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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVII - Numero 10/99 - OTTOBRE 1999 |
Trasporto marittimo
Fusione Maersk/Sea-Land: l'era dei giganti
"Questo settore deve darsi una regolata: ci sono troppi
vettori
Bisogna che qualcuno lo prenda per la collottola:
questo accordo è il modo giusto di affrontare la cosa.
Esso anticipa lo scenario del futuro". Così si è
espresso un dirigente anziano di una delle principali linee di
navigazioni globali, nel contesto di un'intervista - per la quale
ha chiesto di restare anonimo - rilasciata a Containerisation
International in ordine alla recente acquisizione da parte
della A.P. Møller-Maersk Line delle operazioni internazionali
della Sea-Land.
Il dirigente capo di un vettore ancora più importante
ha commentato che l'accordo "ha esternato un forte segnale
nel senso che il consolidamento è più probabile
che si verifichi" poiché - come ha fatto notare -
"il prezzo di acquisto è stato in questo caso più
realistico". Nel contempo, un importante consulente del settore,
John Reeve della Reeve & Associates, ha sottolineato le irresistibili
forze che stanno inducendo il consolidamento nell'ambito del settore.
Allo stesso modo, Peter Gatti, direttore delle politiche industriali
presso il NITL (Lega Nazionale Trasporto Industriale), un'associazione
che rappresenta i principali caricatori statunitensi, ha commentato:
"L'acquisizione in questione non è un fatto unico.
Essa fa parte del consolidamento che sta avvenendo nell'ambito
del settore dei trasporti nel suo complesso. Ciò cui stiamo
assistendo non è una rivoluzione, bensì la continuazione
del processo che si sta svolgendo già da tempo". Gatti
aggiunge che la situazione sarebbe seguita attentamente dai membri
della NITL.
Annunciata il 22 luglio scorso, la transazione assicura alla
A.P. Møller-Maersk Line con sede a Copenaghen l'acquisto
per 800 milioni di dollari dell'attività di linea internazionale
della Sea-Land Services dalla CSX Corp. Si tratta di 300 milioni
di dollari in meno rispetto al valore nominale dell'intera Sea-Land.
L'accordo comprende le navi, i containers, determinati terminals
ed alcune obbligazioni di noleggio su navi, per un ammontare supposto
in 600 milioni di dollari. I servizi marittimi interni del vettore
statunitense Sea-Land, come certe infrastrutture terminalistiche,
non rientrano nell'accordo e restano di proprietà della
CSX. Ci si aspetta che per il completamento dell'acquisizione,
che è in attesa di approvazione da parte delle autorità
competenti, ci vogliano quattro mesi circa a partire dalla data
dell'annuncio.
La notizia non ha preso di sorpresa il settore. La CSX non aveva
fatto mistero della propria delusione in relazione alla crescente
imprevedibilità del settore marittimo di linea internazionale,
dei propri fallimentari margini operativi e delle conseguenze
che questo aveva avuto sulla capacità della CSX di dividere
utili tra i propri azionisti. Pertanto, quando all'inizio di quest'anno
la Sea-Land era stata suddivisa in tre divisioni operative, gli
esperti avevano detto che si trattava solamente di una questione
di tempo prima che una o più sue parti venissero vendute.
Anche il fatto che la A.P. Møller-Maersk Line fosse quella
che avrebbe finito per vincere la gara all'acquisto era stato
ampiamente previsto, sebbene si dicesse che anche altre società
fossero in lizza. La Maersk e la Sea-Land si erano impegnate in
un'associazione collaborativa in graduale espansione sin da quando
nel 1991 erano entrate a far parte di un accordo relativo alle
quote delle navi, annunciando poi un'alleanza operativa nel 1995.
Inoltre, l'accordo può essere considerato come parte del
processo di consolidamento del settore che è in corso da
qualche tempo. Come ha spiegato Reeve, le forze che in questo
caso sono all'opera sono: la fiera concorrenza ed i bassi margini;
la commercializzazione dei servizi marittimi, che perciò
rendono imperativi i bassi costi; le potenziali economie di scala
ed il raggio d'azione; lo sviluppo delle reti di servizio globale;
le strategie di reperimento dei soci logistici degli operatori
marittimi; infine, la deregolamentazione e privatizzazione del
settore.
