- La conferenza stampa che è seguita alla riunione odierna del Comitato Portuale di Genova si è aperta con quella che il presidente della Port Authority Luigi Merlo non poteva che definire una «notizia bomba», cioè la chiusura del traffico in tutti i porti italiani dalle ore 12.00 del prossimo 3 gennaio alle ore 8.00 dell'8 gennaio a causa di un non meglio precisato adeguamento dei dati del servizio informatico che verrebbe attuato dall'Agenzia delle Dogane su scala nazionale.
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- La notizia, a dire il vero, oltre che esplosiva, è sembrata incredibile anche se ormai non ci si stupisce più di nulla. La comunicazione è giunta nel corso della riunione e Merlo ne ha avuto conferma da parte del rappresentante delle Dogane in seno al Comitato Portuale, che però non è stato in grado di fornire ulteriori dettagli. Tuttavia a fine conferenza stampa è stato comunicato che tale procedura verrebbe attuata dalle Dogane tra l'1 e il 2 gennaio scongiurando il blocco prolungato dell'attività negli scali italiani.
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- Come sottolineato da Merlo, nei giorni di fermo del servizio informatico «operare manualmente sarebbe impossibile» e cinque giorni di stop rappresenterebbero un suicidio per il sistema portuale italiano. I vertici del porto di Genova e quelli degli altri scali italiani attenderanno ulteriori chiarimenti nelle prossime ore.
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- Oggi sul tavolo del Comitato, oltre all'imprevista notizia delle Dogane, c'erano altre questioni estremamente delicate che, tra l'altro, coinvolgono in prima persona alcuni componenti dell'organo dell'ente portuale. In primo luogo quella dell'assegnazione del VI modulo del container terminal di Voltri, attualmente operato con una licenza temporanea in scadenza il prossimo 31 dicembre dalla Voltri Terminal Europa (VTE), società che gestisce gli altri moduli del terminal. L'Autorità Portuale attende entro fine mese una presa di posizione in merito da parte del consorzio “The Sixth”, costituito dalla stessa VTE, dal gruppo Ferrovie dello Stato (FS) e dal gruppo armatoriale cinese COSCO, che si è aggiudicato la gara per il VI modulo, assegnazione contro la quale aveva presentato ricorso Contship Italia che ha poi deciso di abbandonare l'iniziativa (inforMARE del 9 novembre 2007, 27 febbraio e 10 dicembre 2008).
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- Quella del sesto modulo di Voltri - ha confermato il segretario generale della Port Authority, Giambattista D'Aste, è una questione molto complessa dal punto di vista giuridico ed è ulteriormente complicata dalla posizione assunta da VTE nella vicenda: per ottenere la gestione del VI modulo la società terminalista, che fa capo al gruppo PSA di Singapore, non ha optato per un'estensione della propria concessione, ma ha deciso di concorrere all'assegnazione dell'area come azionista del consorzio “The Sixth”. Tale scelta sembra cozzare contro quanto prevede la legge di riforma portuale 84 del 1994, la quale stabilisce che “in ciascun porto l'impresa concessionaria di un'area demaniale deve esercitare direttamente l'attività per la quale ha ottenuto la concessione, non può essere al tempo stesso concessionaria di altra area demaniale nello stesso porto, a meno che l'attività per la quale richiede una nuova concessione sia differente da quella di cui alle concessioni già esistenti nella stessa area demaniale, e non può svolgere attività portuali in spazi diversi da quelli che le sono stati assegnati in concessione”.
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- Merlo ha spiegato che VTE «aveva chiesto una proroga rilevante» della licenza temporanea per la gestione del VI modulo, «mentre io - ha precisato - ho chiesto lo sgombero dell'area entro la fine di gennaio». La proposta del presidente dell'Autorità Portuale è stata approvata dal Comitato con nove voti a favore, uno contrario (un rappresentante sindacale favorevole allo sgombero entro il 31 dicembre) e otto astensioni, tra cui quelle dei membri del Comitato coinvolti nella vicenda.
