Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
19:01 GMT+2
COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXVI - Numero 31 AGOSTO 2018
LEGISLAZIONE
UN MODELLO DEL FUTURO DEL TRASPORTO: LA STRATEGIA PER IL 2050
DELLA COMMISSIONE EUROPEA
In un suo recente documento, T&E (Transport &
Environment) descrive il modello e riferisce alcuni dei suoi limiti
tecnologici quando si tratta del trasporto, nonché il
processo consultivo della strategia stessa, e propone le misure per
assicurare una incisiva ed attendibile modellazione, le conseguenze
della quale sono decisive per la politica ambientale del prossimo
decennio.
Il documento si concentra in particolare sul settore dei
trasporti, che rappresenta sia la maggiore fonte di emissioni di gas
serra nell'Unione Europea, sia l'unico settore ad averle
incrementate dal 1990.
Si riporta di seguito la sintesi del documento, la cui versione
completa è consultabile su:
La strategia per il 2050 in corso di sviluppo ad opera della
Commissione Europea in vista della COP25 (Conferenza 2019 dell'ONU
sul Cambiamento Climatico) è di fondamentale importanza per
il futuro della politica europea sul clima.
L'obiettivo centrale della strategia è quello di guidare
la politica europea sul clima verso l'adesione all'accordo sul clima
di Parigi, vale a dire come ridurre le emissioni di gas serra da
tutti i settori dell'economia al fine di limitare l'aumento globale
della temperatura ben al di sotto dei 2°C.
Allo scopo di conseguire tale obiettivo, la Commissione fa
affidamento sul modello econometrico PRIMES per determinare il
percorso più conveniente.
Il modello è esaustivo ed è in grado di elaborare
l'economia europea e le emissioni ad essa correlate.
Sulla base dei costi storici e previsti delle tecnologie per
ridurre le emissioni, come il costo di un veicolo elettrico rispetto
ad una più efficiente automobile alimentata a benzina o
diesel, il modello contribuisce a determinare il percorso più
conveniente da seguire.
Il più recente lavoro di modellazione, segnatamente lo
Scenario di Riferimento 2016, unitamente agli scenari EUCO elaborati
per conseguire l'obiettivo 2030 dell'Unione Europea, presenta alcune
fondamentali lacune che mettiamo in evidenza.
Le critiche che in genere vengono espresse riguardo al modello
sono le seguenti.
Trasparenza: dal processo consultivo ai risultati finali,
evidenziamo nel rapporto numerose occasioni in cui i presupposti e
gli apporti di modellazione non sono trasparenti.
Questo
restringe le opzioni di revisione critica da parte dei soggetti
interessati rilevanti e riduce la fiducia nei risultati.
L'incapacità di modellare cambiamenti perturbatori: uno
di tali esempi è che nelle proposte sugli standard di
emissioni di CO2 dei veicoli pesanti non è stato previsto
l'ingresso dei camion a batterie elettriche entro il 2030, malgrado
i diversi modelli già presenti sul mercato o annunciati per i
prossimi due anni.
Questo è dovuto, in parte, alla
mancanza di trasparenza dei presupposti utilizzati in relazione a
questi camion ed anche alla struttura del modello di per se stessa.
L'impegno distribuito in tutti i settori: il trasporto stradale
dispone di chiari percorsi di decarbonizzazione che stanno
diventando stringenti in termini di costi, portata e addebito per le
infrastrutture.
Malgrado ciò, il regolamento per il
2030 riguardo alla CO2 delle auto e dei camion ha un obiettivo meno
ambizioso rispetto a quello del settore dell'edilizia, che sembra
fondarsi sui presupposti di costo obsoleti che erano stati
implementati negli scenari EUCO.
Sembra che questo non
rifletta i percorsi di decarbonizzazione accessibili e chiari
disponibili nel trasporto.
Trasporto marittimo ed aereo internazionale: la precedente
modellazione della Commissione in ordine all'aviazione mostrava
incrementi di efficienza assai ottimistici, che risultavano in una
crescita stagnante delle emissioni malgrado un incremento del 125%
del numero di passeggeri.
Il trasporto marittimo mostra un
passaggio al gas naturale liquefatto che secondo molti studi non
riduce le emissioni di gas serra.
Il modello non sembra
essere attrezzato per modellare in modo adeguato questi settori.
Nessun costo sociale delle emissioni di gas serra: malgrado sia
stato progettato per sviluppare percorsi finalizzati a far sì
che l'Unione Europea riduca l'intensità delle proprie
emissioni di gas serra, il PRIMES non tiene conto del costo sociale
del carbonio né esplicita i meccanismi atti a limitare i
danni all'ambiente.