La rivista Containerisation International calcola che
vi siano state almeno 42 fusioni e/o acquisizioni nell'ambito
delle attività marittime di linea nel corso degli ultimi
quattro anni e mezzo. Qualcuna è stata di modesto livello.
Altre, tuttavia, come la riuscita costituzione della P&ON
(P&O Nedlloyd) mediante la fusione della P&O Containers
e della Nedlloyd Lines, la ardimentosa acquisizione della APL
(American President Lines) da parte della NOL, la quota rilevata
dalla Hanjin nella DSR-Senator, nonché la riuscita ed accorta
acquisizione da parte della CP Ships di una serie di operatori
per lo più di nicchia ed una simile strategia da parte
della Hamburg Sud, hanno consolidato la capacità nelle
mani di poche e persino più grandi compagnie di navigazione.
L'acquisizione da parte della A.P. Møller-Maersk Line
delle operazioni internazionali della Sea-Land riveste, tuttavia,
un diverso grado di importanza. Essa combina la prima e la sesta
compagnia a livello mondiale, generando un gigante che dispone
di un tremendo potere di mercato. Come tale, ci si aspetta che
essa acceleri il processo di consolidamento del settore. "E'
la candela che provocherà l'accensione
è il
gruppo più grande ed il migliore" prevede Theodore
Prince, vice presidente anziano delle vendite e del marketing
della Kleinschmidt Inc.
TABELLA 1 |
PRIMI 10 OPERATORI CONTAINERIZZATI
IN BASE ALLE CAPACITA' IN TERMINI DI NAVIGLIO
AL 1° AGOSTO 1999
|
Class. |
Operatore
| Capacità
di bordo
in TEU
| Quota
della flotta
attuale (%)
| Capacità
TEU
ordinata
| Quota
della flotta
ordinata (%)
|
1 | Maersk-SeaLand/Safmarine
| 511.940 | 10,9 | 106.900
| 19,4 |
2 | Evergreen/Uniglory/Lloyd Triestino
| 302.819 | 6,4 | 76.348
| 13,9 |
3 | P&O Nedlloyd | 247.702
| 5,3 | 81.072 | 14,7
|
4 | MSC | 233.928
| 5,0 | 16.200 | 2,9
|
5 | Hanjin/DSR-Senator | 201.986 *
| 4,3 | 28.000 | 5,1
|
6 | Cosco | 200.076
| 4,2 | 33.738 | 6,1
|
7 | APL/NOL | 193.234
| 4,1 | - | - |
8 | CP Ships ** | 153.993 **
| 3,3 | 3.600 | 0,7
|
9 | Zim | 144.751
| 3,1 | - | - |
10 | NYK | 130.807
| 2,8 | - | - |
Note:
|
* = relativa alla quota azionaria del 70% della Hanjin nella DSR-Senator; ** = la capacità della CP Ships comprende la Americana, in cui la CP Ships ha una quota del 50%
|
|
Fonti: Liner Shipping Network e dati del Containerisation International
|
Come mostra la Tabella 1, la flotta combinata Maersk-SeaLand
più Safmarine (la Maersk ha acquistato la Safmarine Container
Lines all'inizio di quest'anno) totalizzerà 511.940 TEU.
Si tratta di quasi 200.000 TEU in più rispetto a quelli
del suo rivale più prossimo, la Evergreen con le sue associate
Uniglory Marine Corp e Lloyd Triestino, e di più del doppio
rispetto a quelli della P&ON. La Maersk-SeaLand e la Safmarine
controlleranno insieme il 10,9% della flotta di portacontainers
di tutto il mondo. In termini di navi sotto ordinazione, la loro
quota è persino maggiore, essendo attestata al 19,4% (v.
Tabella 1).
Ma questa è solo una parte della vicenda. La Maersk-SeaLand,
nome con il quale il nuovo operatore sarà conosciuto una
volta completata la transazione alla fine di quest'anno, disporrà
di una flotta di più di 250 navi e di oltre 500.000 containers,
nonché di 75.000 telai. Essa effettuerà operazioni
in 24 terminal containers di tutto il mondo e farà 20.000
scali annui in circa 100 paesi. Essa sarà uno dei più
grossi clienti intermodali delle ferrovie nordamericane, con 850.000
carichi almeno all'anno.