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- Inoltre Merlo ha spiegato che, se la questione troverà una soluzione dal punto di vista legale, si procederà all'assegnazione del sesto modulo. Altrimenti l'area rimarrà “vuota” e verrà utilizzata sulla base di una regolamentazione analoga a quella adottata per l'area di Ponte Libia posta sotto sequestro nei mesi scorsi (inforMARE del 14 luglio 2004, 20, 30 giugno e 11 settembre 2008).
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- La vicenda del VI modulo si interseca con quella dello scambio azionario tra il VTE e il Gruppo Investimenti Portuali (GIP) che opera il container terminal SECH del porto genovese (inforMARE del 18 dicembre 2008). L'Autorità Portuale è in attesa di un parere del ministero sulla questione, «ma intanto - ha puntualizzato Merlo - l'ente sta valutando se impedire a rappresentanti delle società di essere contemporaneamente presenti nei consigli di amministrazione delle due aziende.
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- In merito poi allo svolgimento della gara pubblica per l'assegnazione del lavoro portuale, prevista dalla legge 84/94 e mai attuata nel porto di Genova, Merlo ha detto che il direttore generale del dipartimento Demanio e Porti del ministero dei Trasporti, Cosimo Caliendo, ha confermato che la specifica direttiva del ministero è stata inviata alla Corte dei Conti e che, per adeguare lo scalo al modello organizzativo del lavoro portuale previsto dalla normativa, per il porto di Genova rimane fissata la scadenza del prossimo 31 marzo (inforMARE del 16 dicembre 2008).
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- B.B.
- Autorità Portuale di Genova
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- Comunicazione del Presidente
presentata al Comitato Portuale del -
- RAPPORTI TRA PSA EUROPE LTD E GRUPPO INVESTIMENTI PORTUALI S.P.A.
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- Gli scambi azionari tra “Gruppo PSA e Gruppo SECH” hanno destato l'attenzione e la preoccupazione (sotto il profilo della possibile minaccia alla concorrenza) del mondo dello Shipping che ha sollecitato questa Autorità Portuale ad assumere informazioni e, se del caso, a prendere posizione circa la situazione creatasi.
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- In effetti, una volta avuta notizia dell'incrocio azionario in oggetto, questa Autorità Portuale si è attivata al fine di avere lumi circa quanto accaduto sia, in primo luogo, dai soggetti interessati sia, in secondo luogo, dalla competente Autorità di Vigilanza (Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, da cui tuttora attende una risposta) in ordine agli eventuali comportamenti da tenersi da parte della Amministrazione.
- Secondo quanto appurato:
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- Port of Singapore Authority Europe Ltd (“PSA”) Società che controlla indirettamente, tramite Sinport Sinergie Portuali S.p.A. (“Sinport”), Voltri Terminal Europa S.p.A. (“VTE”) - come è noto, concessionaria del terminal di Voltri - ha acquisito il 40% della SE.BER S.r.l. (“Seber”) Società a sua volta titolare del 100% della Terminal Contenitori Porto di Genova S.p.A. (“SECH”). Questa, come parimenti noto, è titolare del terminal contenitori di Calata Sanità ed ha in corso di attuazione, con il Gruppo Aponte, l'operazione di Calata Bettolo per la gestione di un nuovo Terminal Contenitori;
- sull'altro versante, il Gruppo Investimenti Portuali S.p.A. (“GIP”) detenente il 60% del capitale sociale di Seber, titolare come si è detto del 100% di SECH, ha acquistato da PSA il 40% del capitale sociale di Sinport.
- PSA ha dunque il 40% della Società (Seber) che controlla la Società (SECH) che gestisce il terminal di Calata Sanità; GIP, titolare del 60% di Seber, detiene il 40% del capitale sociale della Società (Sinport) che controlla la Società (VTE) che gestisce il Terminal Contenitori del Porto di Voltri.
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- Secondo quanto comunicato dai soggetti interessati l'operazione sopra delineata costituisce un “mero scambio finanziario di partecipazioni di minoranza” che non riguarda la gestione delle Società partecipate ma solo ed esclusivamente profili finanziari.
- In altri termini, i gruppi interessati avrebbero esclusivamente obiettivi di valorizzazione delle loro partecipazioni in termini di profitti attesi e di incremento di valore delle medesime.
