa comportare significativi miglioramenti delle tariffe di movimentazione dei carichi e delle infrastrutture, nonché un ampliamento di queste ultime.
Altri cinque porti - tra cui la seconda infrastruttura containerizzata del paese a Smirne - che sono gestiti dal - ovvero appartengono al - gruppo ferroviario statale TCCD - dovrebbero passare al settore privato entro la fine dell'anno.
Gli accordi in questione comporteranno il rilascio di concessioni operative a seguito di gara, i cui vincitori dovranno dimostrare la volontà di migliorare le infrastrutture e di investire in nuovi equipaggiamenti. I porti in questione sono Bandirma, Derince, Iskenderun, Samsun e Smirne.
La decisione del governo di provare a completare il programma di privatizzazione entro la fine del 2005 fa seguito al riuscito trasferimento del porto di Mersin ad una associazione temporanea di imprese fra Akfen (60%) e PSA International.
E' stato ottenuto un prezzo alto, dato che il consorzio si dice che abbia pagato 755 milioni di dollari per un appalto di gestione di 36 anni. Il gruppo si è esplicitamente impegnato ad investire 100 milioni nei primi cinque anni di operazioni; ci si aspetta che il settore containerizzato ne tragga notevoli vantaggi.
Il prossimo porto in agenda per la vendita è Smirne, che ha movimentato circa 850.000 TEU nel 2004. L'interesse nei suoi confronti è considerevole. Il gigante locale Arkas Shipping & Transport Group ha costituito un consorzio unitamente a più di 80 imprese con sede a Smirne per presentare la propria domanda inerente alla gara d'appalto.
La Dubai Ports International e la Hutchison Port Holdings - che hanno entrambe perso la gara con la Akfen-PSA a Mersin - sono considerati candidati forti.
Altrove, si dice che anche la Marubeni Group, la Rotterdam Port Authority, la APM Terminals e la NYK siano interessati al progetto di Smirne.
Vi sono un sacco di congetture - fondate sulla transazione per Mersin - sul probabile prezzo di vendita per Smirne: la maggior parte delle stime parlano di una forbice tra i 900 ed i 1.200 milioni di dollari USA
Tuttavia, Lucien Arkas, presidente della Arkas, avverte: "Nella sostanza, a Smirne vi è maggiormente bisogno di investimenti a breve termine, dato che le attrezzature devono essere rimpiazzate ed il porto dev'essere ampliato al fine di accogliere la rapida crescita dei traffici. C'è anche necessità di canali di accesso più profondi e di ormeggi".
Il dirigente ha altresì suggerito la necessità di riorganizzare le operazioni di movimentazione dei carichi presso l'infrastruttura, nel tentativo di indurre "migliori livelli di efficienza e produttività".
La Arkas ha conseguito notevoli successi nei progetti portuali in cui ha investito: il suo complesso terminalistico Marport ad Istanbul (porto di Ambarli) movimenta ben oltre 1 milione di TEU all'anno.
I porti turchi puntano alla trasformazione e non si tratta di un'iniziativa prematura, dato che il recente aumento del traffico di esportazione/importazione ha comportato livelli relativamente alti di congestione e lunghi ritardi per gli scali delle navi.
(da: Containerisation International, ottobre 2005, pag. 11)
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