La Maersk-SeaLand disporrà di circa 35 servizi singoli
che coprono tutte le principali rotte, tra cui la transpacifica,
la transatlantica, l'Asia/Europa e gran parte dei traffici nord/sud
e regionali. Essa costituirà il più grande operatore
individuale in molti mercati, compresi i tre traffici-chiave est-ovest.
In effetti, come mostra la Tabella 2, in alcuni traffici Asia/USA
ed Europa/USA, essa avrà una notevole quota di mercato,
partendo dal presupposto - naturalmente - che essa sia capace
di trattenere gli attuali clienti sia della Maersk che della Sea-Land.
Si è saputo che in ordine al traffico Europa/Asia la quota
di mercato combinata dei due vettori è attestata al 15,6%
circa in direzione est ed a un livello leggermente più
alto in direzione ovest.
TABELLA 2 |
QUOTE DI MERCATO PERCENTUALI DELLA MAERSK E DELLA SEA-LAND
NELL'AMBITO DEI TRAFFICI TRANSPACIFICO E TRANSATLANTICO
NEL PRIMO TRIMESTRE 1999
|
Traffico | Maersk
| Sea-Land | Totale
|
NE Asia/USEC | 8,9 | 5,5
| 14,4 |
NE Asia/USWC | 4,3 | 5,5
| 11,7 |
SE Asia/USEC | 14,1 | 8,7
| 22,8 |
SE Asia/USWC | 8 | 10,8
| 18,8 |
USEC/NE Asia | 9,7 | 5,6
| 15,3 |
USWC/NE Asia | 3,7 | 6,8
| 10,5 |
USEC/SE Asia | 16,9 | 11,5
| 28,4 |
USWC/SE Asia | 8,9 | 12,8
| 21,7 |
N Europa/USEC | 5,3 | 11,2
| 16,5 |
N Europa/USGC | 2,7 | 19,2
| 21,9 |
N Europa/USWC | 21,7 | 4,2
| 25,9 |
USEC/N Europa | 8,2 | 8,9
| 17,1 |
USGC/N Europa | 1,5 | 12,1
| 13,6 |
USWC/N Europa | 12,5 | 4,2
| 16,7 |
Note: USEC = Costa Orientale USA; USWC = Costa Occidentale USA; USGC = Costa del Golfo del Messico
|
Fonte: Rapporto globale sui containers statunitense di Pierce/Journal of Commerce
|
Quale compagnia di navigazione unica, la Maersk-SeaLand avrà
il potenziale per generare ricavi annui pari a ben oltre 8,3 milioni
di dollari. Si tratta di una stima fondata sull'analisi dei ricavi
nel 1998 delle rispettive compagnie effettuata da Reeve (v. Tabella
3), il quale precisa che le proprie cifre relative alla Maersk
sono una semplice stima, dato che il vettore danese non fornisce
particolari in ordine ai propri ricavi derivanti dal trasporto
marittimo di linea.
Sebbene la Maersk-SeaLand sia destinata a divenire un mega-vettore
in tutti i sensi della parola, alcuni importanti dirigenti impegnati
nel settore le cui opinioni sono state richieste da Containerisation
International ritengono che strategicamente si tratti di una
buona notizia per il settore. "Si ridurrà la concorrenza"
sostiene uno. Un altro, invece, ha sottolineato la "crescita
mediante consolidamento" e l'aspettativa che ciò possa
aiutare "i prezzi a stabilizzarsi". Almeno in apparenza,
il messaggio complessivo è sembrato essere quello che l'acquisizione
era attesa e che è stata, come al solito, un vero affare.
TABELLA 3 |
PRINCIPALI 10 COMPAGNIE DI NAVIGAZIONE DI LINEA
PER RICAVI NEL 1998
|
Vettore | Ricavi (milioni di $)
|
Maersk | 4.400 (stimati) |
Evergreen | 4.000 (stimati)
|
P&O Nedlloyd | 3.940 (reali)
|
Sea-Land | 3.916 (reali) |
APL/NOL | 3.365 (reali) |
NYK | 3.400 (stimati) |
Hanjin | 3.200 (stimati) |
MSC | 3.000 (stimati) |
MOL | 3.000 (stimati) |
Cosco | 2.600 (stimati) |
Fonte: Reeve & Associates
|
Per il momento, i clienti o i potenziali clienti di entrambe
o di una delle due linee di navigazione sembrano essere alquanto
tranquilli in ordine alla prospettiva dell'emersione di un vettore
così grande. Ad esempio, Timothy J. Gartner, direttore
dei trasporti ed affari correlati della Evenflo di Piqua, nell'Ohio,
ha dichiarato: "Noi non ci sentiamo minacciati dall'acquisizione.