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- A sostegno delle proprie tesi, PSA e GIP hanno negato decisamente l'esistenza di alcun patto tra loro quali la stipula di clausole che comportino maggioranze ultra legali consiliari o assembleari per atti a profilo gestionale tali da rendere per alcune materie determinante il voto del socio minoranza.
- In particolare gli interessati escludono qualunque profilo di “intesa” finalizzata a restringere la concorrenza, al pari di ogni effetto concertativo finalizzato alla costituzione di un unico soggetto terminalista.
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- In effetti gli interessati hanno con forza ribadito come le imprese terminalistiche esercite dalle Società VTE e SECH siano e restino, in esito all'operazione, “giuridicamente e gestionalmente distinte” cosicché le rispettive “attività terminalistiche prevedono - ed in concreto attuano - lo svolgimento di autonome e concorrenziali attività di impresa tra SECH e VTE”.
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- In questo quadro, assume decisivo rilievo riflettere circa la posizione da assumersi da parte dell'Autorità Portuale in ordine alla posizione da assumersi da parte della stessa di fronte ad operazioni di questo tipo ed ai rischi anti concorrenziali ad esse sottesi.
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- In particolare ci si interroga:
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- innanzitutto se l'Autorità Portuale debba in qualche modo farsi carico - sia a livello di istruttoria, sia a livello di provvedimenti da assumere - di problematiche aventi a riguardo la concorrenza delle imprese portuali, e ciò in relazione ai compiti istituzionali delle Autorità come stabiliti dalla legge;
- se, risposto positivamente a quanto indicato sub A) cosa possa o debba essere, in concreto assunto e determinato da parte di questa Amministrazione in merito alle problematiche anzidette.
- In ordine alla questione indicata sub A) questa Amministrazione ritiene che, nell'ambito dei suoi poteri-doveri sia presente un profilo di controllo e regolazione dell'attività concorrenziale afferente l'ambito portuale e che di ciò debba, dunque, farsene conseguentemente carico. Certamente problematica, al riguardo, è la portata e l'ampiezza di tale profilo - e del coordinamento dello stesso con l'attività delle Autorità specificatamente preposte a tale incombenza -. Si tratta di un tema, questo, che dovrà essere convenientemente approfondito anche in sede ministeriale.
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- Sin d'ora, peraltro, questa Amministrazione ritiene, in considerazione della viva preoccupazione manifestata da alcuni utenti di:
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- monitorare attentamente la situazione ed il suo evolversi richiedendo, se del caso, ulteriori informazioni a tutti i soggetti interessati, al fine di non consentire politiche di “cartello” aventi l'effetto di condizionare negativamente il mercato genovese;
- in particolare monitorare, tramite i poteri ad essa spettanti l'evoluzione di detto mercato: a questo riguardo si ricorda che in forza dell'art. 16, comma 5, della legge 84/94, le tariffe delle operazioni portuali sono pubbliche e che, sotto questo profilo, si provvederà a seguire l'evoluzione di quelle praticate dai gestori dei terminal genovesi interessati, nonché a monitorare tutte le ulteriori condizioni commerciali rilevanti;
- valutare, in breve tempo, se e in quale misura prescrivere alcuni accorgimenti volti alla miglior tutela del mercato genovese di riferimento (accorgimenti finalizzati ad evitare o comunque a rendere meno agevoli occasioni di concertazione e di diffusione di informazioni commerciali). Ad esempio si sta valutando se impedire la contemporanea presenza, in consigli di amministrazione delle medesime figure fisiche quali consiglieri designati dall'uno o dall'altro gruppo così da evitare, o comunque, rendere meno agevole, la determinazione di politiche comuni e, comunque, limitare al massimo il rischio di diffusione di notizie commerciali riservate);
- chiedere all'Autorità Garante del Mercato e della Concorrenza di mettere al corrente questa Amministrazione di ogni e qualunque attività di informazione e di indagine intendesse o abbia inteso eventualmente esperire;
- attivare l'Organo di Vigilanza dell'Ente (Ministero) per assumere le sue valutazioni in merito ad ogni profilo rilevante e segnatamente, quelli relativi all'art. 18, comma 7.
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