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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXIV - Numero 31 MAGGIO 2016
TRASPORTI ED AMBIENTE
IL SETTORE DEI TRASPORTI ATTACCA DURAMENTE LA POLITICA
"POPULISTA" DELL'UNIONE EUROPEA SUI BIOCARBURANTI
La recente conferma che l'Unione Europea non avrà più
un obiettivo per i biocarburanti nel trasporto dopo il 2020 sta
provocando violente reazioni in tutto il settore, che in occasione
di un evento svoltosi a Bruxelles a maggio ha attaccato duramente la
politica "populista" del blocco.
"Non esiste una soluzione ottimale" quando si tratta
di ridurre le emissioni di anidride carbonica derivanti dal settore
dei trasporti, secondo la Commissione Europea, che delineerà
le opzioni politiche in un "comunicato" al riguardo a
giugno o a luglio.
"La Commissione valuterà le differenti opzioni in
maniera olistica" afferma Bernd Kuepker, funzionario della
direzione per l'energia della Commissione che ha parlato l'11 maggio
scorso in occasione di un evento ospitato dalla rappresentanza
bavarese presso l'Unione Europea.
"Pertanto essa guarderà a tutte le diverse opzioni"
fra cui l'efficienza del carburante, la promozione dei veicoli
elettrici e "il dirottamento verso avanzati carburanti
rinnovabili" ha detto Kuepker, che si occupa di energie
rinnovabili alla DG Energy.
I responsabili del settore hanno confermato ai primi di maggio
che le regole dell'Unione Europea che richiedono agli stati membri
di utilizzare "almeno il 10%" di energia rinnovabile nei
trasporti saranno abrogate dopo il 2020, lasciando cadere di fatto
dopo quella data l'obbligo di utilizzare biocarburanti nei
trasporti.
"Nessuna vera alternativa ai biocarburanti di prima
generazione"
Queste notizie stanno provocando un effetto raggelante sui
produttori di biocarburanti, i quali hanno avvertito di avere
bisogno di certezza normativa per investire nei cosiddetti
biocarburanti di seconda generazione che non sono in concorrenza con
i raccolti alimentari.
"Non investiremo in alcuna tecnologia avanzata se non
saremo sicuri che le regole permangano per un periodo di almeno da
cinque a dieci anni" ha dichiarato Jörg Jacob,
amministratore delegato della German Biofuels, una società
che produce biocarburanti derivati dall'olio di colza.
"Oggi non c'è nessuna vera alternativa ai
biocarburanti di prima generazione che stiamo producendo" ha
detto.
"Ci sarà in futuro - fra dieci o quindici anni - se
si potranno conseguire delle precondizioni.
Ma finora abbiamo un sistema funzionante di biocarburanti e non
dovremmo metterlo a repentaglio con regolamenti o discussioni
politiche come quelle sull'ILUC" ha dichiarato Jacob
riferendosi alla controversia in corso in relazione al cambiamento
indiretto dell'uso del territorio da parte dei biocarburanti.
Le discussioni relative alla evacuazione del territorio ed alla
scarsità di cibo causate dai biocarburanti sono indirizzate
più dalla "ideologia" o dal "populismo"
che dalla scienza, aggiunge Jacob, attaccando la decisione
dell'Unione Europea di dismettere il proprio obiettivo sui
biocarburanti dopo il 2020.
Una direttiva dell'Unione Europea sul cambiamento indiretto
dell'uso del territorio adottata l'anno scorso limita al 7% l'uso
dei biocarburanti dannosi che competono con i raccolti cresciuti sui
terreni agricoli.
Essa stabilisce altresì un obiettivo indicativo dello
0,5% per i biocarburanti di seconda generazione, il cui contributo
conterebbe doppio nei confronti dell'obiettivo del 10% per le
energie rinnovabili per i trasporti per il 2020.
Peraltro, la distinzione fra biocarburanti di prima e seconda
generazione è inutile, secondo Alexander Knebel, portavoce
dell'agenzia tedesca per le energie rinnovabili, che ha parlato nel
corso dell'evento di Bruxelles.
"Esistono piuttosto delle transizioni, direi" afferma
Knebel.
Citando i biogas a mo' di esempio, Knebel ha sottolineato che
"il processo di metanizzazione si presta anche ad altre materie
prime" che possono essere tutte quante usate nel trasporto.
La sua opinione è stata condivisa da Robert Götz,
responsabile per le energie rinnovabili al ministero bavarese degli
affari economici, il quale ha dichiarato che le controversie che
circondano il contributo dei biocarburanti alla deforestazione od
alla scarsità del cibo sono una distrazione.
"A nostro giudizio, non esistono ancora prove scientifiche
convincenti" che i biocarburanti contribuiscano alla rimozione
di raccolti alimentari per la produzione di carburante, ha detto
Götz, riferendosi al cambiamento indiretto dell'uso del
territorio.
"È un dibattito teorico che ci distrae dalla vera
necessità di agire adesso" sostiene.
Götz afferma che è decisivo continuare la ricerca
sui più sostenibili biocarburanti di seconda generazione e
portarli sul mercato al più presto possibile.
"Ma i biocarburanti convenzionali ed avanzati non sono in
concorrenza l'uno con l'altro" ha detto, aggiungendo che "non
possiamo permetterci di aspettare i carburanti del futuro" per
decarbonizzare il settore dei trasporti.
"Abbiamo la necessità di utilizzare ogni specie di
forma sostenibile di energia, che si tratti di elettricità,
convenzionale o biocarburanti avanzati".
Autotrasporto, trasporto aereo e trasporto marittimo
I biocarburanti sono visti come un'alternativa promettente al
diesel, in particolare nel settore dell'autotrasporto, in cui
l'elettrificazione rappresenta ancora una prospettiva lontana.
"Per conseguire riduzioni della CO2 in questo settore, i
biocarburanti svolgeranno ancora un ruolo" ha affermato Nienke
Smeets, funzionaria del ministero olandese delle infrastrutture e
dei trasporti parlando all'evento.
Gli stati membri "possono fare tanto" per ridurre le
emissioni di trasporto a livello nazionale, afferma Smeets,
menzionando gli incentivi fiscali e le sovvenzioni.
"Ma ci sono alcune cose di cui abbiamo bisogno a livello
europeo", ha aggiunto, menzionando "la chiarezza in ordine
alla normativa sui biocarburanti dopo il 2020" come
"assolutamente essenziale".
"Ci occorrono rigorose limitazioni alla CO2 per le
automobili al fine di conseguire la presenza nel mercato di veicoli
ad emissioni zero.
E ne abbiamo bisogno anche per i camion" ha detto la
Smeets.
Nei Paesi Bassi, il governo ha approvato una normativa che
richiede a tutti i nuovi autoveicoli destinati al trasporto di
persone di essere ad emissioni zero entro il 2035, spiega la Smeets,
il che significa passare entro quella data alla mobilità
elettrica per i veicoli leggeri.
"Peraltro, sappiamo che per i camion il gas naturale
liquido rappresenta un'opzione più probabile" unitamente
ai biocarburanti ed alle soluzioni ibrido elettriche, afferma la
Smeets, aggiungendo che anche l'idrogeno potrebbe costituire
un'opzione a lungo termine.
"Anche per il trasporto aereo e quello marittimo ravvisiamo
un potenziale per i biocarburanti perché non ci sono molte
altre opzioni allo scopo di decarbonizzare".
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