Si tratta del naturale sottoprodotto del fatto che le tariffe
sono calate in modo così drastico nel Pacifico".
Nel contempo, una multinazionale con sede negli Stati Uniti che
effettua spedizioni con entrambi i vettori in diversi traffici,
ma che non desidera essere nominata, suggerisce: "Partendo
dal presupposto che il livello di attività che abbiamo
portato avanti con tutti e due i vettori non cambi, un vantaggio
per noi sarà quello di dover dialogare con un vettore invece
che con due. Per noi, si tratta di gestire relazioni con un vettore
in meno". Un altro importante caricatore internazionale con
sede negli U.S.A. che ha richiesto l'anonimato ha fatto notare:
"Si tratta di due buone compagnie che si sono integrate.
Sono anni che lavorano assieme. La speranza è che ne risulti
un terzo vettore ancora migliore".
In Europa, il dirigente responsabile delle spedizioni globali
di una grossa impresa chimica (anch'essa ha chiesto di non essere
nominata) accoglie favorevolmente "la razionalizzazione tra
vettori se essa migliora il servizio ed assicura sicurezza e qualità".
Egli ha inoltre sottolineato che vi sono ancora molte possibilità
di scelta nel mercato.
D'altro canto, non proprio tutti sono così contenti. David
S. Movsky, dirigente per le attività a livello mondiale
del settore marittimo della Eastman Kodak di Rochester (New York),
ha dichiarato: "Talvolta mi preoccupo quando, in conseguenza
di acquisizioni, fusioni o persino alleanze, vi sono meno opzioni
di servizio nell'ambito di certe direttrici di traffico e tra
certe coppie di porti
Noi abbiamo bisogno di una varietà
di partenze perché dobbiamo spedire rispetto a tutta una
gamma di giorni".
Il dirigente trasporti di un cliente europeo sia della Maersk
che della Sea-Land, il quale (anche lui) ha chiesto di non essere
nominato, ha detto a Containerisation International: "Stiamo
osservando la nascita di un mega-mega-vettore
potrebbe essere
pericoloso, possono davvero dettar legge al mercato". Egli
alludeva ad un caso del passato, in cui la Maersk aveva fatto
ingresso in un traffico ed aveva abbassato i propri prezzi al
fine di acquisire lavoro, solamente per poi aumentarli dopo che
due vettori erano fuoriusciti dal mercato".
Allo stesso modo, un dirigente superiore di uno dei primi 20
vettori mondiali sostiene: "Il quadro che ne risulta corrisponde
alla concentrazione di un enorme potere - anche decisionale -
in capo ad una compagnia". Continua lo stesso dirigente:
"Ad esempio, stando ai soli terminals, tutti i tipi di venditori
dovranno chiedere che cosa vuole la Maersk, prima di chiedere
qualcosa di diverso da ciò che quelli pensano". Egli
ha suggerito che sarebbe interessante vedere come si comporteranno
i vari organi legislativi che dovranno esaminare l'acquisizione.
Le decisioni in merito, di competenza sia statunitense che internazionale,
dovranno essere prese prima della definizione della transazione.
Tra gli organi coinvolti vi sono la Commissione sugli Investimenti
Esteri negli Stati Uniti, la MarAd (Amministrazione Marittima)
statunitense, le autorità anti-trust negli U.S.A., la Commissione
Europea (DGIV) ed altre giurisdizioni. Sia la CSX che la A.P.
Møller-Maersk Line hanno dichiarato di aspettarsi che la
transazione rispetti le normative anti-trust.
Partendo dal presupposto che le loro aspettative vengano esaudite
e che la dovuta diligenza sia pienamente rispettata, la Maersk-SeaLand
comincerà ad esistere nell'ultimo trimestre di quest'anno,
allorquando le procedure di integrazione vera e propria potranno
cominciare sul serio. Ib Krause, socio della A.P. Møller,
ha già dichiarato che "le operazioni e l'amministrazione
saranno pienamente integrate raccogliendo il meglio da entrambe
le organizzazioni". Egli ha poi ammesso che vi saranno degli
esuberi. Le fonti industriali si aspettano che il processo richieda
almeno un anno, se non di più, sebbene - come hanno sottolineato
- entrambe le compagnie sia già ben consapevoli di come
l'altra operi. Tuttavia, come fa notare un dirigente anziano di
un concorrente, "il processo costerà un sacco di soldi,
dato che tutte e due hanno molti uffici in tutto il mondo".
