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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXII - Numero 15 DICEMBRE 2014
TRASPORTI ED AMBIENTE
L'EUROPA SI STA DANDO LA ZAPPA SUI PIEDI DA SOLA CON LE SUE
REGOLE AMBIENTALI PER LA NAVIGAZIONE?
La settimana scorsa la Transfennica ha annunciato di essere sul
punto di chiudere un servizio ro-ro effettuato fra Bilbao,
Portsmouth e Zeebrugge.
La linea di navigazione è stata l'ultima vittima fra gli
operatori del Mare del Nord nel periodo che precede l'entrata in
vigore nel 2015 del limite dello 0.1% di zolfo fissato dalla
Commissione Europea per le ECA (aree di controllo delle emissioni)
del Nord Europa e del Baltico.
Il problema sta diventando sempre più grave.
Aggiungendosi alle chiusure annunciate in precedenza dei servizi
di traghetto di linea della DFDS, la chiusura della Transfennica è
giunta sulla base delle aspettative della compagnia secondo la quale
ogni tentativo di trasferire i sovrapprezzi ECA sulle imprese di
trasporto spingerebbe almeno il 50% di loro a passare alla strada,
come profetizzato a febbraio da David Balston, direttore per le
politiche sulla sicurezza e l'ambiente della Camera Marittima del
Regno Unito.
Ancora peggio, la linea di navigazione era stata designata come
una delle “Autostrade del Mare” della Commissione
Europea, un programma introdotto con il preciso scopo di conseguire
esattamente il contrario: “Per apportare un cambiamento
strutturale nella nostra organizzazione dei trasporti nel giro dei
prossimi anni a venire… più sostenibile e dovrebbe
essere più efficiente dal punto di vista commerciale,
rispetto all'autotrasporto… migliorando così l'accesso
ai mercati di tutta l'Europa ed alleviando il nostro sistema
stradale europeo già troppo sfruttato”.
Nonché, fatto importante, l'avere investito 6,8 milioni
di euro di fondi dell'Unione Europea per ottenere tali risultati
nella linea di navigazione adesso chiusa.
La Commissione Europea si è data la zappa sui piedi da
sola?
“Non sono sicuro se possiamo dirlo” ha dichiarato
Patrick Verhoeven segretario generale dell'Associazione Armatori
della Comunità Europea.
In effetti, Verhoeven sembra pensare che la colpa sia da
imputare ad altri.
“I provvedimenti in prima istanza sono stati concepiti a
livello di IMO, laddove essi sono stati introdotti senza
un'appropriata valutazione delle conseguenze.
La radice del problema è qui.
Queste regole sono state trasfuse nella normativa dell'Unione
Europea.
Certamente, nel corso del processo sono state apportare alcune
limitazioni aggiuntive, ma fondamentalmente i provvedimenti
avrebbero dovuto prevedere una riflessione ed una valutazione
maggiormente scrupolose nell'IMO”.
Verhoeven indica che il forum per un trasporto marittimo
sostenibile dell'Unione Europea abbia il potenziale per farlo:
“Questo naturalmente non può produrre miracoli, ma è
stato provato che ciò potrebbe contribuire a risolvere alcune
problematiche di natura tecnica” ha aggiunto.
Malgrado ciò, peraltro, la Camera Marittima del Regno
Unito sembra pensare che la questione sia abbastanza chiara, dal
momento che il portavoce Jonathan Roberts indica: “Questa è
una ulteriore prova che i timori espressi dal settore marittimo
negli ultimi anni sono reali: le rotte stanno chiudendo, i
contributi economici si stanno riducendo, si perdono posti di lavoro
ed è il momento per l'Unione Europea di adottare un approccio
maggiormente flessibile e pragmatico per ridurre le nostre emissioni
di zolfo, in un modo che sia consentito ai sensi delle regole
dell'IMO; le prove si sono accumulate ed è ora che essi
stiano a sentire”.
Adesso, sembra che la Commissione Europea stia andando avanti
con altri provvedimenti ancora al fine di introdurre lo MRV
(monitoraggio, rapporto e verifica) delle emissioni di carbonio su
base regionale, al posto della normativa globale dell'IMO, il che ha
indotto l'ICS a dichiarare pubblicamente di essere “deluso e
preoccupato” dalla Commissione.
Inoltre, il BIMCO il 3 dicembre scorso ha fatto sapere che il
regolamento è “inutile per quanto riguarda il
raggiungimento di un accordo internazionale sulla questione decisiva
del monitoraggio del CO2”.
Attaccando il “goffo” limite dello 0,1% di zolfo il
mese scorso, l'amministratore delegato della Camera Marittima del
Regno Unito Guy Platten ha affermato: “Aspettiamo con qualche
trepidazione la prossima grande idea della Commissione Europea”.
Sembra, quindi, che dovrà aspettare con impazienza per un
po' di tempo.
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