Ciò significa che non c'è
alcuna sanzione per l'inattività, sebbene il cambiamento
climatico possa comportare significativi costi diretti correlati
alla disponibilità di infrastrutture e di biomasse.
Questo
può distorcere le decisioni politiche che ravvisano solo i
costi di investimento per le nuove tecnologie, piuttosto che il
denaro risparmiato con la mitigazione del cambiamento climatico e
gli altri vantaggi.
Il documento analizza in modo molto approfondito le specifiche
questioni attinenti il trasporto che sono state identificate in base
alla documentazione pubblicamente disponibile.
In particolare, vengono analizzati gli standard di CO2
successivi al 2020 per auto, furgoni e veicoli pesanti.
Nel caso della auto, si verificano comportamenti atipici come
l'aumento dimensionale dei parchi-automezzi con nuova tecnologia;
questo suggerisce che se una persona sostituisce un'auto a benzina o
diesel con un veicolo a batterie elettriche si aspetta di guidarla
meno, quando in realtà l'evidenza suggerisce che è
vero il contrario.
Le implicazioni di tale situazione sono nel senso che c'è
bisogno di un numero maggiore di veicoli per intraprendere la
prevista attività di trasporto.
Più veicoli implicano maggiori costi e più costi
implicano un pregiudizio nei confronti dei veicoli elettrici in
quanto soluzione efficiente in termini di costi.
Questo potrebbe anche essere vero per i furgoni e lo è
certamente per le analisi relative ai camion.
Un elemento importante della modellazione PRIMES attiene alla
disponibilità di biocarburanti e biomasse, nonché ai
settori dell'uso del territorio, del cambiamento d'uso del
territorio e della silvicoltura.
In realtà, questi settori sono intimamente collegati, ma
come essi interagiscano nel contesto del PRIMES-TREMOVE non è
chiaro.
Le foreste svolgono un ruolo importante funzionando da lavello
della CO2, dove la CO2 dell'atmosfera viene assorbita dagli alberi
affinché possano crescere.
Tuttavia, se ci fosse una grande domanda di biocarburanti, il
modello potrebbe constatare che abbattere le foreste per fare spazio
ai raccolti destinati all'energia sarebbe una soluzione conveniente
per la decarbonizzazione.
Ciò potrebbe condurre ad una situazione in cui un settore
potrebbe fare affidamento sulle foreste per assorbire le sue
emissioni (sino a raggiungere lo zero) mentre un altro settore
potrebbe affidarsi alle biomasse delle foreste come carburante.
Infine, commentiamo in ordine al processo consultivo della
Strategia 2050 ed ai limiti ad esso connessi.
Nessuna risposta è stata data ai riscontri forniti dalla
riunione una tantum dei soggetti interessati e questo sembra essere
il caso in relazione a molti settori.
Malgrado siano la maggiore fonte di emissioni in Europa, si è
saputo assai poco circa i dettagli sugli apporti inerenti alla
mobilità.
Nel caso delle automobili, ciò è avvenuto a
dispetto del fatto che la Commissione abbia fornito oltre 500 pagine
di ricerche degne di approfondimenti.
Questo sembra non essere il modo giusto per determinare quali
apporti siano stati utilizzati e, se non lo sono stati, perché
no.
Si riassumono di seguito le raccomandazioni derivanti
dall'analisi, con cui Transport & Environment richiede che la
Commissione Europea:
Metta in atto un processo trasparente con un più attivo
coinvolgimento dei soggetti interessati;
Ponga maggiore attenzione al potenziale delle tecnologie ad
emissioni zero per conseguire la completa decarbonizzazione in
maniera efficiente e tempestiva nel settore dei trasporti;
Assicuri una dettagliata inclusione di tutte le emissioni dei
trasporti (segnatamente, i settori in rapida crescita del trasporto
aereo e marittimo) e giustifiche e registri correttamente la quota
dell'impegno che il settore dei trasporti deve onorare;
Includa un'analisi attenta dell'impatto climatico del non fare
sull'economia partendo dal presupposto del costo sociale delle
emissioni di gas serra.
L'Unione Europea dovrebbe adottare un approccio finalizzato a
minimizzare il danno ambientale e la perdita di biodiversità;
sebbene impossibile da quantificare, questo approccio è in
linea con il suo fondamentale principio di prevenzione.
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicito consenso dell'editore