La Maersk-SeaLand avrà il proprio quartier generale globale
a Copenaghen, dove la A.P. Møller-Maersk Line ha già
la propria sede, mentre la sede centrale statunitense sarà
a Madison (New Jersey), che costituiva già la sede della
Maersk Inc negli U.S.A. Essa manterrà altresì una
presenza presso l'attuale quartier generale della Sea-Land a Charlotte,
in North Carolina. John P. Clancey, presidente e dirigente superiore
della Sea-Land, diventerà presidente della Maersk Inc,
mentre Tommy Thomsen, attuale presidente della Maersk Inc, diventerà
presidente della Maersk-SeaLand. Clancey si unirà ai soci
della A.P. Møller, Kruse e Knud Stubkjaer, nel consiglio
esecutivo per il trasporto marittimo containerizzato della Maersk-SeaLand,
il quale supervisiona le attività globali.
Dal punto di vista operativo, nel contesto della loro già
esistente alleanza, la Maersk e la Sea-Land avevano razionalizzato
il naviglio e - in misura molto minore - le loro flotte containerizzate
ed operazioni terminalistiche. In Europa esse sono socie, unitamente
alla P&ON, di una società ferroviaria congiunta, la
ERS (European Rail Shuttle). Nell'ambito dell'accordo, la A.P.
Møller-Maersk acquisterà 18 terminals gestiti dalla
Sea-Land (tra cui tutti quelli del continente statunitense), alcuni
dei quali sono situati in porti dove la Maersk già dispone
di terminals propri, di modo che in alcune località si
verificheranno esigenze di razionalizzazione.
I 24 terminals che saranno condotti dalla Maersk-SeaLand sono
i seguenti: negli U.S.A., Port Elizabeth, Boston, Norfolk, Charleston,
Jacksonville, Port Everglades, New Orleans, Houston, Long Beach,
Oakland, Tacoma, Baltimora e Miami; in Europa, Bremerhaven (in
Germania), Rotterdam (nei Paesi Bassi) ed Algesiras (in Spagna);
nel Medio Oriente, Salalah (nell'Oman); in Asia, infine, Yokohama
e Kobe (in Giappone), Kaohsiung (a Taiwan), dove vi saranno due
terminals distinti, Laem Chabang (in Tailandia), Yantian (quota
del 10%) e Dalian (quota del 5%), entrambi in Cina.
La Maersk-SeaLand punterà inoltre a conservare il finanziamento
da 31,5 milioni di dollari all'anno che la Sea-Land riceveva nel
contesto dello MSP (Programma Sicurezza Marittima) statunitense.
Esso versa ai vettori 2,1 milioni di dollari all'anno per ciascuna
nave che naviga sotto bandiera statunitense. La Sea-Land nello
MSP impiega 15 navi. Una volta portata a termine la transazione,
la Maersk-SeaLand utilizzerà 19 navi battenti bandiera
statunitense in origine gestite dalla Sea-Land e 4 prima gestite
dalla Maersk.
L'accordo prevede che le operazioni relative alle 19 navi della
Sea-Land vengano effettuate ai sensi della Sezione 2 da una compagnia
autonoma di nuova costituzione, di nazionalità statunitense,
così come statunitensi saranno la proprietà, la
gestione ed il controllo. La Sea-Land richiederà alla MarAd
di trasferire gli accordi operativi MSP inerenti a 15 di queste
navi alla nuova società Sezione 2. La stessa procedura
era stata seguita con successo nel caso della APL (acquistata
dalla NOL) e della Lykes Lines (acquistata dalla CP Ships).
Intervistato in occasione dell'annuncio dell'accordo, Kruse non
ha voluto quantificare il risparmio per la A.P. Møller-Maersk
derivante dall'acquisizione in questione. Tuttavia, egli ha definito
le sinergie correlate alla combinazione di informatica, amministrazione,
vendite e marketing come produttive di "notevoli somme di
denaro". Si deve rammentare che la P&ON aveva sottolineato
come - alla fine del 1997 - il risparmio sui costi derivante dalla
propria fusione ammontasse ad un tasso annuo di 200 milioni.
