|
COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS | ANNO XXIV - Numero 10/2006 - OTTOBRE 2006 |
Porti
Vettori marittimi vendono i terminal contenitori
La OOCL e la Hanjin, due delle maggiori compagnie di navigazione di linea del mondo, stanno valutando la possibilità di vendere i propri terminals marittimi.
Nel caso della OOCL, la società holding OOIL, cui appartiene il vettore, ha annunciato nello scorso mese di luglio che alla UBS Investment Bank era stato dato l'incarico di fornirle una consulenza in merito alla possibile vendita dei suoi quattro terminals in Canada e negli Stati Uniti.
Si tratta del Vanterm e del Deltaport di Vancouver, nello stato canadese della Columbia Britannica, entrambi gestiti dalla società consociata TSI Terminal Systems, del New York Container Terminal, situato a Staten Island, nonché del Global Container Terminal nel New Jersey, entrambi localizzati nell'ambito del complesso portuale di New York/New Jersey.
Secondo la OOIL, i quattro terminals hanno movimentato circa 2,3 milioni di TEU nel 2005 e hanno fatto registrare una forte crescita nei primi sei mesi del 2006.
Tuttavia, la OOIL non è in procinto di vendere proprio tutti i propri interessi terminalistici, tanto è vero che resteranno in attività - nel contesto dell'attività primaria di linea del gruppo - quelli che sono stati considerati di valore strategico. Si tratta del Long Beach Container Terminal nella California meridionale, di Kaohsiung a Taiwan e delle infrastrutture di Ningbo e Tianjin in Cina.
Sembra che la OOIL intenda trarre vantaggio dal vivo interesse suscitato dai - e dagli elevati prezzi pagati per i - terminals in questo momento. Le valutazioni relative a società quali la P&O Ports e la Associated British Ports, che sono state effettuate nel contesto delle recenti transazioni in fase di acquisizione, sono salite alle stelle.
Un portavoce del gruppo dichiara: "Data la rapida e sostenuta crescita delle prestazioni dei terminals containerizzati, il valore di mercato di questi interessi è aumentato notevolmente. Noi riteniamo che il vero valore di mercato di questi beni non sia apprezzabile nell'attuale prezzo delle quote della OOIL e, di conseguenza, stiamo per avviare la dismissione dei terminals al fine di sbloccare un valore significativo per gli azionisti.
I risultati di ogni transazione di successo potrebbero essere utilizzati per trarre vantaggio da qualsiasi altra opportunità che si possa presentare".
Ciò potrebbe significare che la OOIL mira a potenziali acquisizioni od altri investimenti in attrezzature per rafforzare le proprie attività di linea.
Nel 2005, l'attività terminalistica della OOIL (comprese le tre infrastrutture non in vendita) ha ingenerato un fatturato di 443 milioni di dollari ed introiti (al lordo di oneri ed imposte) di 56 milioni di dollari USA.
I programmi della Hanjin sono meno chiari di quelli della OOIL; si ritiene, peraltro, che la maggiore compagnia di navigazione di linea sudcoreana stia rimuginando su alcune idee, tra cui la parziale dismissione dei suoi terminals. Ciononostante, essa ha adottato un programma di espansione intraprendente in relazione al nuovo tonnellaggio, per il quale verrebbe utile il capitale proveniente dalla dismissione dei suoi interessi terminalistici.
Non è la prima volta che si parla di una vendita dei terminals della Hanjin e si ritiene che diverse società fossero interessate alla cosa due o tre anni fa.
La Hanjin effettua operazioni in infrastrutture per la movimentazione di contenitori presso diversi porti, tra cui Busan e Kwangyang in Corea del Sud, Kaohsiung a Taiwan, Tokyo ed Osaka in Giappone nonché negli Stati Uniti, a Long Beach, Oakland e Seattle.
(da: Containerisation International, settembre 2006, pag. 31)
|