Tali economie non si possono conseguire mediante un'alleanza
operativa, anche se basata su un accordo relativo a molteplici
direttrici di traffico. Ad esempio, Reeves ha calcolato che i
costi marittimi, anche laddove i benefici derivanti da un'alleanza
operativa sono elevati, ammontano solamente al 25% del valore
complessivo del trasporto marittimo di linea. Ciò rispetto
al 30% del trasporto marittimo e della logistica (che traggono
solo vantaggi medi da un'alleanza), al 30% dei terminals marittimi
(anche questi con vantaggi medi) ed la 5% ciascuno per marketing
e vendite, servizio clienti, finanze ed amministrazione, dove
in ogni caso i benefici derivanti da un'alleanza sono bassi.
Quando una fusione ci perde rispetto ad un'alleanza, allora vuol
dire che vi è potenziale per ridurre la quota di mercato.
La Maersk-SeaLand ovviamente cercherà di conservare le
attività combinate della Maersk e della Sea-Land, anche
se esse condividono alcuni clienti. E' significativo il fatto
che le branche logistiche della Maersk e della Sea-Land, rispettivamente
la Mercantile e la Buyers International, continueranno a lavorare
separatamente. Kruse si è dichiarato ottimista circa la
possibilità di non perdere clienti. "La Maersk-SeaLand
offrirà un'ampia gamma di servizi, senza eguali nel settore,
a vantaggio dei nostri clienti a livello mondiale" ha proclamato.
Le opinioni nel settore riguardo a questo argomento sono divise.
"uno più uno non fa necessariamente due o due e mezzo"
ha detto il dirigente di un vettore. Lo stesso dirigente si è
detto preoccupato di ciò che potrebbe accadere ai prezzi
se la Maersk-SeaLand dovesse subire una clamorosa perdita di quota
di mercato. "Potrebbe finire con un disastro. Essi potrebbero
dover ridurre le proprie tariffe" si è lamentato.
Tuttavia, Prince è stato più costruttivo. Egli
ha infatti suggerito come la legge di riforma statunitense del
settore marittimo del 1998 possa avere risolto il problema. "I
clienti possono mettere le proprie uova in meno panieri. Essi
possono negoziare la protezione del servizio nei loro contratti,
il che significa che possono assegnare maggiori quantitativi a
meno vettori" obietta. Altri esperti del settore hanno sottolineato
il fatto che la P&ON è riuscita a tenersi stretto il
suo giro d'affari successivamente alla fusione.
Per Movsky della Eastman Kodak, il dilemma è una questione
immediata. A tutto il mese di settembre, la sua società
aveva appalti in corso con un gran numero di fornitori di servizio,
tra cui - distintamente - la Maersk e la Sea-Land. "Dobbiamo
ancora decidere che cosa faremo, ma certamente andremo a chiedergli
di fornirci un resoconto in relazione alle loro modalità
di approccio alla nostra attività" ha spiegato Movsky,
il quale ha aggiunto che il prezzo sarà decisivo per la
decisione.
In ogni caso, quale che sia alla fine il risultato del tentativo
della Maersk-SeaLand di conservare i propri clienti condivisi,
anche se negativo non impedirà l'ulteriore consolidamento
nel settore, e da subito. Le forze che stanno sospingendo tale
processo sono irresistibili. Inoltre, il fatto che la A.P. Møller-Maersk
apparentemente abbia pagato un prezzo ragionevole per la Sea-Land
potrà solo far aumentare le probabilità di altri
accordi in tal senso.
Tutto ciò che può essere ancora materia di discussioni
sono i nominativi delle compagnie di navigazione coinvolte. La
P&ON è in cima alle preferenze di qualunque probabile
acquirente. Sia Lord Sterling, presidente del Gruppo P&O,
che Tim Harris, dirigente superiore della P&ON, non hanno
fatto mistero del proprio desiderio di mirare ad un consolidamento
societario ed alla riduzione dei costi unitari che sta alla base
della volontà sia della P&O che della Royal Nedlloyd
di cercare una diversa sistemazione per la P&ON. Sembra proprio
che, finalmente, per il settore sia cominciata l'era dei giganti.
(da: Containerisation International, settembre 1999)
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